Un autista dell'industriale rapitoha cercalo invano d'incontrare i banditi
Un autista dell'industriale rapitoha cercalo invano d'incontrare i banditi Un autista dell'industriale rapitoha cercalo invano d'incontrare i banditi Aveva i 25 milioni per il riscatto - Doveva seguire un itinerario suggerito dai fuorilegge - A un certo punto ha avuto paura ed è tornato ad Olbia (Dal nostro corrispondente) Cagliari, 11 maggio. Il primo tentativo dei familiari di Francesco Palazzini di mettersi in contatto con 1 fuorilegge per il versamento della cifra del riscatto è fallito. A una settimana dal clamoroso colpo banditesco nella fabbrica di Olbia della Nuratex, l'industriale vigevanese continua a essere prigioniero. La signora Cristina Molinari, moglie dell'ingegnere sequestrato, aveva ricevuto nei giorni scorsi una lettera imbucata a Olbia, con la richiesta di 25 milioni per il rilascio del marito. La lettera rassicurava la donna sulle condizioni fisiche del marito e indicava un itinerario che l'emissario dell'industriale doveva percorrere per incontrarsi con i banditi e pagare il riscatto. Nella notte tra lunedì e martedì, un colla boratore di Francesco Palazzini, l'autista Budroni, è partito alla guida di una Renault. Do veva seguire, alla velocità di 30 km orari, questo itinerario: Olbia, Siniscola, bivio di Marreri, Orune, cioè la strada che da Olbia porta al Nuorese lungo la costa orientale sarda e poi s'inoltra nel cuore della Barbagia. L'impresa non è giunta a termine; ed in proposito le versioni sono due. Prima ancora di arrivare a Siniscola, il Budroni ha l'impressione di essere seguito da un'altra macchina. Potrebbero essere i banditi, ma potrebbero anche essere carabinieri o agenti in borghese. L'autista prosegue, svolta al bivio di Marreri, e l'altra macchina gli viene sempre dietro. A questo punto, l'emissario della famiglia Palazzini non se la sente più di andare avanti. Teme di essere seguito dalla polizìa, immagina quello che accadrebbe se dal ciglio della strada dovessero spuntare i banditi, e rinuncia a proseguire. L'altra versione, fornita dalla polizia, è questa: il Budroni parte, attraversa Siniscola, arriva al bivio di Marreri, e qui è colto dall'orgasmo. Ha i nervi a pezzi, non vuole inoltrarsi con i banditi nei monti della Barbagia. Ha paura, torna indietro e, incontrata una pattuglia di carabinieri, dice: «Ho con me i 25 milioni per il riscatto dell'ing. Palazzini. Non ce la faccio più, non me la sento. Aiutatemi a tornare a Olbio sano e salvo». Ora tutto dovrà ricominciare da capo. I banditi indicheranno un itinerario diverso, e non è detto che la seconda lettera non sia già partita. La vicenda di Francesco Palazzini e del suo sequestro ha avuto oggi un'eco nel Consiglio regionale della Sardegna. Al termine della seduta, che era statua dedicata in precedenza al dibattito su! piano di rinascita, gli on.li Misano della de, e Sotgiu del pei, han no chiesto alla presidenza del la giunta di accertare se sia vero che l'ispettore De Simone, inviato in Sardegna dal ministro dell'Interno per dirigere le indagini sul sequestro dell'industriale, abbia fatto dichiarazioni lesive dell' onore e della dignità della popolazione sarda. Tra l'altro il dott De Simone avrebbe detto che per i sardi la vita umana non ha valore. L'assessore all'Agricoltura, on. Puligheddu, ha dichiarato che la giunta si impegna ad accertare la verità circa le dichiarazioni de! dott. De Simone. L'ispettore dott. De Simone ha precisato stasera di non aver pronunciato la frase che gli è stata attribuita da alcuni giornalisti; egli ha detto di aver invitato tutti ad agevolare l'operazione di riscatto con questa affermazione: <La vita umana ò sacra e va rispettata. Cercate di comprendere che c in ballo una vita umana e che, purtroppo, per i banditi la vita umana non ha alcun valore, siano essi sardi, siciliani, milanesi o di qualunque altra regione». g. f.
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