Non sperino in premi alla Biennale i pittori che dipingono col pennello di Gigi Ghirotti

Non sperino in premi alla Biennale i pittori che dipingono col pennello La mostra veneziana e il trionfo del bianco Non sperino in premi alla Biennale i pittori che dipingono col pennello Agli artisti di quest'anno servono i detersivi, le lamette da barba (Fontana), i chiodi da nascondere sotto una candida tela, gli strumenti del carpentiere - Vedremo presto, nei concorsi di musica, premiato il pianista che spacca il pianoforte? (Dal nostro inviato speciale) Venezia, giugno. Confesserò d'avere avuto, sin qui, un'idea assai imprecisa del bianco: il bianco della neve,' il bianco della camicia di bucato, e così via. Il chiosco dove espone, nel recinto della Biennale di Vene- zia, il pittore Lucio Fontana! è di forma circolare, le pareti totalmente bianche. Ma d'un bianco così assoluto che al suo confronto arrossirebbe per la vergogna qualsiasi bucato. Su questo fondo sono disposti alcuni tabernacolini; bianchi, si capisce, ma assai più che il chiosco. Dentro ciascuno di questi tabernacolini si contempla una tela del Maestro, ch'è stato premiato, quest'anno, con il massimo riconoscimento dovuto a pittore italiano. Un bianco così credo si ottenga soltanto impastando la biacca con la calce viva, dopo energica lavatura nella candeggina. Debbo aggiungere che, su questo sancta sanctorum del bianco, piove dall'alto un'accecante luce di salina (il soffitto è di tela bianca). Orbene, nel cuore di queste tele si rimirano 1 tagli che l'artista vi ha inciso per lungo: tagli secchi, decisi, senza pentimenti, senza slabbrature. Armato di lama autentica Solingen. Lucio Fontana celebra, zac, zac, zac, l'apoteosi del-j l'arte gestuale. Gestuale, dal gesto: il gesto dell'ira creatrice, della violenza lirica. In questi tagli ognuno legge quel che crede: chi il sesso, chi una specie di carachiri della pittura, chi la protesta, chi la rivolta, chi lo spregio: per il mondo, per le sue pompe, per le sue commissioni giudicatrici. La commissione giudicatrice della 33" Biennale, ci ha visto la più alta espressione poetica dell'arte italiana contemporanea. Verdetto da accogliere con rispetto, ma vediamo un po' l'itinerario della commissione: nel recinto della Polonia espongono due artisti, Studnickl e Strazewsky. Il primo pittore, il secondo scultore. Studniekì gremisce di diavoli le sue tele, e son diavoli ben portanti, questo in frak, quello in tuta di lavoro, uno a mezz'aria, l'altro le gambe all'insù, e quasi tutti con il ghigno sulfureo, con il bidente, il piede forcuto, e le corna, è naturale. Anzi, trattandosi di diavoli d'oltrecortina, sono corna anche più rosse delle no strane. E Strazewsky? Zitto zitto at tacca alla parete quattro o chv que lastre di alluminio anodizzato, cioè bianchissimo. Sopra queste lastre, salda rettangoli ni di alluminio pure, e pure anodizzato: per concludere, abbiamo dunque bianco su bianco, solo animato dall'ombra che le superfici dei rettangolini proiettano sulla superficie del rettangolnne. Morale: a Strazewsky, la giuria attribuisce la menzione d'onore, a Studnickl nulla: al diavolo lui e tutti i suoi diavoli. Osserviamo V italiano Enrico Castellani: presenta cinque quadri, tutt'e cinque intitolati « superficie bianca >, e tutt'e cinque, Infatti, sono perfettamente bianchi, d'un bianco gessoso. Cambia la forma: e in ciascuno si scorge, a ben guardare, un'ombreggiatura, qual cosa come bugni e brufoli in emersione. Diresti che il pittore ha preparato l'opera, e s'è poi scordato di cominciarla, ma è, evidentemente, una grossa bestialità: l'opera, infatti, è bell'e finita, e anche assai bene. Dice il catalogo che il Castellani ha raggiunto «l'assolutezza della superficie monocroma, modulata soltanto da quei tipici rilievi .causati dai chiodilsottoposti alla tela... Uno dei mpriti di Quest'opera è nell'aver voluto e dovuto conservare l'impronta manuale pur nel rigore spesso assoluto della costruzione, pur nel rifiuto deciso della pennellata, del pittoricismo, d' ogni riferimento alle tecniche tradizionali ». Capito come si doveva dipingere quest'anno? Morale: al Castellani è andato il premio « Gollin » (500 mila lire) destinato a pittore italiano al di sotto dei 40 anni Sarà un discorso da profano, ma vorrei vedere se Pierino, rifiutandosi anche lui di metter mano alle tecniche tradizionali, consegnasse all'esame il foglio in bianco; e peggio finirebbe. Dio liberi, se in un raptus gestuale vi incidesse, per il lungo o per traverso, un taglio con la lama da barba rubata a papà In nessun concorso pianistico è stato mai premiato il pianista che non suona e figuriamoci se lo sa- rebbe chi spaccasse, per gmn- il pianoforte. fa, Ma questo non è un esame di Stato: è soltanto un pubblico concorso internazionale per pittori e scultori, ch'è finito con la vittoria di pittori che scolpiscono e di scultori che dipingono, magari con le nm- bre. Astrattisti, informali, veri- sti e surrealisti: tutti bocciati, come Studnickl. Un messaggio, mi sembra si leva da questaRiennale: pittori di tutte \etendenze spennellatorl domeni-cali, feriali e Infrasettimanali e voi pure, cosmici, nucleari, spaziali, che cercavate di spaventar la gente con immagini di apocalisse batteriologica e atomica! Non c'è più tempo da perdere, ripulite — se lo potete — le vostre tele, e ricominciate daccapo. Frese, torni, seghe, lanciafiamme, specchi rotti, specchi interi, bandoni, acrilici, vini liei, gesso, marmo artificiale, formica, luce al neon, sacchi di plastica del supermarket, ottoni, mollette d'orologio, glicerine, stucchi, bambocci di celluloide, tibie e teschi, pezzi di carpenteria e usci e scopattoli da gabinetto: tutto ciò che fa parte e tutto ciò che non ha mai fatto parte della bottega dell'artista, è stato adoperato nelle tremila opere che affollano la Biennale. Ma la commissione non ha avuto misericordia no incertezza: guai al pittore scoperto con il pennello o allo scultore con lo scalpello. Il ripudio delle tecniche tradizionali era di stretto rigore, e il bianco, come se la mano di Courrèges avesse guidato in■IIMIIMIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIMIIIIIIlllllllllllllinil stato ipnotico la giurìa, ha trionfato su qualsiasi altro colore. Vostro figlio ha predisposizione per la pittura, pastrocchia con pastelli, acquarelli, gessetti? Un consiglio d'amico: buttate via tutto, e dategli un buon detersivo. S'ispira ai grandi pittori del passato? Fuori della finestra quei libri. E fategli dare qualche lezione. Dal barbiere, si capisce. Gigi Ghirotti

Persone citate: Enrico Castellani, Fontana, Frese, Gollin, Lucio Fontana

Luoghi citati: Polonia, Studnickl, Venezia