E' lo stesso gas che terrorizzò e uccise i soldati della prima guerra mondiale di Angelo Viziano

E' lo stesso gas che terrorizzò e uccise i soldati della prima guerra mondiale E' lo stesso gas che terrorizzò e uccise i soldati della prima guerra mondiale Il cloro ebbe ad acquisire la sua più triste rinomanza quando, durante la prima guerra mondiale, certi suoi composti vennero largamente usati come primi aggressivi chimici, impiegati inizialmente sotto forma di nubi sospinte dal vento sulle trincee avversarie. Se ne divulgò, pertanto, l'azione terribile irritante e caustica sulle mucose e sulla pelle, ma particolarmente l'effetto soffocante. C'è ancora chi ricorda l'azione asfissiante del fosgene (ossicloruro di carbonio). Altri rammentano forse quella lacrimogena del cloroacetifenone. Ma lasciamo queste antiche tristezze di suoi derivati. Il cloro, comunque, è un gas tossico che si distingue per il suo colore giallo-verdastro, e dall'olfatto è individuato già in diluizione di cinque parti su un milione di aria; della quale è più pesante. E' un gas avido di idrogeni e perciò disorganizza i tessuti animali e vegetali aggrediti. Il rischio della sua intossicazione esiste in varie la¬ vorazioni industriali, per cui ovviamente sono sempre predisposte misure precauzionali severe. Nel campo del lavoro si può trattare, però, piuttosto di forme morbose tendenzialmente croniche, per piccolissimi ma ripetuti frequenti contatti. Ed allora i quadri clinici sono di svariata foggia e non comportano rischi letali. Caratteristiche dell'intossicazione cronica sono, ad esempio, certe alterazioni dentarie e la cosiddetta «acne da cloro», che un po' assomiglia alla comune acne volgare. Altre volte si arriva a cefalee, insonnia, vertigine, congiuntivite, oppure bronchiti croniche o anemia Ma quel che è pertinente dell'avvenimento d'oggi è l'intossicazione acuta; la quale vi configura un vero infortunio collettivo, che ha varcato 1 confini del campo del lavoro per sovrastare una intero popolazione nelle ore del sonno Se il vento non cambiava quella nube di vapori di cloro avrebbe potuto agire proprio come quelle delle vecchie trincee. Difatti quando avviene l'inalazione di forti concentrazioni di tate gas la morte arriva per soffocazione con rapidità. Allorché, invece, si tratta di concentrazioni minori il colpito avverte un intenso bruciore agli occhi, lacrima e non tollera la luce, mentre è colto da un senso di soffocamento, ha tosse violenta e spasmodica, ed accusa disturbi nel deglutire. Eppoi il quadro sintomatologico tende ad aggravarsi rapidamente. Entrano vomiti mucosi e sanguinolenti, la voce si fa fioca, sempre più difficile e penoso il respiro, e cianotico diviene l'aspetto del poveretto. E via via. secondo i casi, col peggiorare delle condizioni respiratorie si affaccia il dramma dell'edema j polmonare, un'invasione, cioè, negli alveoli dei polmoni di liquido sieroso trasudato dai vasellini capillari sanguigni. Tralasciamo ovviamente altri particolari. A questo punto è facile comprendere la possibilità di un collasso cardio-circolatorio. Ma quel che non si deve ignorare da parte d?i soccorritori è che talora l'insorgenza dei fenomeni morbosi non è così tumultuaria e violenta. Anzi, la sintomatologia immediata appare modesta, tonto da trarre in inganno e infondere serenità prognostica, eppoi, passate più ore, sin'anche dodici, ecco là le allarmanti manifestazioni respiratorie. Conclusioni da trarre per il profano/ La prognosi nei primi giorni di malattia va cautamente mantenuta riservata e la vigilanza sui pazienti non distolta troppo presto Pure si sappia che l'intossicato da cloro è comunque un essere fragile, che va soccorsa evitandogli sin da principio qualsiasi sforzo. Va messo subito in riposo asso(ufo. fisico e psichico. La comune respirazione artificiale pub riuscirgli dannosa, aggravando eventuali lesioni polmonari intervenute. Il resto è gran compito dei centri moderni di rianimazione. Angelo Viziano