I nuovi proiettori allo jodio migliorano la visibilità notturna

I nuovi proiettori allo jodio migliorano la visibilità notturna Un importante contributo ai problemi stella sicurezza I nuovi proiettori allo jodio migliorano la visibilità notturna II fascio di luce è bianchissimo e molto più profondo che con i tipi tradizionali - Si vede meglio anche con gli anabbaglianti - Un particolare processo chimico-fisico all'interno della lampadina assicura una maggior durata e ne impedisce l'annerimento - Per ora il sistema è applicabile sulle vetture con doppi fari In questi ultimi tempi si è più che mai parlato di sicurezza, in particolare di quei requisiti tecnico-costruttivi già in atto o allo studio sulle automobili per ridurre la loro pericolosità in caso di incidenti, o almeno contenere le conseguenze di questi. Si è discusso sui provvedimenti di sicurezza « attiva » e di sicurezza « passiva » : i primi riguardanti le qualità dinamiche del veicolo (tenuta di strada, precisione di guida, pneumatici, freni, eccetera), gli altri la struttura, la visibilità, il comfort, la soppressione di parti contundenti interne, le cinture di sicurezza. Entrambi i gruppi sono importanti, nessuno degli accorgimenti prima citati è meno valido degli altri; se tuttavia si' considera da un lato la costante tendenza ad aumentare le velocità massime (e quindi di crociera) dei veicoli, e dall'altro le crescenti difficoltà di circolazione che condizionano la velocità stessa, sono particolarmente bene accetti i progressi che in misura più diretta influenzano i fattori umani della guida. In questa direzione ci pare molto importante la recentissima novità introdotta da un'antica fabbrica specializzata in dispositivi di illuminazione notturna sugli autoveicoli: i proiettori con lampade allo jodio. L'adozione di questo sistema, di cui accenneremo subito il principio, è stato suggerito dai molto più elevati valori di illuminamento rispetto alle lampade tradizionali con filamento al tungsteno (che tra l'altro diminuiscono di efficienza nel tempo per il progressivo annerimento del bulbo); la lampada allo jodio emette una luce « fredda » e bianchissima, con un fascio di luce che iliumina la strada fino a quasi 350 metri (il 40 per cento in più nei confronti di un proiettore convenzionale) con le luci di profondità, e fornisce con quelle di incrocio (anabbaglianti) un fascio di luce molto uniforme sia in centro che ai lati della strada e più allargato in prossimità della vettura. I proiettori allo jodio sono costituiti da uno speciale contenitore con particolare trattamento della superfìcie riflettente, da una lente caratterizzata da una apposita prismatura e dalla lampada allo jodio che ne costituisce la parte fondamentale. Questa lampada possiede un filamento di tungsteno al centro di un bulbo di quarzo contenente gas inerti immessi sotto una certa pressione, e un vapore di jodio. Il filamento percorso dalla corrente elettrica raggiunge una temperatura di circa 3000 gradi, mentre il bulbo arriva agli 800 gradi: la differenza di temperatura determina il ciclo rigenerativo che è caratteristica delle lampade allo jodio. Infatti l'elevata temperatura del filamento provoca una vaporizzazione delle molecole di tungsteno (che si depositano sulle pareti più fredde della lampada) e la dissociazione in atomi delle molecole del gas di jodio; a questo punto i due elementi si combinano in joduro di tungsteno, gassoso, che torna a spostarsi verso il filamento dove il tungsteno si deposita, mentre gli atomi di jodio si riportano verso il bulbo per iniziare un nuovo ciclo. In termini elementari, si ha una « ricostruzione » automatica del filamento, che per questa ragione ha una maggibre durata e costanza del flusso luminoso. Quest'ultimo è di intensità quasi doppia di quello emesso dalle normali lampade, e fornisce valori di illuminamento soprendentemente elevati sia con le luci di profondità che con quelle di incrocio. Lo abbiamo potuto lungamente constatare in una serie di prove pratiche notturne, su autostrada e su strade normali. In particolare, dato che con gli attuali volumi di traffico le luci di profondità non si utilizzano che per brevi periodi (con i proiet- tori Carello allo jodio, quando è possibile « spalancarli », sembra di essere in pieno giorno), ci sono apparse prerogative di grande interesse la luce anabbagliante larghissima e molto uniforme, con netto rilievo della zona di illuminamento sulla destra (fascio asimmetrico) nonché, nel passaggio dalla luce di profondità a quella di incrocio, il ridotto « salto di illuminamento », che normalmente rappresenta una fase critica per gli occhi del guidatore, costretti ad assuefarsi rapidamente a questa caduta di luce. Per ora, i proiettori allo jodio ■— regolarmente omologati — sono adottabili soltanto sulle vetture a doppi fari. Questo perché non è ancora possibile costruire lampade con due filamenti, o inserire due lampade nella stessa parabola senza compromettere la corretta proiezione del fascio di luce. Pertanto, uno dei proiettori è soltanto a luce di profondità, l'altro a luce di incrocio. Secondo la regolamentazione vigente, il collegamento elettrico dei proiettori allo jodio deve essere realizzato in modo che quando si fa uso della luce di profondità devono essere accesi tutti e quattro i proiettori. In questo modo, il calore emesso dalla lampada impedisce, d'inverno, la formazione di ghiaccio o il deposito di neve, per cui all'atto del passaggio in luce di incrocio questa conserva la sua piena efficienza. La limitazione del nuovo sistema alle vetture dotate di quattro proiettori non attenua l'importanza di questa novità ai fini di una maggior sicurezza nella marcia notturna; intanto sono molto diffusi i modelli a quattro proiettori (soltanto tra quelli italiani|citiamo le Fiat 1300-1500 e 2300 berlina, le Lancia Fulvia e Flavia di tutti i tipi, le Alfa Romeo Giulia 1600, Giulia Super e 2600) ; I e a dimostrazione dell'efficienza dei proiettori Carello allo jodio basterà ricor- montati sulle Ferrari Sport e Prototipo scdare che sono quest'anno I tr In conclusione, ci pare sia questo uno dei più concreti contributi all'assillan te problema della sicurezza realizzati negli ultimi tempi. Ferruccio Bernabò Con i nuovi proiettori allo jodio per autovetture, la luce abbagliante, molto bianca, raggiunge la profondità massima di quasi 350 metri, cioè il J/0 per cento in più delle sorgenti luminose di tipo convenzionale

Persone citate: Carello, Ferruccio Bernabò, Giulia Super