Il lavoro e le tribolazioni di una casa d'alta moda

Il lavoro e le tribolazioni di una casa d'alta moda CONFESSIONE D'UNA CELEBRE SARTA ITALIANA Il lavoro e le tribolazioni di una casa d'alta moda La signora « Biki » è uno tra i nomi più noti dell'* haute couture » italiana. Milanese, Incominciò ad interessarsi di moda fin dagli anni di liceo: poi continuò ad occuparsene con serio impegno professionale, e largo successo non solo in Italia. Alla signora « Biki » abbiamo chiesto di esporci il suo parere sulla moda e sul suo duro « mestiere ». In questo momento, tutti sognano estate e vacanze; ma i creatori di moda pensano all'autunno, all'inverno, e lavorano febbrilmente. Per chi? Se 10 chiedono spesso. L'alta moda — mestiere affascinante se mai ve ne fu, intossicante quanto la vita di teatro o il tavolo da gioco — sta diventando un lavoro difficile, accompagnato dal sospetto che la cosa di minor conto sia proprio la qualità del lavoro. Non molti anni fa, ai tempi del povero Jacques Fath prematuramente scomparso, il creatore di moda obbediva ancora a una orgogliosa purezza d'invenzione. Questa felicità creativa sembra già appartenere a un passato remoto. Un esempio varrà forse a spiegare come vanno le cose. In questi giorni, i grandi nomi della moda americana, Aldrich, Don, De La Renta, Friedlander, eccetera, hanno presentato ai loro compratori, esponenti di negozi in tutto 11 continente, le collezioni del prossimo autunno. Queste sono dichiaratamente ispirate, ma in gran parte riprese tali e quali, dalla collezione di Yves Saint-Laurent di set mesi fa. Gli stessi € trapezi », gli stessi cappottini alla marinara, le stesse trasparenze, paillettcs, righe orizzontali. Ciò potrebbe voler dire che Saint-Laurent aveva indovinato la direzione della moda. In realtà, aveva dovuto badare a compiacere, prirria di tutto, un importante . boss americano, escogitando qualcosa di abbastanza caratteristico da far sigla facilmente riconoscibile, pubblicitaria. Ne ha avuto in cambio: primo, un certo volume di acquisti da parte del boss stesso; secondo, l'appoggio di tutta la stampa più o meno legata al predetto, la quale gli decretò un trionfo, seguita, in questo, per un curioso fenomeno di osmosi, da buona parte dell'altra stampa. Non è detto, però, che il mio amico Yves avesse dato libero corso al proprio talento, seguendo i propri gusti. Né che fosse proprio quello il naturale sviluppo della moda. Ma, messo in moto un rullo compressore così potente, nulla ne modificherà la direzione. L'alta moda subisce l'influsso, come di questo, anche di altri fattori esterni. La sua cliente naturale è la donna elegante, di un certo tipo, uguale in tutto il mondo. Questa signora compera i modelli dai creatori, senza aspettare un anno per comperarli da terzi; ed anzi non sceglie quasi mai, nelle collezioni, i modelli che andranno presso terzi: possiede, in questo, un vero radar. La clientela di questo tipo è numerosissima; ma, con i rapporti di costo odierni, non basta, da sola, a far vivere le case di moda. Inoltre, è una clientela che predilige uno stile raffinato e sobrio, non ama allontanarsi troppo dall'uniforme, e adotta le novità con prudenza. Anche con questa, il creatore non può spingere a vette estreme la propria fantasia. Egli, dunque, combatte su due fronti, lavora tra l'incudine e il martello. Da un lato, l'inventiva vigilata e chic, che attira a vestirsi in Italia tante belle signore internazionali, che potrebbero benissimo vestirsi a Parigi o a Londra; dall'altro lato, le idee-choc che faranno notizia, che verranno riprodotte sui « figurini », che magari invoglieranno qualche compratore, chissà! Tra chic e choc, con un occhio ai sogni e un altro alla realtà, in mezzo a una ridda di meravigliosi tessuti italiani (ognuno dei quali ispirerebbe un modello), col cuore sospeso per le eventuali « camarille » che si possono creare, con la preoccupazione di come la penseranno il tale o la tale — e, infine, dimenticando tutto, preso nell'amore per il proprio mestiere — il creatore di moda, mentre tutti si accingono alle vacanze, prepara la sua collezione, per Roma. Manca meno di un mese alle sfilate. Roma aggiunge l'accento di uno spontaneo prestigio a ogni manifestazione. Ci si pensa con entusiasmo, e con terrore. Comincerà la bolgia dei ricevimenti, delle attrici o delle principesse da coinvolgere, delle giornaliste da non scontentare, di un po' di messa in scena da curare. Tanto lavoro, tanta passione. Speriamo, anche, tanti compratori stranieri: anche se non son loro a far quadrare il bilancio. E, a proposito, come quadra il bilancio di una casa di alta moda? Mistero. Biki Alcuni modelli della collezione '66-'67 di Biki disegnati particolarmente per ricevimenti e cocktails d'affari imiiimimiillilimillii i ■ i f 111 ■ 11 11 ■ 1111111 ■ 1111 ■ 1111111111 ■ 11111 ■ 111111 it 11 ■ 11 < 1111111 ■ 11 ' 1111 ■ i ■ i 111111 r 111 ■ 1111111 ■ 111111 i r 111111 11 iiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Aldrich, Friedlander, Jacques Fath, Milanese

Luoghi citati: Italia, Londra, Parigi, Roma