In Assise i tre assassini dell'orefice di Villastellone

In Assise i tre assassini dell'orefice di Villastellone Uccisero per rapinare: rischiano l'ergastolo In Assise i tre assassini dell'orefice di Villastellone Fu uno solo a sparare sul gioielliere che, impugnata la pistola, si difendeva con disperato coraggio, ma tutti rispondono del feroce delitto progettato insieme, anche quello rimasto fuori a fare da "palo" - La reazione della vittima consentì la rapida cattura dei banditi: uno, ferito, si tradì due ore dopo alla stazione di Bra e portò presto ai complici n processo per la rapina dì Villastellone, conclusa con l'assassinio del gioielliere Franco Bottiero, 37 anni, di Novi Ligure, comincia oggi davanti la Corte d'Assise (pres. Luzzatti. P.M. Moschella, cane. Santostefano). Il delitto, accadde la sera del 14 dicembre 1964, verso le 18,40. A quell'ora una « 1500 » si fermò davanti al negozio del Bottiero: ne scesero due banditi, uno dei quali mascherato e armato di pistola, mentre, un terzo rimaneva sull'auto a motore acceso. Il bandito con la maschera, puntando l'arma, intimò: «Fuori i soldi >. Ma il gioielliere che, dietro il banco, stava riparando un orologio, estrasse una pistola e sparò alcuni colpi. Il rapinatore rispose al fuoco e colpì il Bottiero perforandogli il polmone sinistro. L'infelice cadde ma continuò a sparare contro i due che balzavano sulla «1500» in attesa. La tragica sparatoria durò pochi minuti. Quando giunsero i primi soccorritori il Bottiero era già morto. La caccia ai banditi fu immediata. Alle 20,20, nella stazione di Bra, un agente della «ferroviaria» notò un tale che zoppicava. Era Aldo Colombi, 30 anni, di Torino, residente a Cherasco in via Monte di Pietà 19. Disse dapprima d'aver subito un incidente stradale, ma poi fini per ammettere di aver partecipato alla tentata rapina di Villastellone: era ferito da una pallottola alla gamba, destra. Colombi non fece i nomi dei complici, ma li descrisse ed indicò l'abitazione di uno dei due, soprannominato «Ciccio ». Poche ore dopo furono arrestati Luigi Zìtoli, -24 anni, di Corate via Cottolengo 27 e il suo compaesano Cataldo Terrone, 26 anni, via Cigna 48 T tre vivevano di espedienti Il Colombi due giorni prima aveva proposto la rapina come un'impresa sicura e senza rischi e gli altri avevano accettato. Il mattino del 14 dicembre, con la «1100» del Terrone, erano andati a Villastellone a spiare la gioielleria del Bottiero, studiando le strade per la fuga. Tornati a. Torino, pranzarono insieme e poi il Terrone andò a rubare una «1500» in via Borgaro. La pistola andò a. prenderla Zitoli?" nella cantina di casa sua. Era una Beretta calibro 22, rubata dal Terrone circa un mese prima da un'auto in sosta. Terrone aveva l'abitudine di consegnare all'amico oggetti di provenienza sospetta: un paio di mesi prima, gli aveva portato sei radio per auto, provocando le rimostranze della fidanzata dello Zìtoli. I tre giunsero a Villastellone verso le 17,30, ma non agirono subito, attendendo che si facesse buio. Zitoli, mascherato, doveva immobilizzare il gioielliere mentre Colombi si sarebbe impadronito dei preziosi e del denaro. Terrone sarebbe rimasto fuori a far da « palo » sull'auto. Zitoli, ebbe qualche esitazione: «Non sarebbe meglio togliere il caricatore? ». Colombi lo zitti : « Allora a cosa ti servirebbe la pistola? ». Quanto accadde subito lo si è già narrato. La « 1500 » in fuga raggiunse poi la stazione di Sommariva Bosco, dove i tre si separarono. Il Colombi, ferito, prese il treno per Bra, nel tentativo di rifugiarsi nella sua casa di Cherasco. Gli altri due, anch'essi in treno, tornarono a Torino. La sera, in un bar di corso Regina Margherita, vendettero la pistola, per 6 mila lire, a Simone Carone, di Venosa, 36 anni, corso Principe Oddone 80. Le accuse per Zitoli, Terrone e Colombi sono di omicidio aggravato, di tentata rapina e di furto della «1500»: la pena prevista è l'ergastolo. I primi due debbono anche rispondere di detenzione e porto abusivo d'arma, mentre il loro amico Carone è stato incriminato, a piede libero, per commercio non autoriziato della pistola Cesare Crescio, proprietario della « 1500 », rubata è stato denunciato parche,' sull'auto, la polizia trovo"" un coltello di misure non consentite. Egli si difende affermando che si tratta di un tagliacarte. Il processo durerà almeno due giorni. Siedono alla difesa gli avvocati Geo Dal Fiume per Zitoli, Carlo Altara per Colombi, Giusto Astore e Franco Trebbi per Terrone. La moglie dell'ucciso, Paolina Bocca ved. Bottiero, 40 anni, che nel frattempo è tornata a Novi Ligure, con la sua bambina, si è costituita parte civile con il patrocinio dell'avv. Armando De Marchi. La donna era nel retro del negozio, con la figlia, quando i banditi entrarono. Riuscì a fuggire, ma lo spavento e il dolore di quella sera le provocarono una lunga malattia. Franco Bottiero era già stato rapinato una volta, pochi mesi prima della sua tragica fine. Per. questo si era procurato una pistola. Ha pagato con la vita un gesto di disperato coraggio Gino Apostolo sinistra: Cataldo Terrone, Luigi Zitoli e Aldo Colombi