L'aereo dell'on. Gex volava sfiorando gli alberi per cercare una schiarita e superare l'Appennino di Remo Lugli

L'aereo dell'on. Gex volava sfiorando gli alberi per cercare una schiarita e superare l'Appennino Prime ipotesi sulla sciagura che ha provocato fa morte di otto valdostani r e e e a , e a o l i l a o . a -s a n a na ae gi ttei br a mi, li o x fi il : tn e re o a, ao 7 li n a o nsu do no to e e aori to oa to er nri e il cancelliere Rossi, il medico legale dott. Neri, primario dell'ospedale di Ceva, il cap. dei carabinieri Tartaro comandante la compagnia di Mondovì, il maresciallo Bove di Ceva. A un certo momento sono giunti anche i compagni di viaggio delle vittime che erano ospiti del secondo aereo e insieme si erano recati nei pressi di Tolone, per il gemellaggio dell'aeroporto di Aosta con quello di Castellet: l'istruttore Fiorucci, comandante dell'aeroporto aostano e pilota dell'altro aereo, un Macchi AL 60, i coniugi Emanuele ed Anne Bois, il rag. Trabbia dell'assessorato al turismo di Aosta, Enrico Chabod e Piero Zamboni, due giovani soci ' dell'Aero Club di Aosta come paracadutisti. Anche la loro presenza è stata utile per giungere alla identificazione delle salme. L'opera di riconoscimento è stata lenta ma si è conclusa senza dubbi: i corpi purtroppo erano sfigurati dalla carbonizzazione, ma per ognuno di essi sono stati trovati degli oggetti, — medagliette, orologi, brandelli di stoffa, un portacipria, frammenti di documenti — che hanno consentito di poter assegnare con sicurezza i nomi ai po veri resti. Erano pure presenti l'ing. Corradi del Registro aeronautico italiano e il dott. Meaggia, direttore della Circoscrizione aeroportuale di Torino, per la prima inchiesta sommaria. I rottami dell'aereo non verranno per ora toccati: posti sotto sequestro dal pretore e continuamente piantonati dai carabinieri, resteranno a disposizione fino a quando non saranno espletate le due inchieste che vengono svolte in questi casi, l'inchiesta amministrativa e quella giudiziaria; è probabile che nell'am bito dell'inchiesta giudiziaria venga ordinata una perizia tecnica. C'è, appunto, da rispondere a questo drammatico interrogativo: perché è precipitato il Pilatus « Porter » ? Era forse possibile evitare la tragedia? Il comandante Fiorucci è qui sul pendio scivoloso, sotto l'ombrello, gli occhi fissi alle mani che frugano fra i rottami; il suo corpo a tratti è scosso dai brividi della stanchezza per la notte insonne passata dopo aver appreso la notizia del disastro. Ogni tan to deve rispondere a una domanda del pretore per dare un giudizio su un frammento di abito, sull'appartenenza di un orologio. E' sconvolto da questo dramma, eppure cerca di giudi cario con freddezza tecnica, di capire che cosa può es sere successo negli attimi che hanno preceduto la catastrofe su questa valle, sotto il cielo gonfio di nubi Dice: « Io sono convinto che il motore non è mancato. Qualcuno ha visto l'aeroplano volare bassissimo, poco al di sopra delle pian te, e ha sentito il rombo che a tratti diminuiva e a tratti aumentava di intensità. Secondo me era Gex che lavorava di "manetta", dan do e togliendo motore per non aumentare troppo la velocità, per potere scrutare il terreno sottostante e segui re ima via di schiarita che doveva portarlo oltre la catena dell'Appennino, sulla piana, verso Torino ». L'orologio dell'operatore della tv Eddy Tillot è stato trovato quasi intatto e se gnava le 18,34. I due aero plani erano arrivati da Ca stellet all'aeroporto di Al benga alle 15,55. I piloti avevano atterrato non per fare rifornimento, ma per conoscere le condizioni me teorologiche onde regolarsi sull'itinerario da percorrere, Questi aeroplani da turismo sono dotati di impianto radio e possono mettersi in contatto con le stazioni del la zona, ma non sono adatti per affrontare voli strumen tali in mezzo alle nubi. I pi loti, quindi, cercano d' vo lare a vista. Il tempo non prometteva bene e allora sulle prime, sia Gex che Fio rucci decisero di rinunciare al proseguimento del viaggio. « Alle 17 — racconta il pinònicherdipepitebagltizame alvoscscè hantumanredqtocrmdslatchpqnddlclns L'aereo dell'on. Gex volava sfiorando gli alberi per cercare una schiarita e superare l'Appennino Secondo il comandante dell'Aeroporto di Aosta, Fioriteci, pilota dell'altro velivolo della comitiva valdostana, la disgrazia non è dovuta ad un'avaria del motore - L'apparecchio non era adatto al volo strumentale in mezzo alle nubi e l'aviatore ha dovuto guidare a vista da Albenga verso Torino - Finito in un banco di nubi si è schiantato contro la collina sopra Ceva - L'angoscia dei genitori del deputato giunti sul luogo del disastro - Dopo l'identificazione, tutte le vittime sono state trasportate ad Aosta (Dal nostro inviato speciale) Ceva, 26 aprile. Sul tragico pendio boscoso di Castelnuovo di Ceva sono rimasti soltanto i rottami bruciacchiati del Pilatus « Porter », l'aereo monomotore che era pilotato dall'on. valdostano Corrado Gex (dell'Union Valdòtaine) e che è precipitato nel tardo pomeriggio di ieri mentre volava verso Torino. Le ot to vittime sono state fati cosamente recuperate, identificate e composte nelle bare. Alle 16 un nero corteo di sei carri funebri ha lasciato la borgata alla volta di Aosta dove i morti riceveranno l'estremo saluto dei parenti, degli amici e della cittadinanza nel palazzo della Regione. Una giornata pervasa da un'atmosfera dolorosa cui si intonava un clima plumbeo, piovigginoso, invernale. Le autorità si erano date convegno alle 8,30 a Castelnuovo per portarsi sul posto e iniziare la triste opera di recupero, ma l'animazione è iniziata ben prima del previsto. Alle sei sono giunti in auto, provenienti da Aosta, dopo un viaggio di quattro ore, i genitori dell'on. Gex, Luciano e Anita, lui di 61 anni, lei di 52. Erano accompagnati dal canonico 1i Aosta don Domaine e da tre assessori della Regione: Andrione. Fosson e Manganone. H padre appariva scon volto, quasi barcollante per l'angoscia che gli attanagliava il petto; la madre riusciva a dominare il proprio sgomento con una disperata forza interiore; cercava gente, voleva parlare con chi poteva raccontarle qualcosa della sciagura qualcosa di suo figlio. Ha chiesto di recarsi sul luogo, hanno tentato di dissuaderla, dicendole che la mulattiera era impraticabile alle auto per il fango, ma lei ha insistito fino a quando è riuscita a far mettere in moto un trattore con un carro al traino. I due sventurati genitori e don Domaine, in piedi sul traballante veicolo, nella prima sinistra luce del cupo mattino hanno raggiunto il vallone della sciagura. Quando sono stati in vista dei rottami dell'aereo, i co-s niugi Gex sono balzati a terra e si sono messi a correre in quella direzione. Un carabiniere di piantone li ha fermati in tempo trattenendoli a una certa distanza mentre il sacerdote è andato avanti per benedire le salme. A fatica i coniugi Gex sono poi stati ricondotti in paese dove hanno atteso l'ora della partenza dei feretri nell'unico locale pubblico, la trattoria, che per tutta la mattina è apparsa come un campo base, sempre animato da nuovi arrivi, autorità della zona, ufficiali dei carabinieri, amici valdo stani delle vittime. I genitori di Corrado Gex rievocavano le gesta del fi glio, la sua passione per il volo. Diceva la madre: « Avrà compiuto cento atterraggi sui ghiacciai, in condizioni difficilissime, e sempre ha saputo superare ogni difficoltà; ora è andato a morire qui, su una collina, ma perché, perché? ». Il padre ricordava che il figlio gli aveva telefonato alle 17 di lunedì, da Albenga: « Gli avevo raccomandato di non partire se il tempo non era buono e lui mi aveva detto che la partenza era appunto stata rinviata ». L'aeroplano è caduto su un pendio piuttosto ripido di una valle in cui crescono castagni selvatici. E' finito proprio ai piedi di un cespuglio di giovani piante e il troncone di coda è rimasto appeso alle cime aggrovigliate di questi alberi Dalle 9 alle 13 su questo pendio, sotto la pioggia monotona e, a tratti, violenta mani pietose hanno frugato fra i rottami e ia cenere per scoprire i miseri resti, identificarli. C'erano i tre assessori valdostani, il pretore di Ceva dott. Acquarone con il calegdedemMvemcoviseerTdequtodeloMEratorinl'ppgdtoccrms—btcscvssidppvppprnecssrbrrrtpl a . n pilota Fiorucci, — Gex tornò a chiedere le informazioni meteorologiche e apprese che verso Torino il tempo era migliorato. Decise quindi di decollare. Io rinunciai perché il mio apparecchio è più veloce e non mi consente di effettuare voli lenti, a bassa quota, in cerca del miglior percorso. Gex è partito, regolarmente autorizzato al volo, con il programma di raggiungere Genova e poi superare gli Appennini al Passo dei Giovi; se a Sa vona avesse trovato una schiarita avrebbe invece scelto questa via. Dato che è caduto qui, è segno che ha lasciato la costa a Savona, invitato da una aper tura delle nubi. Probabilmente contava di seguire anche l'autostrada per avere un riferimento preciso della rotta ». L'Appennino ligure in questa zona è spesso soggetto a turbolenze atmosferiche per l'incontro delle correnti d'aria che vengono dal mare e quelle che scendono dalle Alpi. Probabilmente il sentiero di schiarita che dalla Riviera appariva invitante improvvisamente si ( chiuso: le nubi, bassissime, hanno costretto il pilota del piccolo aeroplano a tenersi quasi a pelo degli alberi per non perdersi nella coltre della caligine. In queste con dizioni evidentemente il vo lo diventa difficilissimo, è come correre su un filo, al la minima perdita di quota non c'è più il tempo né lo spazio per il recupero. Remo Lugli Da sinistra Chabod, Zamboni ed il comandante Fiorucci sul luogo della sciagura, I primi due avrebbero dovuto essere sull'aereo caduto, ma cedettero il loro posto