L'Espanol guidato da Di Stefano sconfigge la Juventus per 1 a 0

L'Espanol guidato da Di Stefano sconfigge la Juventus per 1 a 0 Nel Trofeo città di Torino deludono le squadre bianconera e nerazzurra L'Espanol guidato da Di Stefano sconfigge la Juventus per 1 a 0 Questo Espanol che ci ha fatto visita ieri, ha una storia che è un po' simile a quella di diversi sodalizi italiani. Perché, più o meno, quello che avviene in Italia, avviene anche in Spagna. La storia della rivalità. Qui, da noi, Milano è rivale di Torino e di Roma, e laggiù fra gli iberici, Madrid è rivale di Barcellona. E proprio come da noi, anche nelle grandi città spagnole, v'è rivalità nella rivalità: come da noi assieme all'Internazionale v'è un Milan, ed assieme alla Juventus v'è un Torino, cosi a Madrid accanto al Real Club fiorisce un Atletico, ed a Barcellona, vicino al Barcelona — con una « 1 > sola come esige la grafia locale — vive un Espanol Una società dal passato grande e conosciuto, questa perché nelle sue file ha militato un guardiano della rete che risponde al nome di Ricardo Zamora, e milita, da qualche tempo, quell'attaccante di fama mondiale che si chiama DI Stefano. Questi è il più «internazionale» dei giocatori che esistano al mondo, perché ha giocato per le squadre nazionali dell'Argentina della Colombia e della Spagna. A dire la verità egli è italiano come famiglia e come origini. Figlio di nostri emigranti meridionali dopo essere stato con Pedernera uno dei più grandi attaccanti che l'Argentina abbia mai prodotto il Di Stefano prese parte alla clamorosa fuga in Colombia che scavò un grosso solco nel calcio argentino, poi venne !n Europa e si naturalizzò cittadino spagnolo, giocando per il Real Madrid. Quando venne col River Piate per le celebrazioni relative al disastro di Superga lo voleva — e non riusci ad averlo — il Torino. Il Di Stefano, dopo lunghi anni di servizio a Madrid, se ne venne — stizzosamente — allo Espanol di Barcellona e lì si sta avvicinando al termine della sua lunga carriera Mantiene il suo vecchio posto di centroavanti e, più che altro, quello del vero stratega della squadra Ha lasciato per istrada, molta della sua mobilità ma tecnicamente è sempre lui. Figura storica egli è stato uno dei punti di attrazione dell'incontro di questa Coppa Città di Torino. Il prossimo Campionato del mondo incide coi suoi prelievi di giocatori su tutte le compagini che possano fornire uomini alle diverse squadre nazionali Cosi anche la Juventus si è presentata questa volta in formazione rabberciata Il vantaggio di avere un uomo che effettivamente facesse da direttore-stratega del gioco si è fatto sentire I bianconeri hanno perduto questa partita molto perché hanno giocato male ed hanno buttato al vento le occasioni di segnare che si sono loro presen tate ma molto anche per la accorta condotta di gioco de gli spagnoli Non era la Juventus piena di brio, di slancio e di velocità che avevamo ammirato l'altra sera contro gli unghe resi della Selezione di Buda pest. L'undici era questa volta molto più lento, ed anche molto più abulico ed impreciso. Si presentavano due occasioni alla Juventus per acciuffare per lo meno 11 pareggio, ma il terzino Casati e l'ala Menichelli le mancavano entrambe banalmente. Fu alla ripresa che si ebbe modo di vedere quanto fosse abile la condotta di giuoco dei catalani. Niente di straordinario, in realtà ma molta prudenza e molta precisione nella distribuzione dei compiti. Di Stefano calmo e furbo, lo si trovava dappertutto dove era necessario. La serata era fresca e gradevole ma di pubblico ve n'era poco. Nel corso dell'incontro ognuno dei due contendenti fece entrare in campo un paio di sostituti. Il gioco non assurse mai ad un livello tecnico elevato Cosi la finale per il primo posto che avrà luo¬ go mercoledì sera, vedrà i bra siliani del Corinthians contrapposti ai catalani dell'Espanol. mentre per il terzo posto Juventus ed Internazionale dovranno sbrigarsela fra di loro. Vittorio Pozzo Juventus. Anzolin; Maglioni Casati; Sarti, Castano, Gori; Stacchini, Sacco, Traspedini. Cinesinho Menichelli. Espanol: Carmelo; Bergara, Riera; Iborra, Mingorance, Ramoni; Amas Re, Di Stefano Marciai. José Maria. Arbitro: Di Tonno di Lecce. Spettatori 5500; incasso 5 milioni.