Jimenez ancora in maglia rosa De Rosso è secondo a soli 43"

Jimenez ancora in maglia rosa De Rosso è secondo a soli 43" La brillante rimonta del ciclista venete Jimenez ancora in maglia rosa De Rosso è secondo a soli 43" Insieme con De Rosso anche Taccone, risale posizioni piazzandosi al 3 posto con un distacco di 58" - La maglia rosa ha perso 6" nei confronti dei favoriti: Motta (4°) è a FI7", Adorni (5°) a l'26", Balmamion (6°) a l'30", Zilioli (7°) a l'38", Gimondi (8 ) a 2'55", Anquetil (14°) a 4'34" Da uno dei nostri inviati Chianciano, lunedì mattina. Una tappa calma per oltre cento chilometri. Poi è scoppiata una violentissima «bagarre». E, alla resa dei conti, sul traguardo di Chianciano, due concorrenti soltanto hanno trovato motivo di essere pienamente soddisfatti. Due soltanto. Uno, Bariviera, ha vinto la volata conclusiva. L'altro — De Rosso — è giunto con la pattuglia di testa: il veneto è uno degli «outsiders> del Giro, ieri gli è riuscito di sorprendere i rivali e, in classifica generale, è passato dal sesto al secondo posto, il suo distacco dal « leader » Jimenez si è ridotto da 2'32" a 43". Anche Taccone è discretamente contento. Gli secca magari un po' d'aver perso una tappa, nella quale avrebbe potuto imporsi; ma, in compenso, pure lui è salito in graduatoria, l'abruzzese è terzo (da settimo che era) e 58" lo dividono dal gregario di Anquetil che vede cosi ridursi il vantaggio in modo piuttosto preoccupante. Tutto è capitato, si può dire, nell'ultima ora e mezza di corsa. Prima, poco o nulla di interessante aveva movimentato l'atmosfera, fiacca per un gran caldo estivo. AI raduno di partenza da Viareggio, parecchi tifosi avevano battuto le mani a Motta e ad Anquetil ed il francese aveva ringraziato a furia di sorrisi. Poi la carovana si era messa al piccolo trotto, chilometri e chilometri attraverso il dolcissimo paesaggio toscano percorso a venticinque all'ora, in un generale armistizio domenicale. Carlesi, costretto al « forfait» al «via> da Montecarto, tornato a casa, profittando del fatto che il Giro passava dalle sue parti, offriva da bere per tutti. Bitossi e Chiarini precedevano il gruppo, un «alt» d'obbligo fermava la comitiva. Un sorso di quel buono, lo scambio di auguri, la marcia riprendeva senza scosse. Di tanto in tanto, qualche allungo. Ma durava il tempo di annunciarlo per radio. Adorni bucava e nessuno lo attaccava, Anquetil si fermava un istante ma la calma continuava a dominar la scena. S'affacciavano alla finestra Lievore, Milesi, Mealli, Dancelli, Massignan e Stablinski, la fila si allungava, per ricucirsi subito. Le acque, però, si erano mosse. Scattava Polidori, il gregario di Taccone conquistava in breve un bel minuto di vantaggio. Lo acciuffavano in tre, Bariviera, Negro e Schiavon. Dal plotone uscivano Dancelli, Passuello, Taccone, Balmamion, De Rosso e Mugnaini. Adorni guidava la caccia e la pattuglia d: Balmamion veniva subito ripresa. La Molteni ritentava il colpo con Altig. Il solido tedesco arrivava a mezzo minuto dal quartetto al comando. Poi, dal gruppo si lanciavano all'offensiva in undici, trascinati da De Rosso e da Taccone. La strada saliva e scendeva, dai bordi della strada una folla enorme e festante faceva da cornice alla corsa. Il drappello di De Rosso piombava su Altig, tutti insieme raggiungevano Polidori, Bariviera, Negro e Schiavon. Sedici a guidare la corsa, i sedici diventavano quindici perché Altig aveva la sfortuna di forare. Sedici avanti, il gruppo aveva un sussulto: Adorni su un tratto in rampa lasciava la compagnia e Jimenez questa volta avvertiva il pericolo e gli era subito a ruota. Motta provvedeva in quattro e quattr'otto perché il gruppetto dei favoriti tornasse compatto. Ad occhio e croce, mancavano venti chilometri al traguardo e la tappa, da tranquilla che era stata, si trasformava in un autentico campo di battaglia. Il plotone si rlduceva ad una quin¬ dicina di elementi. Motta, che è in eccellente periodo di forma, proteggeva da vero campione il tentativo del suo compagno di squadra De Rosso proiettato all'offensiva. Fu una lotta breve, ma molto bella, una lotta che si concluse con l'affermazione di chi stava scappando. La corsa terminava su una delle tante collinette, prima dello striscione d'arrivo c'erano da superare un paio di chilometri di salita ed un paio di chilometri di discesa. In salita, De Rosso si buttò all'arrembaggio, di slancio conquistò cento metri, ma la rea¬ zione degli altri fuggitivi lo obbligò ad arrendersi. In discesa, a circa un chilometro dal traguardo, Portalupi cercò l'azione di sorpresa. Scappò via, ad un certo punto forse ebbe l'impressione di averla spuntata. Ma Bariviera gli rispose per le rime, ai cinquecento metri gli fu a spalla a spalla. Portalupi avrebbe dovuto rallentare al massimo, perché Bariviera è uno sprinter dallo scatto sicuro. Portalupi. in effetti, rallentò, ma non abbastanza. Taccone, suo compagno d'équipe, giunse nella scia dei due, ma ormai era tardi. Il portacolori della Sanson schizzò verso il facile trionfo, Taccone ebbe la possibilità soltanto di superare Portalupi, facendogli un segno di stizza, pasticcione che era stato, pasticcione ed inesperto. Primo Bariviera, dunque, un ragazzo che da due stagioni non gustava più il sapore della vittoria. Secondo Taccone e terzo Portalupi, entrambi ad un secondo. A due secondi Partesotti, Vicentini, Polidori, Fontona, Schiavon e Huysman. De Rosso a 5" con Battistini. Negro a 8". Mealli a 42" Jor- gen a l'14", Everaert a l'26". Poi i «grandi»: Bitossi sedicesimo a l'46", gli altri piazzati dal sedicesimo al ventinovesimo posto. Un po' più indietro Jimenez, la Maglia rosa, con un ritardo di l'54", lo spagnolo s'era lasciato intrappolare nelle curve che proiettavano sul corto rettilineo d'arrivo. Rapido far di conto per la classifica generale. Sempre in testa il gregario di Anquetil, che però sente il fiato di De Rosso (a 43") e di Taccone (a 58"). Il resto scalato sulle stesse posizioni del giorno prima, ciascuno con qualche secondo in meno di ritardo nei confronti di Jimenez. E un'atmosfera sempre tesa, poiché il Giro non si decide a svelare i suoi veri segreti. Si parla molto, in questo Giro, ci son cose che oggi sembrano evidenti e lampanti e che domani magari riceveranno solenne smentita, in un'altalena di voci, di supposizioni, di interviste, di indiscrezioni che altro non sono che la conferma di un interesse spinto al massimo limite. La posizione di Jimenez s'è fatta fragile. Anquetil ha dovuto prendere un boccone di fiato dopo la cavalcata a cinquanta all'ora di Diano Marina e spera evidentemente che la rivalità tra Gimondi e Motta finisca con il togliergli di mezzo due pericolosissimi rivali. I due giovani alfieri del ciclismo italiano hanno ingaggiato un duello personale, a testa a testa, e nessuno è in grado di prevedere come questo duello elettrizzante verrà risolto e nemmeno siamo poi tanto sicuri che Anquetil, da una simile rivalità, debba trarre notevoli vantaggi. Zilioli e Balmamion sono in attesa degli eventi, De Rosso e Taccone s'impegnano alla perfezione nel loro ruolo di « outsiders ». E Adorni sta dietro le quinte, è abilissimo a mai faticar un colpo di pedale più dello stretto necessario, a lume di naso è lui, di tutti i favoriti, quello che sembra star meglio, capace sempre di far cavare dagli altri le castagne dal fuoco. Tanti personaggi alla ribalta. Ed ogni tappa è buona per offrir il brivido dell'imprevisto. Oggi il programma annuncia: Chianciano-Roma, 226 chilometri. Monta e cala in principio, pianura nel finale. Gigi Boccacini Bariviera, felice per il successo ottenuto, alza entrambe multa che la giuria gli ha inflitto per il gesto consi le braccia. Poi pagherà la derato pericoloso (Telefnio)

Luoghi citati: Diano Marina, Roma, Viareggio