Gimondi fora e perde 1'36" a Genova su Anquetil, Motta e sugli altri assi

Gimondi fora e perde 1'36" a Genova su Anquetil, Motta e sugli altri assi EMOZIONI IN SERIE NELLA TERZA GIORNATA DEL GIRO D'ITALIA Gimondi fora e perde 1'36" a Genova su Anquetil, Motta e sugli altri assi L'incidente nei pressi di Finale - Il vincitore del Tour di Francia non è stato pronto nel cambiare la bicicletta e nel condurre l'inseguimento - Subito il francese e Motta ne hanno approfittato trascinandosi nella scia Adorni, Zilioli ed altri cicMsti - And reo li ha vinto la tappa - Jimenez giunto con i primi resta Maglia rosa - Immutata la classifica generale per i migliori (salvo Gimondi) - Oggi la Genova-Viareggio Eccezionale media: 48,828 sui 120 chilometri della tappa (Dal nostro inviato speciale] Genova, 20 maggio. Mugnaini, di professione ciclista, e Bartolozzi, suo direttore sportivo, hanno evidentemente avuto un'impressione sbagliata, quando, nella prima tappa del Giro, si sono lasciati indurre a credere ad un accordo segreto tra Anquetil da una parte e Adorni e Gimondi dall'altra. E' bastato un episodio per far crollare il castello di carta di troppo fantasiose supposizioni. Oggi, nella Diano-Genova, che tutti anticipavano come una semplice marcia di trasferimento con l'inevitabile successo di un velocista, Gimondi ha messo piede a terra per una foratura, Motta l'ha visto ed ha lanciato l'allarme e ventiquattro uomini, spronati per l'appunto dall'esempio di un formidabile Anquetil, si sono buttati a capofitto nella mischia. L'attacco è stato violentissimo, la corsa è filata via ad una media sensazionale, di 48,828 chilometri all'ora, che supera ogni record precedente mai stabilito in qualsiasi gara, e, alla resa dei conti, la malaugurata foratura è finita con il costare a Gimondi un ritardo di 1 minuto e 36 secondi nel confronto dei battistrada. Sarà bene dire subito che, nell'eccitato ambiente del Giro — un Giro singolarmente nervoso che tira avanti alla garibaldina, scosso dal vento di cento polemiche — subito sono sorte animate discussioni, qualcuno infatti si chiede se Anquetil abbia agito in modo molto chic, nello scatenare l'offensiva profittando di un attimo di mala sorte di uno dei suoi rivali. Ciascuno, naturalmente, è libero di restar della personale opinione, ma chi stasera critica Anquetil (magari di menticando di accomunare Motta nella stessa accusa), stamattina alla partenza scuoteva il capo imputando al francese la colpa di aver ormai considerato come chiusa la partita, magari disposto ad aiutare taluni italiani in cambio di un pari aiuto in occasione del Tour. Il compito del normanno come del resto era facilmente prevedibile, è delicato e difficile e le circostanze della corsa, con quei tre minuti persi nella prima tappa, obbligano Jacques ad approfittare di ogni occasione. L'ambiente si è cosi arroventato che nessuno, meno che mai un grande favorito in notevole ritardo, può permettersi il lusso di concedere più o meno graziosi regali agli avversari. Adorni e Pezzi sono stati simpatici nelle loro dichiarazioni: «E' stato uno sgambet- rttrnnScefdMmddtvegatto della sfortuna, Anquetil e|iMotta ne hanno tratto profitto. Il Giro è lungo, la sorte, per vecchia esperienza, non sta sempre dalla stessa parte. Oggi ha dato una mano ad Anquetil e a Motta, domani potrà aiutare uno di noi». Sgombriamo il campo dalle chiacchiere, che tanta importanza acquistano di giorno in giorno e restiamo alla cronaca In programma c'erano 120 chilometri,' di pressoché completa pianura sul bordo del mare e tutti si attendevano una veloce sgroppata, magari con una fuga risolutiva, fuga messa in atto da una pattuglia di sprinters. La tappa, effettivamente, ha rispettato le previsioni per una quarantina di chilometri, fin cioè nei pressi di Finale, con parecchi tentativi, sempre smorzati dalla reazione del gruppo, poi, al chilometro 40, Gimondi metteva piede a terra per Io scoppio di un tubolare. Gimondi, ad evitar sorprese, pedalava nelle posizioni di testa, inutile cercar di mascherare la disavventura. Motta ed Anquetil scattavano come furie, trascinandosi a ruota: Demson, Balmamion, Zilioli, Dancelli, De Rosso, Taccone, Adorni, Manza. Basso, AndreoIi, Normans, Sartore, Lievore, Graczyck, la maglia rosa Jimenez, Fontona, Da Dalt, Boons, Milesi, Thielin, Anni e Fontana. Via a cinquanta all'ora, via a pigiar sui pedali con ritmo incredibile. Gimondi, nell'ansia del momento, pasticciava un po', avrebbe potuto cambiare al volo la bicicletta prendendo quella di un gregario ed invece cambiava soltanto la ruota con quella della bicicletta di Fantinato. Pochi attimi, questione di secondi. Ma, quando Gimondi risali in sella, il drappello di testa era già lontano, duecento, trecento metri. Ancora una parentesi di esitazione per organizzar l'inseguimento. Tiravano, naturalmente, quelli della Salvarani, davano qualche cambio gli atleti della Filotex e delia Legnano. Davanti, nel frattempo, Anquetil guidava la danza con spavalda energia. Motta lo appoggiava. Gli altri aspiranti al trionfo mion, osservavano una specie di atteggiamento cauto, quasi di non belligeranza. Non rifiutavano i cambi, non rompevano cioè il ritmo di Anquetil e di Motta. Ma non si impegnavano allo spasimo. Stavano alla finestra, così come ha detto Zilioli all'arrivo. La situazione avvampava del- iinale, tra cui Zilioli e Balma la fiammata di un interesse spasmodico. Sul cammino della tappa fu una furibonda rincorsa generale per cronometrare il distacco tra la pattuglia di Anquetil e di Motta ed il gruppo di Gimondi. Vado (km. 62): 30". Savona (km. 68): 35". Vai-azze (km. 80): 52". Cogoleto (km. 86): 40'. Arenzano (km. 91): 33". Voltri (km. 98): 46". Pegli (km. 101): 55". Gimondi, ad un certo punto, s'era avvicinato, poi il peso della caccia l'aveva caricato di un greve fardello ed intanto, al comando, Anquetil ancora forzava l'irrefrenabile ritmo. Dieci chilometri all'arrivo: l'IO". Otto chilometri all'arrivo: l'20". S'era ormai in città, la corsa affrontava la lunga traver¬ sata di Genova. Della prima pattuglia, avevano ceduto Manza, Sartore ed Anni. Motta e Dancelli, in azioni successive, cercarono di prendere il largo. Disco rosso, niente da fare, soluzione allo sprint. Trionfo di un giovane, Andreoli, su Adorni e Nolmans. Il tempo di scambiar quattro chiacchiere con Anquetil e con Motta, il tempo di ricordare che Andreoli è veneto, ha 23 anni, è stato campione mondiale dei dilettanti nella 100 chilometri a squadre e secondo- alle olimpiadi di Tokio nella stessa specialità. Irrompeva il gruppo di Gimondi: i'36" di ritardo in classifica: Jimenez sempre in maglia rosa, ancora seguito da. Motta a l'23". Gimondi, dopo la disavventura, è ottavo a 3'01", Anquetil continua ad essere a 4'40", il che vuol dire che, a favore di Gimondi, è ri masto soltanto l'39". L'interesse aumenta. Domani quarta tappa, Genova-Viareg gio. 241 chilometri con due col li per il Gran Premio deila Montagna, il Bocco (metri 956, al chilometro 68) e la Cisa (metri 1089, al chilometro 146) Vita dura. Anzi, se continua questo caldo, vita durissima Gigi Boccacini Ordine d'urrivo della DianoMarina-Genova di km. 120: 1) Andreoli km. 120 in ore 2 27 27" (media km. 48.828); 2) Adorni; 3) Nolmans; 4) Dancelli; 5) Basso; 6) Graczyk; 7) Boons; 8) Fontana; 9) Da Dalt; 10) Motta; 11) Zilioli 12) Taccone; 13) Lievore; 14) Anquetil; 15) Balmamion; 16) Fontona; 17) Jimenez; 18) De Rosso; 19) Milesi; 20) Denson tutti con il tempo di Andreoli. 21) Deferm a l'34"; 22) Hon drechts id.; 23) Marcoli (a l'36") che bat te il gruppo comprendente Gi mondi e Bitossi. Classifica generale: 1) Jime nez in 8.1.T56"; 2) Motta a l'23"; 3) Adorni a 132"; 4) Balmamion a l'36"; 5) Zilioli a l'44"; 6) De Rosso a 2'32"; 7) Taccone a 2'51"; 8) Gimondi a 3'01"; Maurer id.; 10) Bitossi a 3'15"; 11) Preziosi a 4'05"; 12) Anquetil a 4'40". Jacques Anquetil impegnato alla testa del gruppo dopo la foratura di Gimondi .ili Andreoli vince a Genova