Lettere e documenti di Cavour regalati al Museo di Santena

Lettere e documenti di Cavour regalati al Museo di Santena Altri cimeli del Risorgimento nella preziosa collezione Lettere e documenti di Cavour regalati al Museo di Santena Arrigo Olivetti ha donato tutte le sue raccolte - C'è un ricco epistolario cavourriano, sui problemi più gravi: dall'attentato Orsini al riordino del Mezzogiorno - Ci sono documenti come l'originale del «proclama di Moncalieri» E, in più, oggetti appartenenti alla contessa di Castiglione: testimonianze suggestive d'una storia «minore» Con un'intima cui parteciparono soltanto i componenti del comitato direttivo della «Fondazione Camillo Cavour » e alcuni studiosi, s'è inaugurata ieri mattina a Santena, nella meravigliosa cornice del grande parco ombreggiato d'alberi secolari, una nuova sezione del suggestivo Museo cavouriano affidato alle cure della dottoressa Maria Avetta, diligente, cerimonia, lappassionata e dottissima custode di questo incomparabile tesoro di storia patria. Il prezioso accrescimento delle raccolte di documenti relativi alla vita e all'opera del più grande artefice dell'unità italiana è dovuto alla generosità dell'avv. Arrigo Olivetti, il quale, «uomo di profonda cultura umanistica, di gusto raffinato » — come ha detto, caldamente ringrazian- Ritrattrt di Virginia Verasis, contessa di Castiglione, di M. Gordigiani. Il quadro è oggi nel museo di Santena dolo, la marchesa Margherita Visconti Venosta, presidente della Fondazione — e oculatissimo collezionista di cimeli storici particolarmente attinenti al periodo cavouriano. ha voluto donare al Museo quanto in lunghi anni di pazienti, e finanziariamente onerose, ricerche aveva messo insieme nella sua casa di Ivrea. Non è un piccolo dono. Si tratta di ben 163 lettere di Cavour a ministri, ambasciatori, deputati, personaggi politici e non politici vari, a generali, ammiragli; di un fitto carteggio dello statista con Carlo Boncompagni di Momhello (che con lui concertò il famoso ordine del giorno del 27 marzo 1861 che proclamava Roma futura capitale d'Italia); di altre lettere di minor rilievo politico ma di non scarso interesse umano, come lineile di Virginia Verasis di Castiglione a destinatari sconosciuti; di un telegramma di Vittorio Emanuele II a Napoleone III per le operazioni militari del maggio 1859; e di un gruppo di oggetti appartenuti alla bellissima contessa di Castiglione. Gli studiosi mieteranno particolarmente nel campo epistolare, con risultati ghiotti che potranno completare con qualche pennellata un quadro già largamente noto, perche con molte di queste lettere si fntra nel vivo di una vicenda che in certi momenti assume il ritmo di un canto epico Per esempio la lettera di Cavour al Boncompagni sulla tentata cattura di Max Zini; quella al marchese di VUlamartna a Parigi conseguente all'attentato dell'Orsini. E poi la lettera del 28 aprile 185!) che concerne il sospirato ultimatum austriaco (23 aprile); quella del 28 giugno sulla battaglia di San Martino; quelle al generale Fanti sull'impresa garibaldina nel regno delle Due Sicilie (21 settem bre: « Impedire gli sconfina menti dei garibaldini da Rieti' o da Prosinone») e sull'occupazione di Napoli Ma il visitatore di questo splendido museo che dovrebbe! inorgoglire ogni piemontese e| commuovere ogni italiano (el non possiamo dimenticare chef in grati parte lo dobbiamo aliai tenacia ed allo spirito organi/, zativo di Vittorio Viale), si soffermerà anche a leggere i manifesti e i proclami, nei fogli originali, donati dall'avv. Olivetti: quello di Carlo Alberto dell'8 febbraio 1848 per l'imminente promulgazione dello Statuto; quello celebre, «di Moncalieri ». del 20 novembre 1849. firmato da Vittorio Emanuele II ma scritto da Massimo d'Azeglio; il manifesto esui-' tante del sindaco d'Alessandria per l'arrivo al Quartier gene- j rale di Napoleone III il 12 magi g;o 1859, preludio al miracoloso! realizzarsi del geniale disegno cavouriano. E si soffermerà poi, forse con un'ombra di romantica malinconia, sulle memorie di una beltà femminile che non volle vedere il suo tramonto: di una donna delle cui benemerenze patrie, basate su imprecisati intrighi d'alcova, troppo si favoleggiò, ma che comunque lasciò ili sé un ricordo incancellabile perché la storia talvolta lia bisogno della leggenda: e anche d'una leggenda d'amore Non era un esempio di modestia la bella «Nicchia» di Castiglione C'è qui esposto, dono dell'OHvetti; il suo noto vezzoso ritrattino, squisita mi niatura del Winterhalter, che ella aveva chiuso in una cornicetta d'oro con inciso questo motto. < Je les ègale par ma naissance - le les stirpasse par ma tirante Je les juge par mon esprit » Cosi si rivolgevi allo dame, che alla corte di Napoleone III pensavano di ri l'aleggiare con il suo sangue, con la sua bellezza, col suo spi- mar. ber. ]I;| j