Sono stati subito rimossi in libertà Hanno detto: "Non ci rivedremo più»

Sono stati subito rimossi in libertà Hanno detto: "Non ci rivedremo più» II verdetto è giunto dopo 134 interminabili udienze Sono stati subito rimossi in libertà Hanno detto: "Non ci rivedremo più» Gli imputati hanno ottenuto il proscioglimento per insufficienza di prove dall'accusa di avere ucciso l'egiziano Farouk Chourbagi - La lettura della sentenza, avvenuta ieri alle 17,30, ha provocato un lungo e caldo applauso del pubblico - Claire e Youssef hanno avuto un attimo di smarrimento, poi sono scoppiati in un irrefrenabile pianto di gioia Il Pubblico Ministero presenta ricorso in appello Nostro servizio particolare Roma, lunedì mattina. Claire e Yussef Bebawi sono stati assolti per insufficienza di prove: la clamorosa sentenza è stata letta ieri pomeriggio alle 17,30 dal presidente della Corte d'Assise di Roma, dopo che gli otto giurati erano rimasti chiusi ventinove ore in camera di consiglio. Un lunghissimo dibattito fra i giudici ha dunque concluso questo interminabile doppio processo, che ha chiesto ben 134 udienze. Un applauso irrefrenabile, scrosciante, cui invano il presidente cercava di metter fine, ha salutato la lettura della sentenza. La scena che ne è seguita è stata indescrivibile: gente che piangeva, altri che gridavano, giornalisti delle agenzie che chiedevano a gran voce di poter passare per correre a telefonare la notizia. Gli imputati erano come pietrificati. Claire e Yussef Bebavvi sono stati scarcerati meno di due ore dopo la lettura della sentenza. Ognuno per conto suo sono andati in questura per le formalità di rito, ma non si sono visti. Entrambi hanno risposto ai giornalisti e si sono lasciati fotografare. Lui sembrava completamente felice; lei, parlando del proprio avvenire, è apparsa un po' malinconica. Poi se ne sono andari con i loro avvocati, ciascuno per la sua strada. I due coniugi erano accusati di omicidio premeditato doppiamente aggravato per aver ucciso a colpi di pistola e sfregiato con acido solforico l'industriale ventottenne Farouk Mohamed Chourbagi, anch'egli egiziano, trovato morto nel suo ufficio romano. Il giovane, figlio dell'ex ministro del Tesoro dell'ultimo re di Egitto, fu assassinato il XS gennaio 2.96/j. JSra stato per tre anni l'amante della Ghobrial, moglie di un ricco commerciante di cotoni. Due giorni dopo la scoperta del cadavere, i Bebawi furono rintracciati ad Atene e tratti in arresto. Consegnati all'autorità giudiziaria italiana, si difesero accusandosi reciprocamente dell'omicidio. La donna disse che era stato il marito, geloso e vendicativo, a spa-: rare e a sfregiare Farouk, mentre lei s'era rifugiata nel bagno dell'appartamento di via Lazio, dove si era'tncontrata con l'industriale poco dopo essere giunta da Losanna in aereo insieme al marito. Bebawi giurò sempre d'essere innocente. Era al corrente della relazione di Claire; s'era fatto musulmano per ripudiarla; ma nel pomeriggio del 18 gennaio — disse — non seguì la moglie nell'ufficio di Chourbagi, dove non entrò mai; la moglie verso le 18 lo raggiunse all'albergo e gli confessò subito di aver sparato. Questa posizione antitetica è stata mantenuta senza il minimo sbandamento dai due imputati, durante il lunghissimo processo. Qualcuno ritiene che il sistema difensivo sia stato suggerito ai coniugi egiziani da un avvocato greco molto abile, quando si trovavano ancora ad Atene. E' certo che il metodo ha funzionato egregiamente. II dramma è rimasto condizionato da un'atmosfera tesa e rarefatta, nella quale il conflitto fierissimo fra i coniugi ha toccato momenti allucinanti. Ma alla fine la civiltà del nostro diritto ha prevalso; l'antico monito « in dubio prò reo » ha rivelato l'immutabile sua validità; è entrato in gioco l'articolo lt79 del Codice di procedura penale che dice: « Se non risultano sufficienti prove per condannare, il giudice pronuncia sentenza di assohizione per insufficienza di prove ». Il dispositivo della senten- (Continua in 5° pagina) Claire Bebawi sorride felice all'uscita della Questura in compagnia dei suoi avvocati difensori Sotgiu (a sinistra) e Petrella (Telef. «A. P. » a «Stampa Sera»)

Persone citate: Bebawi, Claire Bebawi, Farouk Chourbagi, Farouk Mohamed Chourbagi, Ghobrial, Petrella, Sotgiu, Yussef Bebavvi, Yussef Bebawi

Luoghi citati: Atene, Egitto, Roma