L'imprevisto epilogo della gara

L'imprevisto epilogo della gara Imsmcì eli sa ss agi e tentativo di incendio L'imprevisto epilogo della gara (Segue dalla 1" pagina) hire altre, anziché rimontarle. Il pubblico, rassegnato, incominciava ad applaudire il Torino, si ricredeva sul conto di Meroni che era stato accolto al suo ingresso in campo con le ormai solite grida rivolte alla sua chioma ed ai buffetti. Restava da vedere come la squadra torinese avrebbe continuato dopo l'inizio efficace, e soprattutto era interessante seguire la prova dei giocatori che certamente non andranno col Catania in serie B: l'ala sinistra Facchin, che ha ingaggiato magnifici duelli con Polettl, il giovane interno Artico, il sempre forte Buzzacchera, il tenace Fanello. Al trentatreesimo minuto, però, l'arbitro espelleva Fantuzzi, il quale a centro campo aveva sgambettato Ferrini lanciato in avanti. 11 fallo era stato evidente, ma non «cattivo»: una entrata in ritardo da tergo come se ne vedono molte sui campi di gioco ogni domenica. Il signor De Robbio — con il tatto di chi entri ridendo in casa di un ammalato — non si accontentava di concedere il fallo e di ammonire il giocatore siciliano, ma con larghi gesti lo invitava a rientrare negli spogliatoi. Di colpo, sulle gradinate tutto cambiava. Il Torino veniva investito dalla reazione dei giocatori avversari, mentre dagli spalti cominciavano a piovere in campo oggetti di ogni genere. Dietro la porta di Vieri un fotografo veniva colpito alla testa da un sasso; arrivavano sulla pista atletica che circonda il terreno di gioco bottiglie, arance, altre pietre. I lanci si ripetevano non appena un giocatore si avvicinava alla linea laterale per effettuare una rimessa. I tifosi facevano la somma degli errori arbitrali commessi nella stagione a danno del Catania ed il totale li spronava a reazioni davvero spropositate a quanto stava accadendo sul terreno di gara, dove intanto il Torino cercava di non perdere la calma e controllava con efficacia la partita. L'atmosfera però si andava sempre più eccitando. Al 41' l'arbitro ammoniva Potetti per un fallo inesistente su Facchin. I tifosi vedevano in questo errore di De Robbio una prova dell'intenzione di rimediare al precedente sbaglio, e riprendevano i lanci con munizioni di genere sempre più vario. Il gioco si spostava sotto le gradinate popolari, dove il segnalinee, sfiorato da due scarpe lanciate dai gradini più alti, si rifiutava di restare al suo posto ed andava verso il centro del campo. Dalla parte opposta, Bolchi finiva a terra quasi k. o. per un proiettile (sasso o limone?) al capo, e l'arbitro con due fischi mandava tutti al riposo. Poteva essere soltanto la fino del primo tempo, ma in realtà si è appurato che De Robbio aveva considerato chiusa la gara al 43', con l'incidente a Bolchi. Sulle gradinate, intanto, il pubblico pareva essersi calmato, e si distraeva assistendo ad una gara di atletica nella quale il diciannovenne catenese Giuseppe Ardizzone migliorava il primato italiano juniores dei 2 mila metri con 11 tempo di B'25"5. Non si erano ancora spenti gli applausi per la presta¬ zione del mezzofondista, che le squadre rientravano in campo. De Robbio aveva deciso di far proseguire la gara, pur considerandola già chiusa, allo scopo di evitare gli incidenti prevedibili nel caso di una sospensione. Il Torino continuava a tenere in pugno la partita, forte anche della superiorità numerica. Al 18' Roberti atter¬ rava da tergo Moschino, proprio davanti alla panchina sulla qnale sedevano 11 trainar Rocco, il vice-presidente rag. Traversa, il medico sociale prof. Cattaneo, l'allenatore in seconda Marino Bergamasco e il massaggiatore Colla. Moschino aveva un gesto di reazione, Rocco accennava ad accorrere dalla panchina per aiutare il suo gio¬ catore a rialzarsi. Subito riprendevano i lanci dalle gradinate. Una granuola di oggetti vari cadeva sulla panchina granata, una bottiglia per fortuna finiva entro il secchio del massaggiatore. Era il segnale delle ostilità e l'arbitro invitava gli accompagnatori del Torino a spostarsi dietro la porta di Vieri. Ma anche dalla curva arrivavano sassi, limoni e bottiglie. In breve giocatori, arbitro e dirigenti si trovavano riuniti a centro campo, l'unico punto irraggiungibile dalle traiettorie dei proiettili, e De Robbio doveva dare il segnale della ritirata definitiva. SI assisteva ad un fuggi fuggi generale, mentre 1 tifosi bersagliavano ancora con una certa precisione il sottopassaggio. Ultimi ad uscire, Vieri e Vavassori, i quali saggiamente avevano atteso che sulle gradinate fossero esaurito le munizioni. Dopo l'uscita del giocatori, agenti e carabinieri — sfollagente alla mano — cercavano di rimettere ordine, tentavano di impedire che i più esacerbati completassero la distruzione di alcuni tabelloni pubblicitari. Sulla curva a sinistra delle tribune, però, alcuni scalmanati incendiavano un cumulo di cartaccia. Le fiamme si propagavano alle incastellature in legno. Il personale deUo stadio tentava di domare l'incendio servendosi di una manichetta attaccata ad una fontana ai margini del terreno di gioco, ma il tentativo risultava vano per la modesta pressione del getto. Era necessario l'intervento dei visiti del fuoco con una autobotte e dopo circa mezz'ora le fiamme che si avvicinavano aUa tribunetta sono state completamente domate. Il gesto è stato certamente spettacolare, ma I danni per fortuna non sono risultati ingenti. Mentre i giocatori si cambiavano — e mentre i dirigenti del Catania sì scusavano con gli ospiti e con l'arbitro, dopo essersi invano prodigati per calmare gli spettatori più agitati —, fuori dei cancelli la forza pubblica ricacciava nelle vie laterali i tifosi che attendevano l'arbitro. Ancora qualche lancio, delle grida, pochi colpi di sfollagente, poi la canna veniva ristabilita. Forse superfluo aggiungere che nessun danno è toccato ai giocatori del Torino ed all'arbitro. Per questa serie di clamorosi incidenti, sarà comunque il Catania a pagare con 1» squalifica dello stadio. La squadra dovrà quindi giocare quasi certamente in campo neutro le prime partite del prossimo torneo, in serie B. Bruno Perucca Nell'alto delle gradinate si scorgono le fiamme che si avvicinano ad una tribunetta

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