Otto mesi di carcere all'assessore di Ivrea per oltraggio al vigile che lo aveva multato

Otto mesi di carcere all'assessore di Ivrea per oltraggio al vigile che lo aveva multato Otto mesi di carcere all'assessore di Ivrea per oltraggio al vigile che lo aveva multato Il tribunale ha concesso all'imputato la sospensione della pena - L'episodio per una contravvenzione stradale - L'amministratore fece convocare la guardia dal comandante - Durante il colloquio rivolse frasi piuttosto dure per il dipendente - Ha presentato ricorso contro la sentenza (Dal nostro corrispondente) Ivrea, 26 aprile Il tribunale di Ivrea ha riconosciuto l'assessore alle Finanze del Comune, cav. Angelo Alfieri di 51" anni, colpevole del reato di oltraggio a pubblico ufficiale e, pur concedendogli le attenuanti generiche, gli ha inflitto otto mesi di reclusione accordandogli la sospensione della pena per cinque anni e la non iscrizione nel casellario giudiziario. L'assessore era venuto a diverbio con un vigile di Ivrea, Domenico Scialla di 32 anni, per una contravvenzione inflittagli per la sua auto malamente parcheggiata dinanzi all'ingresso del Municipio. Nel corso di una animata discussione svoltasi davanti al comandante del vigili, l'Alfieri avrebbe offeso lo Scialla affermando che la multa era stata dettata dallo spirito di vendetta che animava il vigile, in considerazione del suo ormai scontato licenziamento, e che inoltre era soltanto per i sentimenti di pietà che animavano i responsabili del Comune se la guardia era ancora in servizio, pur senza essere stato promosso agli esami per il passaggio a ruolo definitivo. Lo Scialla, dopo questa discussione, aveva presentato querela. Successivamente aveva lasciato l'incarico di Ivrea e, respinto anche a Casale, aveva trovato lavoro, sempre come vigile, a Caserta, dove si trova tuttora. L'Incidente che ha dato origine al dibattito avvenne nel mese di luglio dello scorso anno. L'Alfieri, che era atteso in Comune per le pratiche relative alla revisione dei ruoli della tassa di famiglia, giunto dinanzi al Municipio, non trovava posto ne: parcheggi riservati ai dipendenti e funzionari comunali; aveva perciò lasciato la sua auto parcheggiata fuori dalle strisce e qua- si a ridosso di un'altra vettura. Era poi salito nel suo ufficio sapendo che, come abitualmente avviene, se la sua auto avesse impedito la manovra ad un'altra il fattorino di turno alla portineria del palazzo civico, o qualche vigile, l'avrebbe avvisato. Invece, pochi minuti dopo scendeva dal Municipio il dott. Luigi Guglielmi, presidente del tribunale, il quale si trovava quasi nell'impossibilità di uacire con la sua auto dal parcheggio, per la presenza della vettura dell'Alfieri. Interveniva un carabiniere che a sua volta richiedeva l'intervento di un vigile, appunto lo Scialla. Questi elevava la multa e lo stesso carabiniere controfirmava la contravvenzione. L'Alfieri, sceso dal suo ufficio un paio d'ore dopo, aveva la sorpresa di trovare infilata sotto il tergicristallo la notifica della contravvenzione, e stupito, chiedeva al comandante dei vigili di poter incontrare lo Scialla per chiarire la questione. Quindi l'animata discussione. Nel corso dell'odierno processo l'Alfieri ha riconfermato la sua posizione, ammettendo di aver rivolto allo Scialla frasi che parlavano dl vendetta o rappresaglia, senza però intenzioni offensive, appellandosi, per -quel che riguarda la sosta in zona non consentita, alla prassi tuttora vigente presso il Municipio e al fatto che la sua auto era munita del regolare bollo di riconoscimento in possesso di tutti gli assessori. Il vigile da parte sua ha affermato che fu l'Alfieri a parlare per primo di licenziamento, sostenendo inoltre di non aver riconosciuto l'autovettura dell'assessore. Il P. M. dott. Pulcini nel corso della sua requisitoria ha sostenuto la piena colpevolezza dell'Alfieri e ha chiesto la condanna dell'assessore a otto mesi di reclusione. Angelo Alfieri, l'assessore condannato ad Ivrea tita, alla prassi tuttora vigente presso il Municipio e al fatto che la sua auto era munita del regolare bollo di riconoscimento in possesso di tutti gli assessori. Il vigile da parte sua ha affermato che fu l'Alfieri a parlare per primo di licenziamento, sostenendo inoltre di non aver riconosciuto l'autovettura dell'assessore. Il P. M. dott. Pulcini nel corso della sua requisitoria ha sostenuto la piena colpevolezza dell'Alfieri e ha chiesto la condanna dell'assessore a otto mesi di reclusione. Il difensore avvocato Oberto ha sostenuto il diritto dell'Alfieri di indagare sulle ragioni del comportamento del vigile, in quanto suo superiore, ed escludendo che le frasi dette contenessero parole offensive, ne ha chiesto l'assoluzione con formula piena o, in subordine, per insufficienza di prove. Il tribunale, presieduto dal dott. Franco, ha emesso la sentenza dopo due ore dl permanenza in camera di consiglio. L'Alfieri, dal canto suo, ha immediatamente presenta¬ to ricorso. r. a. niiiiiiiiiiiiiiiimiiiiimnitiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin

Luoghi citati: Casale, Caserta, Ivrea