Johnson convoca i consiglieri per la crisi politica di Saigon di Nicola Caracciolo

Johnson convoca i consiglieri per la crisi politica di Saigon II Suti- Vietnam sull'orlo della guerra civile 7 Johnson convoca i consiglieri per la crisi politica di Saigon AI termine della riunione il Presidente dichiara: «Gli S. U. desiderano la collaborazione tra tutte le forze non comuniste per giungere a un governo costituzionale» (Dal nostro corrispondente) Washington, 16 maggio. 11 presidente Johnson, al termine di una riunione dei suoi consiglieri per discutere il pericolo di guerra civile nel Sud Vietnam tra i seguaci del governo del generale Ky e i buddisti, ha riaffermato l'indirizzo fondamentale della politica americana: gli Stati Uniti desiderano trovare una formula che permetta la collaborazione nel Sud Vietnam di tutte le forze non comuniste allo scopo di giungere a un governo costituzionale. Alla riunione hanno partecipato il segretario di Stato Dean Rusk, il segretario alla Difesa Robert McNamara, l'ambasciatore nel Sud Vietnam Cabot Lodge e vari consiglieri della Casa Bianca tra cui Bill Moyers e Walt Rostow. L'addetto stampa della Casa Bianca, Bill Moyers, ha detto anche che « il Presidente segue attentamente lo sviluppo degli avvenimenti e ha ripetuto che l'influenza americana nel Sud Vietnam deve essere usata allo scopo di giungere alla vittoria contro l'aggressione comunista e contro la miseria». Moyers rispondendo a chi gli chiedeva di precisare quale potesse essere la strada per giungere ad un governo costituzionale a Saigon, ha risposto: «La nostra posizione è di favorire uno sviluppo costituzionale sulle linee già stabilite ». Ed ecco la successione dei fatti: al termine di una controversia tra governo e buddisti durata mesi, il primo ministro gen. Ky promise l'elezione di un'Assemblea Costituente entro ottobre per definire il futuro del Paese. I buddisti che chiedevano appunto elezioni e il ritorno ad un governo civile ritennero di aver vinto la partita e sospesero le loro agitazioni. Pochi giorni or sono il generale Ky ha dichiarato in una conferenza stampa che la Costituente avrebbe dovuto soltanto preparare la Costituzione e che il suo governo, qualsiasi fosse l'esito delle elezioni, sarebbe comunque rimasto al potere in attesa di altre elezioni da indirsi una volta approvata la nuova Costituzione fra circa un anno. I buddisti ritenendosi ingannati hanno allora minacciato nuove agitazioni. Il governo ameri¬IIMIIIIIMIIIIIIIinillllllllllllllllllllllllllllllllllll cano ha cercato di correre ai ripari: lo stesso Segretario di Stato Dean Rusk ha detto di ritenere che Ky fosse stato male interpretato. Il che è sembrato a Washington un modo di avvertire Ky: gli Stati Uniti desideravano che le elezioni avessero luogo e non appoggiavano il tentativo di prolungare la dittatura militare. Il giovane generale non se n'è dato per inteso: ha confermato le cose già dette e poi l'altro ieri, inviando i suoi màrines a Da Nang, ha colpito uno dei centri del potere dei suoi avversari. Bill Moyers ha dichiarato che gli Stati Uniti non hanno ricevuto da Saigon nessuna indicazione dei piani di Ky. Comunque sia, si fa osservare che il governo americano continua a puntare sulle elezioni come soluzione alla crisi politica del Sud Vietnam. Al Congresso le reazioni sono state quasi unanimemente negative. Il senatore Morse ha accusato i militari americani d'appoggiare Ky e di sabotare le possibilità di pace; il senatore Mansfield ha detto di ritenere che t il pericolo di guerra civile nel Sud Vietnam sia reale e imminente*. Nicola Caracciolo ■iiiiiiiiiitiiiiiiriiiiiiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiuiiiiiiiiii