Temoni a Linosa, Lampedusa, Pantelleria povere isole, sperdute nel Mediterraneo

Temoni a Linosa, Lampedusa, Pantelleria povere isole, sperdute nel Mediterraneo Mancano di acqua - A Linosa quella portata con ie navi militari costa 100 lire il litro - Il pesce è abbondante, ma non sanno a chi venderlo e neppure come conservarlo, perché non ci sono frigoriferi, in quanto non c'è elettricità - Il listro annuncia un primo aiuto di un miliardo e mezzo • La principale soluzione per queste terre sta nel turismo, ma occorrono attrezzature idonee gli abitanti hanno chiesto pressantemente l'acqua potabile. In queste isole non ne esiste una goccia. Il sottosuolo vulcanico è arido e secco, ogni famiglia raccoglie la scarsissima pioggia annuale in cisterne sigillate come casseforti. Altri depositi del comune conservano l'acqua piovana, ma ne cade pochissima. L'acqua arriva con navi militari che ne portano J/00 mila tonnellate l'anno, ha sapore di cloro; ogni litro costa più di 100 lire. Taviani ha annunciato stamane a Pantelleria — dorè ha concluso la visita — che nell'isola sarà costruito un grande deposito idrico e un impianto sperimentale per trasformare il vapore delle fuma- role vulcaniche in acqua potabile mediante la condensazione. In seguito verranno realizzate a Pantelleria, Lampedusa e Linosa centrali per la desalinizzazione dell'acqua marina. Il solo progetto per Lampedusa richiede almeno $50 milioni di lire. Ma dopo, ogni litro di acqua prodotta costerà meno di SO centesimi. A Linosa i 426 abitanti, malgrado siano in mezzo al Mediterraneo, non vivono di pesca. Da quando nel 1830 i loro antenati colonizzarono l'isola, allevano vitelli che poi vendono a Lampedusa. « Abbiamo trecento animali — dice il delegato comunale La Russa — ma non sappiamo come sfamarli e dissetarli. Le bestie nei periodi magri divorano le pale dei fichi d'India». Il reddito annuo per ogni linosano è di 50 mila lire. « Non mangiano mai carne — dice il dott. Tommaso Paino, ufficialmente medico condotto di Linosa, ma in realtà missionario —, mangiano solo pane e pasta. Talora un po' di pesce. Qui non c'è verdura né frutta. A Linosa non sanno che cosa sia la televisione, i giornali ?ion arrivano, a Lampedusa ricevono più facilmente la televisione maltese di quella italiana. A Linosa sono in costruzione la scuola, un silo, una centrale termoelettrica perché sinora l'elettricità non c'è, molte famiglie però sfoggiano modestissimi lampadari. Iter abbellire le misere '•ase. Con l'energia elettrica si aprono altri orizzonti. Sarà fatto anche un porticciolo: «Forse potremo fare i pescatori — dicono a Linosa — quando potremo lasciare le barche al sicuro durante le frequenti tempeste e avremo un efficiente frigorifero per il pesce ». Adesso l'unica cella frigorifera è il mare. C'è molto pesce, ma nessun compratore. « Noi speriamo sempre che sul batteilo bisettimanale da Trapani ci siano dei clienti. Nell'attesa che arrivi la nave, appendiamo le prede più grosse ad uncini e le caliamo in mare perché stiano al fresco ». Il più delle volte cernie e spigole restano per sempre in mare. « Ieri ne ho gettato via duecento chili. Eppure chiedevo appena 100 lire il chilo ». dice un pescatore. L'on. Taviani ha ascoltato, e ha indicato a questi isolani una via sicura: il turismo, la «seconda industria nazionale». Il decollo economico di queste zone estreme d'Italia è legato alla realizzazione di opere indispensabili. A Lampedusa occorre un piccolo aeroporto che permetta serrisi aerei regolari. Ora ci arrivano soltanto, per prelevare i malati urgenti, i velivoli del soccorso aereo, che sono costretti a scendere in mare (se non è in burrasca). La costruzione della pista di 1S00 metri è stata avviata in questi giorni dal Genio militare. Sta sorgendo il sospirato ospedale, che servirà anche a Linosa. Oltre al turismo un'altra prospettiva di sviluppo esposta stamane da Taviani a Pantelleria è la «rotta del petrolio». i|I grandi porti già ora sovraccarichi in avvenire saranno riservati alle superpetroliere, dirottando le cisterne più piccole su scali minori, fra i quali Pantelleria, che è esattamente al centro del Mediterraneo. L'ente petrolifero di Stato vi sta costruendo, in previsione, depositi di carbu- tante ma per ora a Pantelle-^ria cè solo una rada dalla;jquale i battelli anche granitif,, nt,t\*,t\ t, il mt.i, or.tf,r, ti, fuggono ad ogni soffio di mae strale. Il nuovo porto servirà anche a realizzare le enormi PO«rf-|bMita turistiche che Pantelle-,ria racchiude in Potenza. GliI83 chilometri quadrati della,\sua superficie sono> verdeggiali-ti di macchia mediterranea, di'. pini, capperi, vigneti ohe pro-lducono il famoso Zibibbo. Una j società italo-francese ha co strutto il primo villaggio alberghiero, di stile arabo. L'on. Taviani in questo giro dedicato soprattutto alle isole dimenticate ha parlato esclusivamente di acqua, di elettricità, di porti e aeroporti, di scuole e ospedali, di strade e di turismo. « Prima di venire — ha detto — ho messo in pratica il proverbio della mia Liguria che dice: "Metà consigli e metà denari ", Ora che le opere sono cominciate, sono venuto ». Il governo ha stanziato per queste isole un miliardo e mezzo. Lamberto Fumo i Temoni a Linosa, Lampedusa, Pantelleria povere isole, sperdute nel Mediterraneo (Dal nostro inviato speciale) Pantelleria, 23 maggio. Cinquemila italiani che abitano nelle isole di Linosa e Lampedusa, più vicine alla Tunisia che alla Sicilia, hanno visto ieri per la prima volta un ministro in persona dopo 106 anni dall'unità nazionale. <s. Il governo è venuto a trovarvi dopo molti anni, un po' troppi », ha esordito il ministro dell'Interno Taviani a Linosa ed ha spiegato di essersi deciso al viaggio nel 196ì, quando la popolazione delle due isole unite in un solo comune si rifiutò compatta di votare per •i richiamare l'attenzione del Paese sulle nostre disperate condizioni ». Al ministro venuto da Roma Da un secolo, mai un uomo di governo le aveva visitate ni iiiiiiiimiiiiiiiiiiimi minili imimimmimmmii iiiiiiiiiiiiiiiiimii 50 100 150 200

Persone citate: La Russa, Lamberto Fumo, Taviani, Tommaso Paino