I marittimi inglesi respingono ogni compromesso: «Sciopero a oltranza» di Mario Ciriello
I marittimi inglesi respingono ogni compromesso: «Sciopero a oltranza» Drammatico inasprimento della crisi I marittimi inglesi respingono ogni compromesso: «Sciopero a oltranza» I sindacati chiedono l'immediata riduzione della settimana lavorativa da 56 a 40 ore - Gli armatori disposti a concederla entro il 1968 - La commissione d'inchiesta nominata dal governo ha proposto di attuarla entro un anno - I marittimi rispondono: « Su queste basi non si può trattare; continueremo a lottare fino alla vittoria » (Dal nostro corrispondente) Londra, S giugno. Il < Sindacato della gente di mare * ha duramente respinto, a un'ora soltanto dalla sua pubblicazione, la formula di compromesso proposta dalla « Corte d'inchiesta > per risolvere il conflitto tra marittimi e armatori. Lo sciopero è giunto oggi al ventiquattresimo giorno e William Hogarth, il segretario della * Union », ha ripetuto stasera che i suoi uomini « combatteranno ad oltranza* lino al «trionfo della loro causa ». Più temilo passa, più la lotta s'inasprisce e s'estende. Ieri, il leaders dei marittimi si erano!rivolti ai sindacati di tutto il mondo chiedendo un boicottaggio internazionale di tutte le navi britanniche. Contemporaneamente, avevano esortato le «Unions» inglesi a boicottare le navi straniere usate adesso per quei trattici costieri prima svolti da mercantili nazionali. « La crisi è gravissima*, ha detto stasera il ministro del Lavoro Ray Gunter. Egli ha convocato separatamente armatori e marittimi ma le riunioni sono state infruttuose. Non si sono neppure fìssati altri incontri. L'ostile atteggiamento assunto dalla «Union» verso i suggerimenti della Corte d'inchiesta » sembra distruggere, almeno per ora, ogni possibilità di compromesso. Interrogato dai giornalisti sulle conclusioni della « Corte d'inchiesta», William Hogarth ha dichiarato: « E' impensabile una riapertura dei negoziati su tali basi. Tutti i 1,8 membri della nostra direzione sono unanimi in questo giudizio ». Frattanto, le esportazioni s'accumulano nei porti: i prezzi salgono e s'ingigantisce il danno per tutta l'economia. La «Corte d'inchiesta», nominata da Wilson, aveva iniziato la sua attività nove giorni or sono, e in questo brevis simo periodo è riuscita a prò durre una « relazione provvi soria » sulle cause immediate dello sciopero. Si occuperà, adesso, con più calma, delle condizioni di lavoro nella marina mercantile. Presiede la «Corte » lord Pearson, un alto magistrato. Collaborano con lui Hugh Clegg, docente a Oxford di problemi industriali; Ste- phen Broun, vice-presidente della «Confindustria» britan-l nica; e J. O'Hagan, presiden-j te dell'esecutivo della «Confe-lderazinne sindacale». L'inda-1 gine si è concentrata sulla | llllllllllllllllllllllllllllllllllllllMIIIIIIIIIIIIIIIIIIII i , i a i o l a i a a il principale rivendicazione dei marittimi, quella per la riduzione della settimana lavorativa da 56 a 40 ore. La «gente di mare* vuole subito questa riduzione: ma gli armatori obiettano che, se attuata, equivarrebbe a un aumento nelle retribuzioni di ben il 17 per cento, e questo dopo una serie di miglioramenti concessi nel '65, pari a circa il 14 per cento; gli imprenditori propongono invece dì alleggerire la settimana in tre fasi, 48 ore adesso, 44 nel '67, 40 nel '68, un processo che corrisponderebbe complessivamente a un aumento del 13 pero!cento. l e o e i a l i e e . i » a a , i e h e i o . i e a i d - La « Corte d'inchiesta », riconosciuta la validità di certe istanze dei marittimi, suggerisce una soluzione intermedia: 1) Riduzione della settimana lavorativa in due sole fasi: 48 ore immediatamente; 40 fra un anno. E' un'equa proposta. In altre parole, i marittimi vedrebbero diminuire subito il loro orario e, nel 67, conseguirebbero l'ambita mèta delle 40 ore. 2) 11 periodo annuale di ferie dovrebbe essere esteso da 36 a 39 giorni. La « Corte d'inchiesta » propone pure un « taglio » agli straordinari, per cui, tutto compreso, il suo piano accrescerebbe le remunerazioni dei marittimi del nove e mezzo per cento nel biennio 66-67: cinque quest'anno, quattro e mezzo nel successivo. Anche questi incrementi, come quelli offerti dagli armatori, superano il livello massimo annuale indicato dalla « politica dei redditi », il tre e mezzo per cento: ma è ormai chiaro che il governo sarebbe disposto ad approvarli pur di veder terminare lo sciopero. In un comunicato ufficiale, il ministro del Lavoro Ray Gunter ha detto stasera: « A giudizio del governo, l'accettazione delle proposte avanzate dalla Corte d'inchiesta porterebbe alla soluzione dì una grave, complessa e difficile disputa ». La « politica dei redditi », la cui attuazione si sta rivelando assai più ardua del previsto, contempla « casi eccezionali :> e ammette aumenti superiori al tre e mezzo per cento a categorie chiaramente mal retribuite. I marittimi ricevono, sulle centomila lire e al mese, -l Scomparsa la prospettiva di -j negoziati, un'unica previsione -lè stasera possibile: lo scio-1 pero s'inasprirà. La «Union» | ha cominciato oggi le consul¬ tazioni con gli altri sindacati britannici e con la «Federazione internazionale dei lavoratori dei trasporti » per mettere in atto lo «.• risoluzioni » concordate ieri dal suo esecutivo. Si chiedono tre drastici boicottaggi: 1) Boicottaggio di «tutte le navi con bandiera britannica, in Inghilterra e in tutto il mondo ». Alcuni sindacati stranieri — gli scandinavi, ad esempio — hanno deciso di accogliere l'appello. Se applicato da tutti i sindacati internazionali, le navi inglesi non potranno caricare nei porti stranieri merci e viveri destinati a quest'isola. 2) Boicottaggio di « tutte le navi straniere che operano lungo la costa inglese >-. Sono questi i mercantili — in maggioranza belgi, olandesi e norvegesi — che, dall'inizio dello sciopero, hanno preso il posto rielle navi inglesi nel piccolo cabotaggio attraverso il Mare del Nord e la Manica. 3) Boicottaggio di « tutte le petroliere in arrivo o in partenza con a bordo petrolio usualmente portato da navi britanniche*. Il ministero dell'Energia ha smentito stasera le notizie secondo cui sarehbe imminente il razionamento della benzina: «Le scorte sono sufficienti», ha detto. Possibili, invece. il prossimo inverno riduzioni nell'erogazione dell'elettricità, causa il diminuito afflusso di carbone alle centrali termoelettriche. Mario Ciriello
Persone citate: Hugh Clegg, Pearson, Ray Gunter, William Hogarth
Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Oxford
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