Un film contro la guerra nel Giappone del medio evo

Un film contro la guerra nel Giappone del medio evo JSUI^X^O « O H J£ I« AI O Un film contro la guerra nel Giappone del medio evo «Viva Grìngo»: storia italo-tedesco-spagnola ambientata nell'America degli Incas (Romano) — La regola del torpore cinematografico estivo ha pure le sue eccezioni, e ciò per merito di qualche esercente di buon gusto. Ecco, per esempio, questo Onibaba che reca la firma del regista giapponese Kaneto Shindo, disce-, polo di Mizognchi e autore dell'/solo nuda. Ambientato nei Giappone medievale, dilaniato dalle guerre intestine, Onibaba esprime una condanna della guerra attraverso a un'esemplare parsimonia di mezzi. Due donne, una capanna, un pozzo e un immenso canneto su cui ondeggia il vento, sono bastati al regista per rappresentare un mondo ricaduto, per colpa della guerra, negli istinti ferini della fame, della violenza e del sesso. Una suocera e una nuora, nell'assenza del loro uomo andato a combattere, provvedono a se stesse tendendo trappole a guerrieri di passaggio, di cui gettano i cadaveri in un pozzo e rivendono le spoglie in cambio di pochi sacchetti di miglia Torna dalla guerra un loro vicino, Hachi, e annunzia che il loro congiunto è morto: perché la giovane vedova non si consolerebbe con lui? La vecchia si tende, ammonisce in più modi la nuora a non ce dere al diavolo; disposta, se necessario, a soddisfare lei stessa le brame del reduce; ma tanto altruismo (che denota il timore di perdere la sua compagna, di rapine) non fa presa sulla giovane che tosto diventa l'amante di Hachi. Che fa allora la suocera? Per guastarle la festa si mette sui volto la maschera d'un samurai ucciso e d'improvviso le si para davanti riempiendola di terrore e dì rimorso, ma dopo non molto, con l'aiuto dello scettico Hachi, il trucco del fantasma è scoperto, e la maschera, spaccata, a. colpi di martello, scopre il volto della vecchia ridotto a poltiglia sanguinolenta. Come furie le donne s'inseguono nel canneto, andando a precipitare nello stesso pozzo dove gettavano le loro vittime. Peccato che Onibaba (che si può tradurre « Le assassine >) sia. il film di un virtuoso dell'immagine, col difetto costituzionale della frigidità; una frigidità che s'investe senza scrupolo delle più melodrammatiche truculenze di linguaggio. Abbiamo pertanto immagini di pregnante bellezza che si con¬ dannano a movimenti falsi e\ri più falsi dialoghi; un cinema calligrafico sposato a un cinema granguignolesco, secondo quella che potrebb'essere una formula di salvataggio commerciale per il cinema giapponese, notoriamente in crisi. Ma coi suoi ben gravi ditetti, con la sua maldestra imitazione del più violento Kurosa.wa. Onibaba. resta pur sempre un'opera d'autore con tocchi splendidi, fra i quali è da mettere la maschera infocata, della giovane attrice Jitsuko Yoshimura, ben coadiuvata da Nobuko Otowa (la suocera diabolica) e da Kei Sato. * * (Nazionale) — Per quanto di produzione italo - telesco - spagnuola, lo scope a colori V/t-a Gringo non sembra, come d'uso, girato in Europa, bensì in America del Sud dov'è inquadrata la vicenda. I protagonisti sono un re degli Incas, Haukarapura, disdegnoso della corona e perciò ucciso dai sudditi; e un bianco, Jaguar detto Gringo, che viceversa salva la pelle, pur essendo condannato dal suo nemico Gambusino a finire tra le fauci spalancate di due coccodrilli enormi. Siamo dunque nel solito infantile giro di avventure più o meno salgariane; ma esse sono ravvivate da qualche pittoresco tocco di regia (Georg Marischka) che, unito allo sfondo esotico, dà al film un suo piccolo accento personale. Guy Madison è Jaguar; sono con lui Rik Battaglia, Geula Nuni, Fernando Rey, ecc. vice

Persone citate: Fernando Rey, Georg Marischka, Gringo, Sato

Luoghi citati: America, America Del Sud, Europa, Giappone