Zilioli in Svizzera ha ritrovato fiducia
Zilioli in Svizzera ha ritrovato fiducia Zilioli in Svizzera ha ritrovato fiducia In queste corse di primavera i corridori italiani sembrano avere ritrovato tutti assieme la forma migliore. Ci sono stati i successi in Belgio e Francia, di Adorni, Gimondi e Dancelli, e la vittoria di Italo Zilioli nel Circuito di Zurigo di domenica scorsa. La gara disputata dal torinese non era fra le più qualificate, avendo riunito al via gli atleti che avevano rinunciato alla classica LiegiBastogne-Liegi, ma l'affermazione di Italo appare importante per l'autorità con cui è stata conquistata. Tutti ricordano i successi in serie ottenuti da Zilioli nella sua prima stagione da professionista e il successivo calo di rendimento è altrettanto noto. Il corridore non aveva più fiducia in se stesso e probabilmente ogni insuccesso dipendeva soltanto da questa mancanza di convinzione. La corsa di Zurigo è valsa a scuoterlo: «Non vorrei dire troppo, ma mi pare proprio di andare bene». E per Zilioli, sempre eccessivamente prudente, si tratta di un'affermazione che indica la ritrovata fiducia. Zilioli ha stabilito la propria residenza a Chieri per gli allenamenti che precedono il Giro d'Italia, e sulle strade della collina, su quel¬ le della Val di Susa e della Val Chisone si prepara assieme con Balmamion, Marcoli e Sartorato, Il programma immediato della Sanson prevede la partecipazione al Giro dell'Abruzzo, e poi ai campionati su pista per società che verranno disputati a Milano. L'obbiettivo di Zilioli rimane comunque fin d'ora il Giro d'Italia. I favoriti della corsa a tappe italiana Italo li individua facilmente: «Non dico nulla di nuovo scoprendo Gimondi e Anquetil, ma ai due ne aggiungo un terzo: Zilioli». La sorpresa per tanto ottimismo viene soltanto moderata in parte dalla spiegazione successiva: «Gimondi è un corridore fortissimo, ma ha un difetto: corre troppo impulsivamente e in una gara a tappe uno sbaglio solo alle volte basta a compromettere tutto. Anquetil ne potrebbe approfittare e potrebbe non essere il solo. Io ho corso contro il francese quel famoso Giro d'Italia di due anni fa, e penso di conoscerlo meglio di chiunque altro; conoscere un avversario vuol dire ravvisarne i punti di forza, ed approfittare degli eventuali momenti di debolezza». g. v.
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