Resta in Italia per l'ottava volta la «Bermuda bowl» di Antonio Antonucci

Resta in Italia per l'ottava volta la «Bermuda bowl» Bridge a Saint Vincent Resta in Italia per l'ottava volta la «Bermuda bowl» Ammirazione per la nostra squadra che si è laureata ancora campione del mondo - L'ultimo scontro con i « professionisti » americani: quattro ore di gioco emozionante - Presto a Torino un torneo per bridgisti juniores DAL NOSTRO INVIATO Saint Vincent, lunedì mattina. Il 14° campionato mondiale di bridge al quale hanno partecipato l'Italia, il Nord America, il Venezuela e la Tailandia si è concluso ieri dopo l'ultimo combattutissimo incontro Italia-Nord America, durato circa 4 ore per 20 smazzate. Come avevamo già preannunciato sabato, la classifica finale è la seguente: 1) Italia con punti 8; 2) Nord America con punti 6; 3) Venezuela con punti 4; 4) Olanda con punti 2; 5) Thailandia con punti 0. Per ogni vittoria erano assegnati due punti. L'ultimo incontro Italia-Nord America non impensieriva nessuno, nemmeno il « capitano » della nostra squadra avv. Carl'Alberto Perroux. cl)e. abbandonata all'ultimo momento qualsiasi riserva, era andato alla pesca delle trote catturandone 16, tant'era tranquillo il suo polso per altrettanta tranquillità dello spirito. L'Italia affrontava infatti l'estremo «round» con un vantaggio di 77 «punti-match», ossia punti di smazzata. Data la potenza delle due squadre, un simile dislivello era praticamente incolmabile. Soltanto al secondo confronto fra Italia e Thailandia, l'Italia stravinse con un di più di 98 punti, ma la Thailandia rappresentava l'Asia e l'Asia non è bridgistamente preparata ad affrontare gli altri continenti. Essa ha avuto anche la disgrazia di avere ammalato, all'ospedale, il signor Gaan che era il migliore dei loro. E d'altronde, la Thailandia aveva già dichiarato in partenza di aver percorso i2 mila chilometri a scopo essenzialmente turistico. Malgrado il distacco, la squadra americana si è battuta con estrema bravura riducendo la sua distanza di 20 punti, quantunque avesse contro la coppia Benito Garozzo e Pietro Forquet, giudicata dai tecnici stranieri « la migliore del mondo ». Ricordiamo il nome degli altri italiani che si sono battuti tutti con estrema bravura: Walter Avarelli, Giorgio Belladonna (non diminuito da una crisi epatica). Mimmo D'Acelio e Camillo Pabis-Ticci. Vanno citati anche gli infaticabili organizzatori. Edoardo Ramella (presidente), Silvio Carini Mazzaccara, direttore di giuria contro il quale in 700 smazzate non si sono avuti che due reclami entrambi respinti per infondatezza. Giorgio Montanari del «Bridge-Rama». Federico Rosa, segretario e Max Tani, capo dell'ufficio stampa della Sitav, società, come al solito, generosamente ospitale. La squadra nord-americana era composta da Julius Rosenblum. « capitano » non giocatore. Philip Felrlesman, Robert Hamman, Lew Mathe, Eric Murray, Ira Rubin, Sammy Kehela. Dicono che tutti (o in maggioranza) siano professionisti del bridge, e cioè professori di bridge, attività tuttora ignota in Italia. Essi non saranno danneggiati dall'avere perduto questo torneo, poiché non si sono trovati tanto di fronte a un « sistema italiano » migliore di quello americano, quanto a una squadra infinitamente più affiatata della loro. Se gli americani hanno perduto per una differenza di due punti-partita, possono vantare di aver raggiunto il massimo come « punti-match », e preci samente 1497, contro 1449 del l'Italia, 1017 del Venezuela. 978 dell'Olanda e 897 della Thailandia. Ieri sera, nel salone delle fe ste del Casinò della Vallèe vincitori, vinti, amici e simpa tizzanti si sono riuniti in un pranzo di gala, alla fine del quale sono stati consegnati e cioè la « Bermuda Bowl » alla squadra vincente da conservare fino al prossimo campionato con sette piccole imitazioni per i singoli ed il loro capitano. In più una medaglia d'oro del Presidente della Repubblica, al Nord America una coppa offerta dal Senato italiano, al Venezuela una medaglia d'oro dell'on. Moro, all'Olanda una coppa d'argento del ministro Corona, alla Thal landia una bellissima grolla di Saint-Vincent. Nei discorsi, lodi al bridge e ai suoi fedeli che continuano ad aumentare. Ricorderemo in proposito che Torino sta or ganizzando un torneo dei bridgisti juniores, cioè fino ai 26 anni. I giovani dell'ultima ge nerazione tendono a spostarsi verso il bridge, con altero disprezzo per la canasta, cara invece alla generazione prece dente e che essi, in maggioranza, giudicano « stupida ». Pun ti di vista. I giovani bridgisti di Torino hanno consegnato una medaglia d'oro ai campio ni del mondo e al loro capitano. Antonio Antonucci