Le donne espugneranno l'Accademia di Francia? di Loris Mannucci

Le donne espugneranno l'Accademia di Francia? STA PER CADERE L'ULTIMO BALUARDO Le donne espugneranno l'Accademia di Francia? Rivalità e dissensi politici dividono gli «immortali»; la presenza femminile potrebbe arbitrare i conflitti e portare a Palazzo Mazzarino una certa sensibilità ■ Il clamoroso precedente del ritiro di Colette - Un sarto ha già preparato il modello dell'abito Parigi, lunedì mattina. Grazie alle donne, forse, l'Accademia di Francia riuscirà a superare la crisi provocata da dissensi politici, vecchie rivalità o altre divergenze che non le permettono di raggiungere la cifra di quaranta membri, necessaria per essere al completo. Le poltrone disponibili sono attualmente tre ed i candidati non niancano, ma risulta diffìcile l'accordo sulla scelta. Perciò, in pochi giorni, sono stati bocciati Paul Reynaud. il duca di Castries, Gilbert Cesbron, Yves Gandon, Henry de Monfreid, senza parlare di Ferdinand Lop, eterno candidato ad ogni scanno, sia esso nel Palazzo Mazzarino, nel Palazzo Borbone, nel Palazzo dell'Eliseo o semplicemente in un « bi¬ strot » del € Quartier Latino » di cui, prima di avere una rispettabile età, egli fu per molti anni uno dei personaggi più pittoreschi e rappresentativi. Si fanno ora i nomi del generale Chambe, dell' ex ambasciatore Gabriel Puaux, di Jean Mistler, di Jean-Paul Sartre, Jean Anouilh, Aragon, Eugène lonesco, Pierre Marcilhacy, che fu candidato alla presidenza della Repubblica, e si invitano i candidati a non disperare ricordando che Victor Hugo fece anticamera a lungo (venne bocciato quattro volte prima di essere finalmente eletto), ma una frazione dell'Accademia di Francia pensa soprattutto che, prima o poi, bisognerà decidersi ad ammettere an¬ che le donne. Il sesso gentile è già entrato all'Accademia delle Scienze con Marguerite Perey e difficilmente si potrà continuare a chiudere il portone del Palazzo Mazzarino a delle scrittrici che hanno un valore incontestabile. La polemica sulle donne all'Accademia, di Francia risorge periodicamente e oggi si fanno soprattutto tre nomi: Simone de Beauvoir, che ebbe il Premio Goncourt grazie a Les Mandarins, è nota in tutto il mondo ed ha. scritto numerosi libri tra cui Le deuxième sexe, Les bouches inutiles, Les memoires d'une jeune fllle rangée, La fore de l'age, La force des choses, Une mort tres douce: Marie Noél, che ha più di nttant'anni, è uno dei miglio- ri poeti francesi contempo- | ranci, è stata già premiata dall' Accademia di Francia per la sua attività, letteraria a cui Aragon, Montherlant e persino il generale De Gaulle non lesinano gli elogi; Marguerite Yourcenar, che ebbe il premio letterario Fémina nel 1952 per Les memoires d'Hadrien, ha scritto parecchi altri romanzi, tra cui La nouvelle Eurydice, Sous beneflce d'inventaire, Le mystère d'Alceste, e ottenne il Premio Combat nel 1963. Queste scrittrici meriterebbero di far parte degli < immortali» secondo parecchi accademici, i quali osservano che legalmente nulla si oppone alla loro elezione. E' vero che quando il cardinale Richelieu creò l'Accademia pensò unicamente agli uotniTti e che il regolamento relativo alle elezioni parla soltanto dei. « signori accademici » come se il sesso gentile dovesse essere escluso, ma una cinquantina d'anni fa l'Accademia votò una proposta che autorizzava le donne a presentare la propria candidatura, e alcune lo fecero. Sempre invano però, e parecchi accademici hanno deplorato a. varie riprese gli insuccessi femminili, mettendo in evidenza che certe scrittrici, come Madame de Sévigné e George Sand, occupano un posto di prim'ordine nella letteratura francese. Il fronte accademico degli antifemministi fu sull'orlo della sconfitta nel 1923 quando Jean Richepin convinse Colette a presentare la propria, candidatura. Un vento di panico soffiò sul Palazzo Mazzarino perché ci voleva un bel coraggio, da parte di certuni, a schierarsi contro una delle migliori scrittrici del momento: ma René Boylesve, l'autore di « Il profumo delle Isole Borromeo », svolse un'attiva campagna contro Colette, la quale si ritirò cavandosela con una battuta:- «Cosa avrei fatto d'una spada t Preferirei uno sciabolone e due pistole ». Ptii tardi Colette venne eletta all'Accademia del Belgio e André Maurois, parlando alcuni anni dopo a Bruxelles, disse a quei colleghi: «Vi invidiamo la nostra, grande Colette. Non manca nulla alla sua gloria; è lei che manca alla nostra e ci consoliamo pensando che aumenta la vostra ». André Maurois è favorevole all'entrata delle donne nell'Accademia di Francia ed al suo fianco si schierano parecchi altri, fra cui Georges Duhamel ed il pastore Marc Boegmer. Questi sostiene che €si ha bisogno dello spirito e della bontà tipicamente femminili»; e osservando che le. donne, hanno conquistato posti eminenti nella vita del paese, poiché ce ne sono nel Consiglio di Stato, nella Corte di Cassazione, nelle Università, nel Parlamento ecc., afferma che, dovrebbero essere anche all'Accademia di Francia perché vi porterebbero «la loro sensibilità e una certa umanità». Alcuni accademici antifemministi sollevano, fra l'altro, il problema dell'abito. Esso ha i pantaloni, la spada, il bicorno, la giacca con le fai de, ricami verdi, un'ampia mantella ed è impossibile, secondo certuni, imporlo alle donne; ma a questa obiezione si ribatte che i prelati accademici indossano il loro abito religioso e quindi le signore potrebbero indossare un obito da sera. Comunque, inserendosi nella polemica, un sarto parigino ha già disegnato da alcuni anni il vestito per le accademiche, ispirandosi a quello erroneamente attribuito al pittore David. Il sarto non ha modificato la mantella né il bicorno, osservando che stanno meglio alle signore che non agli uomini, e per il resto ha ideato una lunga gonna a guaina, un corpetto corto, il tutto ricamato con le stesse foglie d'olivo che guarniscono gli abiti maschili. La spada potrebbe essere sostituita da una daga o da un pugnale simile a quello degli allievi ufficiali di certe scuole d'aviazione. Il problema dell'abito è dunque risolto e alcune poltrone sono libere. Certi accademici aspettano dunque che si presenti una candidatura femminile alla quale sarebbe difficile potersi opporre con ragioni valide. L'ammissione dell$jrlonne all'Accademia di Francia allargherebbe notevolmente il ventaglio dei candidati e, probabilmente, la presenza del gentil sesso renderebbe meno noiose ed austere le sedute. Loris Mannucci