Gimondi: «Questa volta ho sbagliato io» Anquetil: «Visto che non ci sono trucchi?»

Gimondi: «Questa volta ho sbagliato io» Anquetil: «Visto che non ci sono trucchi?» I commenti dei due principali protagonisti Gimondi: «Questa volta ho sbagliato io» Anquetil: «Visto che non ci sono trucchi?» (Dal nostro inviato speciale) Genova, 20 maggio. Felice Gimondi ha fornito, a sue spese, la più eloquente smentita dell'esistenza di un accordo fra lui e Anquetil. Il bergamasco, subito dopo la conclusione della tappa, è andato via arrabbiatissimo, sottraendosi alle domande dei giornalisti e dei telecronisti. Soltanto più tardi, in albergo, ha accettato di discutere la sua sconfitta di oggi, alternandosi Io scoramento e lo spirito di reazione nel tono delle sue risposte: « Ammetto — dice — di avere sbagliato a non chiedere il cambio della bicicletta. Forse avrei risparmiato gli attimi necessari per consentirmi di sventare l'attacco di Anquetil e di Motta. Ma lutto è accaduto così in fretta che non mi sono nemmeno reso conto di quel che è successo. La gomma è scoppiata e si c afflosciata di colpo, io mi sono lasciato sfilare in coda, sono scesa di bicicletta e d'istinto ho tolto la ruota, aspettando che. Fantinato mi desse la sua. Abbiamo perso attimi preziosi, Pezzi ha cercato di recuperare al massimo infilandomi la ruota buono in un lampo, ma intanto si era scatenata la hot taglia. « Ho dovuto fare un grosso sforzo per rientrare nella seconda metà del gruppo e poi continuando il mio inseguimento praticamente con la sola collaborazione dei miei bravissimi compagni di squadra, non ho potuto che cercare di limitare i danni. Andavo fortissimo anch'io, ma in bicicletta ci sono dei limiti oltre i quali non si può andare ». « Pensi che la situazione per te sia gravemente compromessa.' ». < Appena arrivato lo pensavo senz'altro. Adesso invece credo che la conseguenza più grave per me sia il minuto e mezzo che mi lui ripreso Anquetil, il quale per me resta sempre l'avversario numero uno. Degli altri mi preoccupo meno. Verrà anche per loro la giornata di scalogna che c capitata prima ad Anquetil e poi a me. Comunque adesso mi so regolare. Prima potevo avere un po' di ritegno ad attaccare apertamente un connazionale in difficoltà. Adesso invece non guarderò più in faccia nessuno. Se mi capiterà l'occasione, cercherò di restituire la botta spietatamente, a chi tocca tocca ». Jacques Anquetil non ha troppi commenti da fare alla sua riscossa: « Come mi sono lasciato stupidamente sorprendere nella giornata iniziale, così ho cercato di sfruttare adeguatamente la prima occasione offertami per rimediare. Chi pensava a colpevoli accordi tra me e Gimondi ha dovuto fare ingloriosamente marcia indietro. Felice resta il mio avversario principale ed il fatto di aver recuperato metà del distacco che avevo da lui, mi induce a considerare il futuro coni minore pessimismo. Chissà, forse mi sono sbagliato, quando ho detto che il Giro per me era finito... ». Nell'ambiente della squadra di Anquetil si è vissuta una mezz'ora di ansia per il presunto furto della bicicletta di Jimenez. Arrivando al traguardo la Maglia Rosa l'aveva affidata a qualcuno per scendere a bere una « minerale ». Non era più riu¬ scito, nella confusione, a trovare l'occasionale custode della sua macchina. Diradatasi un po' la calca sul rettilineo di arrivo, i meccanici della Ford hanno trovato subito l'ignoto tifoso, che era impaziente di restituire una bicicletta di cui non sapevo proprio cosa fare. Gianni Pignata

Luoghi citati: Genova