Rasputin impersonato dall'interprete di Dracula

Rasputin impersonato dall'interprete di Dracula SULLO SCHERMO Rasputin impersonato dall'interprete di Dracula "Assassinio sulla Costa Azzurra": giallo francese • "Danger dimensione morte": Jean Marais agente segreto (Astor) —- Ogni tanto il cinema d'urto si sente attratto dall'occhio magnetico di Rasputin, come da una fonte naturale di brividi. Non per nulla l'odierno Rasputin il monaco folle, scope a colori, è diretto e interpretato, rispettivamente da Don Sharp e Christopher Lee, due specialisti dell'* horror film ». Nessun tentativo di spiegare e inquadrare storicamente la figura del fatale impostore, qui presa per se stessa, nelle componenti spettacolari dell'arroganza permeata di malocchio, della ciurmerla, della sensualità e d'una cotal forza demoniaca espressa dalle manacce sudicie, dal barbone di capro, e da un'impostatura simile a quella del burattinaio Mangiafoco in « Pinocchio », Presentato il personaggio con una prima guarigione seguita da uno stupro, il copione 10 manda a Pietrogrado a far prova d'ipnotizzatore sulla bella Sonia, dama di corte della Zarina, mercè la quale egli entra nel Palazzo d'Inverno, guarisce lo Zarevitch (da un male da lui provocato), conquista la fiducia dell'augusta madre, e attinge l'agognata potenza. Poi la ruota gira al contrario. Sbarazzatosi dì Sonia, Rasputin incappa nell'agguato tesogli dal fratello di lei e dall'amico Ivan e muore avvelenato coi cioccolatini ma non senza aver dato estreme prove della sua straordinaria, funesta vitalità. Fuori d'una certa cura scenografica, non c'è altro da apprezzare in questo film * nero » e già manifestamente cestivo», che concilia la tematica del vampiro col ritratto scheletrico e burattinesco del famigerato « uomo di Dio ». |, p. * * (Doria) ■— Tre morti soltanto nel poliziesco francese Assassinio sulla Costa Azzurra (« Les bras de la nuit », Bcritto e diretto da Jacques Guymorit). 11 primo apre il film precedendo ì titoli di testa: si tratta dell'ispettore di polizia Landais, uccisosi dopo aver dettato al magnetofono un circostanziato e rapporto » che fa da filo conduttore alla vicenda, e spiega, giustificandolo, il perché del proprio suicidio. Incaricato d'indagare sulla scomparsa d'un facoltoso affarista farabutto, provvisto di bella amante e sdegnoso della moglie pronta a ricambiarlo « au pair », Landais è portato a sospettar di costei quale assassina. E' la verità, che la donna smentisce. Ma fra lei e il poliziotto nasce un sentimento inatteso, che impedisce al funzionario irretito di compiere ii proprio dovere anche quando la colpevole non esita a confessargli dove e come ha soppresso il marito. Landais, anzi, si prodiga a scagionarla, arrivando a diventare criminale egli stesso (di qui il terzo morto) per evitarne l'incriminazione. Tacere il seguito è doveroso allo scopo di non guastare la suspense dell'epilogo. Il film, in bianco e nero, ha qualche attrattiva di racconto, una certa fermezza nel disegno dei caratteri, e mira a convincere non solo con l'esposizione dei fatti ma anche con la raziocinante giustificazione di essi. Danielle Darrieux è l'ancor seducente assassina; Roger Hanin l'investigatore che, peggio per lui, non resiste a tal seduzione. * * (Ideal) —A cinquantatré anni suonati Jean Marais, protagonista di Danger dimensione morte («Train d'enferà, di Gilles Grangier), dà dei punti ai più giovani colleghi come investigatore segreto e come uomo di gomma nel distribuire e ricevere cazzotti. Al solito il film, in scope a colori, va avanti a base di zuffe, sparatorie, attentati: Marais ha il suo da fare come avversario impavido d'una banda criminale scatenata contro un emiro in missione europea e avvantaggiata dalla collaborazione d'uno scienziato tedesco costruttore di un apparecchio che emette raggi mortali. L'investigatore, ovviamente, ha la meglio su tutti. Soggetto e realizzazione di serie; unica donna la bella Marisa Meli, svelta a passare, al momento opportuno, dalla parte sbagliata a quella giusta. vice

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