«Le auto votavano da tutte le parti»

«Le auto votavano da tutte le parti» «Le auto votavano da tutte le parti» Come il corridore Phil Hill (che seguiva i primi filmando la gara) descrive le fasi della drammatica sciagura Nostro servizio particolare Francorchamps, lunedi matt. La testimonianza più attendibile ed obiettiva dell'incidente multiplo di cui sono stati protagonisti ieri Clark, Stewart, Graham Hill, Spence, Bondurant, Bonnier, Hulme e Siffert, durante la disputa del Gran Premio del Belgio, l'ha fornita il corridore Phil Hill, che domenica scorsa si era affermato nella 1000 km del Niirburgring assieme a Bonnier. Ieri Phil Hill, un pilota americano di lunga carriera (è stato anche campione del mondo, nel 1961, con la Ferrari) era in pista, grazie a una speciale autorizzazione, fuori gara; sulla sua vettura era installata una macchina da presa per ritrarre le fasi della corsa: il compito di pilota-operatore gli è affidato da una Casa cinematografica che sta realizzando un film di soggetto automobilistico, « Grand Prix », di cui è protagonista Yves Montand. Phil Hill seguiva il gruppo di testa — si era al primo giro — quando a un tratto, all'uscita della veloce curva di Burnenville, che si trova a circa 5 chilometri dopo il traguardo, vedeva davanti a sé un gruppo di macchine aprirsi a ventaglio tra grandi spruzzi di acqua. « Schizzavano in tutte le direzioni come impazzite — ha detto Phil Hill — ma subito non riuscii a rendermi conto di quello che stava succedendo. Per fortuna ebbi tutto il tempo di rallentare, e potei scorgere la BRM di Jackie Stewart schiantata contro una transenna metallica ». Più tardi, terminato il lavoro cinematografico, lo stesso Phil Hill ha tentato di dare una spiegazione al pauroso incidente, che assieme alle testimonianze degli altri piloti si può così ricostruire. Il via alle 15 vetture partecipanti al Gran Premio era stato dato da neppure due minuti, sotto una pioggia battente; dopo la salita di Eau Rouge, la pista piega a destra e dopo un breve tratto diritto punta sulla larga veloce curva detta di Burnenville. Nel gruppo di testa c'erano la Cooper-Maserati di Rindt, le Ferrari di Surtees e Bandini, le Brabham di Jack Brabham, ma le posizioni non si erano ancora delineate, anche perché la visibilità era scarsa a causa dell'acqua polverizzata sollevata dai pneumatici delle macchine. D'improvviso, la Brabham del neozelandese Hulme sbandava mettendosi di traverso; 1 piloti delle macchine che seguivano si trovavano In grave difficoltà per evitare l'ostacolo, e cercavano scampo nei freni e in autentiche acrobazie. Ma il fondo stradale scivoloso non concedeva di effettuare manovre azzardate, per cui le sbandate si susseguivano ai testa-coda, le uscite di strada ai tamponamenti. Soltanto i piloti che ai trovavano distan| ziati erano in grado di avi vistare il groviglio di auto, fermandosi tempestivamente o trovando il varco per passare. Il più sfortunato dei protagonisti dell'incidente era Jackie Stewart, il forte pilota scozzese della BRM, che si trovava affiancato a Denis Hulme: urtato dalla macchina di questi, volava diritto fuori strada contro una transenna di protezione che attenuava un poco la violenza dell'urto. Tuttavia la vettura di Stewart si sfasciava, e il corridore, semisvenuto, si accasciava sul volante, mentre dai serbatoi sgorgava, a fiotti... .il,. carbu;-. rante. A questo pùnto si inseriva un episodio di sportivissima solidarietà: Graham Hill, che era stato a sua volta coinvolto nell'incidente, ma che avrebbe potuto riprendere la corsa non avendo la sua BRM riportato danni di sorta, vedendo il giovane compagno di squadra piegato nel seggiolino, con la tuta ormai inzuppata di benzina, rinunciava a ripartire e, sceso di macchina, si slanciava a soccorrerlo, estraendolo dallo stretto abitacolo. Intanto, ai boxes, vedendo passare soltanto sette delle quindici macchine, si vivevano momenti di viva apprensione, mentre giungevano notizie contrastanti. Mancavano Clark, Stewart, Graham Hill, Bornier, Hulme, Siffert, Spence, Bondurant. Soltanto dopo parecchi mi¬ nuti si conobbe la verità, e più tardi ancora giunsero i primi particolari sull'incidente, attenuando alquanto le ansie di tutti. Se le conseguenze non sono state così tragiche, come poteva accadere, il fatto ha quasi del miracoloso. Tolto Stewart, infatti, nessun corridore aveva riportato il più piccolo danno. Stewart veniva subito avviato in ambulanza all'ospedale di Spa, dove 1 medici gli riscontravano un leggero stato di choc, la frattura di una spalla e l'incrinatura di una costola. Nella sfortuna, il corridore scozzese se l'è tolta relativamente a buon mercato. Può darsi che presto si possano rivivere nel film « Grand Prix » le fasi di questo memorabile incidente automobilistico, riprese da Phil Hill con drammatico realismo, g. s. La BRM di Jackie Stewart semisfasciata dopo l'uscita di strada a Francorchamps («Tel. a » Stampa Sera»)

Luoghi citati: Belgio, Francorchamps