Casalinghe, mondariso, persino lo spazzino facevano iniezioni: soltanto l'ostetrica era disoccupata di Luciano Curino
Casalinghe, mondariso, persino lo spazzino facevano iniezioni: soltanto l'ostetrica era disoccupata Sconvolta la tranquilla vita di una frazione novarese Casalinghe, mondariso, persino lo spazzino facevano iniezioni: soltanto l'ostetrica era disoccupata Otto denunce a Lumellogno per «abuso di professione» - La vicenda sollevata dall'ostetrica del paese (unica autorizzata a praticare le «intramuscolari») che non riusciva più a trovare clienti -1 denunciati sostengono che non chiedevano compensi - «Abbiamo incominciato a fare punture ai familiari. Poi quando ci hanno chiamato gli amici non potevamo dire di no» - La legge però lo vieta - Rischiano sei mesi di reclusione (Dal nostro inviato speciale) Novara, 19 maggio. Si impara a Lumellogno, frazione di Novara, che un padre non può fare un'iniezione al figlio, un marito non può farla alla moglie e viceversa. Nessuno che non sia medico o infermiere — può fare iniezioni agli amici, ai vicini di casa 0 alla gente del proprio villaggio. Se lo fa, rischia sei mesi di reclusione o 200 mila lire di multa. Lumellogno è un quieto paese tra le risaie, con meno di duemila abitanti: otto sono denunciati per «abuso di professione ». Hanno fatto iniezioni, ma non sono né medici né infermieri, sono casalinghe, pensionate, mondariso, tra di loro c'è anche lo spazzino. Per dieci anni l'ostetrica del luogo, signora Angela Martelli di 1,0 anni, ha visto parecchi di loro andare frettolosi nelle case degli ammalati e avevano la scatola della siringa e la boccetta dell'alcool. L'ostetrica Martelli prende cento lire per iniezione. Una tariffa ragionevole, tuttavia la clientela è esigila. La maggior parte di quelli che devono essere curati con < intramuscolari » va Co almeno andava fino a ieri) da imo degli abusivi. « E io pago le tasse » protesta la signora Martelli. I giorni scorsi è andata a lagnarsi al sindacato ostetriche di Novara, che ha presentato un esposto alla Squadra di polizia giudiziaria dei carabinieri. C'erano i nomi di nove abusivi e si chiedeva l'intervento dell'autorità « affinché abbia a cessare tale pratica ». Perciò a Lumellogno, borgo che non ha mai avuto cronaca nera, sono arrivati i carabinieri e c'è stata grande curiosità e un po' di apprensione. 1 denunciati sono stati interrogati a uno a uno. Erano soprattutto donne di mezza età, vigorose ed energiche come sono di solito le donne capaci di fare le iniezioni. Nessuna ha negato di avere « fatto punture », qualcuna ha mostrato una certa fierezza: « Mi chiamano perché sono molto brava e ho la mano leggera ». Dagli interrogatori è risultato che uno dei denunciati non è « abusivo ». E' la signora Tersilla Invernizzi di 62 anni, che ha mostrato un diploma d'infermiera. < Ecco, io posso fare le iniezioni. Di solito prendo 60 lire». Tuffi gli altri hanno negato di percepire denaro, soltanto la pensionata Adalgisa Sacchetti, 56 anni, ha ammesso che qualche volta è stata ricambiata con un pacchetto di biscotti. «Facevo le iniezioni alla mia povera mamma — ha detto — Poi sono stata chiamata dai vicini e non potevo dire di no». E' la storia di quasi tutti gli altri: hanno incominciato per un familiare ammalato, con un'iniezione dopo l'altra si sono < fatta la mano », quando i parenti o gli amici o i uicini di casa sono venuti a chiamarli non hanno potuto negare il favore. Ermenegildo Scendrate di 58 anni, spazzino del paese, mungitore e bracciante, afferma: «Non ho mai preso un soldo, non mi sono mai recato a domicilio. Anch'io ho bisogno di iniezioni e me le faccio da solo ». La domestica Jolanda Sacchi, 51 anni, dice: «Mio marito è malato di cuore e bisogna fargli delle iniezioni: perché spendere cento lire quando posso farle io per niente? ». Anche Maria Mangini, mondariso di 42 anni, cura il proprio marito: « e sono capace di farlo non meno bene di un'infermiera». Rosetta Lise di 29 anni, casalinga, non ha mai fatto iniezioni ad altri che alla sorella e a una certa Rosa, « ma senza compenso ». Gli altri abusivi sono Lina Canton di 51 anni, casalinga; Clementina Zambrini di 59, pensionata; Luigia Grosso di 51, operaia di un biscottificio. Anche loro hanno affermato di avere fatto iniezioni soltanto ai parenti « Quando ne avevano bisogno » o ai vicini, senza mai ricevere altro che un « grazie ». Ha detto uno degli abusivi: « Non si chiedono cinquanta o sessanta lire a chi è stato compagno di scuola o abita nel cortile vicino, e ha bisogno di un'iniezione ». Non per lucro, dunque, ma per amicizia o per carità si sono sostituiti al medico e all'infermiere, e hanno violato la legge. L'articolo 3^8 del Codice Penale dice infatti che: « Chiunque abusivamente esercita una professione, per la quale è richiesta una speciale abilitazione dello Stato, è punito con la reclusione fino a sei mesi o con la multa da lire quarantamila a duecentomila ». Per questo articolo sono tutti uguali: l'abusivo per lucro e l'abusivo per amicizia. E non si tiene conto nemmeno dei legami di parentela. Ci dice il prof. Tovo dell'Istituto di Medicina Legale: «Un padre che fa un'iniezione al figlio viola la legge, commette reato ». Soltanto in un caso di¬ sperato, di estrema urgenza, è lecito fare un'iniezione. Ma da quando esistono fiale e siringhe, l'articolo S!^8 è quello più violato del Codice Penale. In Italia coloro che sanno fare un'iniezione — e all'occorrenza la fanno — sono centinaia di migliaia. Milioni. Nelle città, ogni quartiere ha la sua « donna delle iniezioni » con tariffa propria. Ma non succede niente, finché non capita un esposto o una denuncia. Allora se ne occupano i carabinieri. La segretaria del sindacato ostetriche di Novara è rimasta impressionata dalle conseguenze del suo esposto, ha detto ai carabinieri: «Ma io credevo che faceste solo una lavata di testa agli abusivi ». Invece, la vicenda è arrivata alla magistratura. Luciano Curino L'ostetrica di Lumellogno, Angela Martelli, che ha presentato l'esposto per « abuso di professione » ed Ermenegildo Scendrate, lo spazzino denunciato
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