Folla e fiori per lo studente morto cadendo nella palestra

Folla e fiori per lo studente morto cadendo nella palestra Il tragico episodio al liceo Galileo Ferraris Folla e fiori per lo studente morto cadendo nella palestra Aveva 17 anni, figlio unico, il padre e la madre sono medici II preside dell'istituto e il professore di ginnastica spiegano come è avvenuta la disgrazia - Il pianto degli amici e dei compagni di scuola alla camera mortuaria delle Molinette La notizia della morte dello studente Giorgio Daneo ha suscitato profonda impressione e commozione, per il modo come egli ha perso la vita, e perché il ragazzo apparteneva ad una famiglia molto conosciuta e stimata. Giorgio aveva 17 anni, abitava in corso Matteotti 36, frequentava la 4» B del liceo Galileo Ferraris: una delle pagelle migliori. Era figlio unico. Il padre, prof. Vittorio, è reumatologo aiuto del prof. Robecchi- anche la madre, dottoressa Laura Sisto, esercita la professione medica. Abbiamo pubblicato nella seconda edizione di ieri la notizia della disgrazia: al mattino Giorgio era caduto nella palestra della scuola, aveva battuto la testa ed è morto dodici ore dopo per frattura del cranio e lesione cerebrale. Il preside del liceo, prof. Savio, e l'insegnante di ginnastica, prof. Cozzupoli, ci i hanno détto ieri come è avvenuto l'incidente. Ocoorre dire subito -tt a anche la famiglia Daneo desidera che questo punto sia precisato — che non vi sono responsabilità. Giorgio si esercitava da solo alla pallavolo, è corso verso la rete sostenuta da cavi d'acciaio. Trascinato dall'impeto e forse anche perché era miope, era finito contro la rete, che lo aveva respinto, gettato a terra. Sono incidenti che accadono di frequente: i ragazzi si rialzano e riprendono il gioco. Sabato mattina, invece. Giorgio non s'era rialzato. Era stordito, aveva il respiro pesante. Si era sforzato di parlare per tranquillizzare i compagni. Non si era pensato a una cosa grave. Soprattutto per misura prudenziale, Giorgio era stato trasportato al Mauriziano. Poco dopo erano giunti i genitori. E questo è un altro lato drammatico della vicenda: padre e madre al capezzale del figlio, entrambi medici, capivano che cosa stava accadendo, sapevano quello che non. potevano sapere i compagni del liceo, l'insegnante di ginnastica e il preside dell'istituto. E' tremendo, in queste circostanze, essere medici e capire, invece di illudersi e lasciarsi ingannare. Per ore il dottore e la dottoressa Daneo avevano seguito, oppressi dall'angoscia, le condizioni del figlio. Il polso che si indeboliva, le perdite di conoscenza, la fissità della pupilla avevano un tragico significato. Avevano deciso di portarlo alla clinica neurologica per sottoporlo ad intervento chirurgico. Giorgio è morto mentre lo preparavano per l'operazione. Ieri sono andati a trovarlo alla camera mortuaria delle Molinette i suoi compagni di scuola. Parecchi di loro si sono fermati sulla soglia: « Preferiamo ricordarlo com'ei a — ci ha detto qualcuno con occhi lucidi di lacrime —. Pieno di vita, esuberante, con un sorriso per tutti ». E' andato a trovarlo l'amico Ernesto Treves, 15 anni, di Milano. Era suo timoniere nelle gare a vela. Assieme avevano partecipato a concorsi nazionali e internazionali, vincendone molti. La loro 'mbarcazione — classe «flyng iunior» — si chiama « Laura », il nome della madre di Giorgio. « Dovevamo trovarci oggi a Milano — ci ha detto il Treves — per accordarci su una gara di domenica prossima». Finché ha potuto è rimasto vicino all'amico, poi è corso via con il pianto in gola e lo abbiamo visto singhiozzare su una panchina del corso. E' stato un viavai ininterrotto alla camera mortuaria. Molti fiori. Sono andati ragazzi, professori, amici dei genitori, medici. Ma padre e madre non li hanno visti, perché avevano gli occhi fissi sul loro ragazzo, un bel ragazzo. Occhi asciutti: quel dolore che non trova sfogo nel pianto e che spezza il cuore. Giorgio Daneo, con la sua imbarcazione «Laura»

Luoghi citati: Milano