La Stampa - Consultazione Archivio

Il film di Pasolini in «prima» a Torino SULLO «Oli 15 K? .M <) Il film di Pasolini in «prima» a Torino (Romano) — Bene accolto al Festival di Cannes, Uccellacci e uccellini di Pier Paolo Pasolini ha avuto sulle nostre colonne un'ampia recensione di Leo Pestelli. In quella nota critica si rilevava come, sotto la sembianza del « divertimento » o della « comica », l'ultima opera cinematografica di Pasolini risulti diffìcile, a più piani: una filza di parabole apologhi fioretti cuciti dalla presenza di Totò e del giovane Ninetto Davoli. un attore non professionista alla sua prima estemporanea e divertente prova di interprete. Ai due, che raffigurano padre e figlio, il regista affida il compito di simboleggiare la vecchia umanità che cammina sulle strade del mondo Un corvo parlante, che si dichia ra « marxista di prima della morte di Togliatti », s'accom¬ pagna alla coppia di viandanti in funzione di favolista sociale e porta al film l'episodio più bello, quello degli stessi Totò e Ninetto mutati in fraticelli francescani con l'incarico, ricevuto dal Santo, di convertire gli uccelli dopo averne Iappreso la lingua. I fraticelI li riescono a imparare il linI guaggio dei pennuti, ma non I convertono ì rapaci, uno dei quali dilania un passerotto. Dopo questo rustico e aggraziato inserto il film si riporta ai nostri giorni, con il corvo che continua a indottrinare i viandanti presi in altre esperienze, a conclusione delle quali essi sacrificheranno il corvo chiacchierone. I pregi poetici bilanciano le I manchevolezze della pellicola la confusione in essa palese tra ispirazione e ideologia, le j distrazioni del regista nell'este¬ tismo delle immagini improvvisate, che tuttavia più volte si riuniscono e si consolidano in frammenti di buon cinema, grazie anche alla valida collaborazione di Tonino Delli Colli, direttore della fotografia in bianco e nero. vice