Il governo belga annuncia il blocco dei prezzi per tre mesi di Sandro Doglio
Il governo belga annuncia il blocco dei prezzi per tre mesi frenare ii crescente costo delia vita Il governo belga annuncia il blocco dei prezzi per tre mesi In un anno (secondo le statistiche) i prezzi al consumo sono saliti del 6% - Le misure più importanti: 1) riduzione delle imposte all'industria per diminuire i costi; 2) controllo dei margini di profitto a importatori, grossisti e dettaglianti - Un piano per limitare le spese dello Stato (Dal nastro corrispondente) Bruxelles, 7 maggio. Per far fronte al crescente, rapido aumento del costo della vita, che minaccia di mettere in pericolo la stabilità del franco e che sta già provocando una serie di estese rivendicazioni salariali, il governo belga ha annunciato il bloceo dei prezzi. Con questo provvedimento eccezionale, e con una politica di strette economie, si spera di evitare al Belgio le gravi conseguenze di una crisi della quale da tempo si avvertono i sintomi premonitori. La gravità della situazione belga è comprovata dal fatto che nel programma economico a medio termine per il Mec, reso noto proprio ieri, e re datto da rappresentanti ufficia li dei sei governi, e dunque anche da esponenti del ministero di Bruxelles, si sconsiglia di ricorrere al blocco dei prezzi, « salvo in circostanze eccezionali e per un periodo il più breve possibile ». Secondo le dichiarazioni ufficiali, il blocco dei prezzi in Belgio sarà mantenuto per tre mesi, ma si sta studiando la possibilità di « prolungarlo al di là di questo periodo ». Nell'ultimo anno i prezzi al consumo — soprattutto quell che si riferiscono ai prodotti alimentari — hanno subito in questo paese un incremento del 6 per cento in media, se condo le statistiche, ma chi vi ve a Bruxelles assicura che l'aumento è superiore. Legati all'indice del costo della vita: che in dodici mesi ha segnato cinque punti di più, sono au mentati anche gli affitti e va ri salari. Dopo essere stato, durante il periodo della cosiddetta « recessione » europea, un'isola di relativa tranquilli tà, e dopo avere conosciuto dal dopoguerra a poco tempo fa forse la maggiore stabilità economica in confronto agli altri paesi del vecchio continente, il Belgio ha oggi il discutibile primato della situazione congiunturale più incerta. Per questo — oltre che per le vicende politiche, sociali e sindacali da cui è dilaniato — è stato recentemente definito «il grande malato d'Europay. L'ambizione del governo di coalizione tra democristiani e liberali — che ha assunto due mesi fa una pesante eredità — va oltre il blocco dei prezzi: il ministro dell'Economia Van Offelen ha dichiarato di voler esercitare un'azione diretta per ridurre addirittura i prezzi, agendo a livello dei produtto ri e restringendo il margine di distribuzione presso importatori, grossisti e dettaglianti. Ci si propone inoltre, grazie al Mec che porterà entro pochi mesi all'eliminazione dei dazi negli scambi intracomunitari, di mantenere fino al consumatore il vantaggio dell'annullamento dei diritti di dogana, impresa questa che apparen temente non è mai riuscita a nessun governo, in nessuno dei paesi della Comunità Europea. Il governo di Bruxelles ha già preso contatto con gli esponenti dei vari settori economici del paese. Viene offerta — è stato dichiarato — una riduzione di imposte e tasse per ottenere una ulteriore limatura dei costi di produzione e più alti margini dì guadagno. E si spera di ottenere risultati positivi anche per la produzione, soprattutto per quei pro¬ dotti non strettamente indispensabili che potrebbero tuttavia avere una maggior richiesta se offerti a prezzi inferiori. «Vogliamo dare un colpo di freno decisivo ai prezzi e tutelare il potere d'acquisto dei redditi », è stato dichiarato al termine della seduta di governo in cui sono state prese queste decisioni. Così si è saputo che è in cantiere anche un piano per ridurre le spese dello Stato e per modernizzare il sistema creditizio e favorire il risparmio. Negli ambienti politici ed economici di Bruxelles si ritiene che anche il ri¬ fiuto dì ospitare i comandi della Nato — la notizia è stata ufficialmente smentita al ministero degli Esteri, ma ci sono ragioni per credere che sia vera — sarebbe stato dettato al primo ministro Van Den Boeynants dalla preoccupazione di non inserire nel paese qualche migliaio di militari e di loro familiari, con reddito relativamente alto. L'installazione della Nato in Belgio — come a suo tempo è accaduto con gli « eurocrati » del Mec — si pensa che potrebbe portare a un aumento del costo della vita generale. Sandro Doglio
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