A Monza sotto una pioggia violenta trionfa la Ferrari di Surtees-Parkes

A Monza sotto una pioggia violenta trionfa la Ferrari di Surtees-Parkes Hille chilometri percorsi siila media di lOO all9ora A Monza sotto una pioggia violenta trionfa la Ferrari di Surtees-Parkes Prova per il campionato mondiale marche - Secondi, con un giro di distacco, Gregory-Whitmore (Ford «Gì40») -1 tedeschi Mitter-Herrmann primi nella categoria 2000 - Numerosi incidenti per il terreno viscido: nessuna conseguenza per i piloti (Dal nostro inviato speciale) Monza, 25 aprile. La Ferrari di John Surtees e Mike Parkes si è aggiudicata la 1000 km di Monza - Trofeo Filippo Caracciolo alla media rli quasi 166 orari, tenendo fede alle previsioni che vedevano nella formidabile 12 cilindri modenese un sicuro baluardo contro le americane Ford. Anche se queste ultime — tutte del tipo GT40 — non erano i mezzi più potenti che l'organizzazione statunitense di Carrol Shelby è oggi in grado di mettere in campo, la vittoria di Ferrari assume un significato rilevante, perche la « 1000 km» (terza prova valevole per il Trofeo internazionale Prototipi e per il campionato mondiale marche), ha confermato l'alto livello di efficienza raggiunto dalla «330 P3» in vista dei futuri confronti con le Ford. E sul piano umano ha sancito il definitivo ricupero della prima guida della Scuderia Ferrari, quel John Surtees che dopo il grave incidente di Mosport, in Canada, l'autunno scorso, sembrava perduto per lo sport del volante, e che invece ha dimostrato nella severa gara monzese di essere tornato in piena efficienza fisica e psichica: si è alternato al volante con Parkes guidando per 500 chilometri in due turni, sotto una pioggia battente che non ha smesso un attimo, senza una pausa di ce dimento o di stanchezza, si curo c autoritario come un tempo. La Ferrari, che vive pe rigliosamente l'attuale periodo agonistico, ne aveva bisogno. Le Ford di Gregory-Whitmore e di Muller-Mairesse hanno conquistato il 2° e 3° posto nella classifica assoluta, staccate ri spettivamente di uno e due giri; meno potenti della Ferrari Prototipo (e con guide ot time ma non altrettanto dotate di classe come Surtees e Parkes) ha'nno comunque dimostrato una eccellente regola rita e tenuta alla distanza. Subito dopo troviamo le Porsche « Carrera > (prime della classe 2000) con la coppia MitterHerrmann; il duello con le nuove Dino di ugual cilindrata si è dunque risolto a favore delle macchine tedesche, ottimamente preparate é da cui bisognerà guardarsi alla prossima Targa Florio, quarto traguardo del Trofeo internazionale. Le Dino sono state attardate da cause varie: la migliore di esse, pilotata da Bandini e Scarfiotti, si è classificata 11* a causa di una serie di fermate ai boxes (cominciate già al termine del primo giro per il mancato funzionamento del tergicristallo) che ha costretto i due corridori a furiose rincorse per recuperare un po' del tempo perduto. La Dino di Bandini-Scarfiotti montava il nuovo motore a iniezione esterna; procedendo nella messa a punto potrà e dovrà migliorare La corsa è stata disturbata fino alla fine dalla pioggia, che tra l'altro ha tenuto lontana e a e a a e a dall'Autodromo quella folla che l'avvenimento avrebbe meritato. In queste condizioni, la media oraria generale è ovviamente risultata non eccezionale — in senso relativo, beninteso —; ma a sottolineare la decisione dell'equipaggio vincitore, c'è da precisare che alla Ferrari « 330 P 3 > si è quasi subito inceppato il funzionamento del tergicristallo, che in rettilineo, a 230-240 orari, non è indispensabile, data la inclinazione e curvatura del parabrezza, ma non così nelle curve lente (Lesmo, ad esempio) e nei superamenti di altre vetture, le cui ruote sollevavano nubi d'acqua finemente polverizzata. Degli altri protagonisti della 1000 km. di Monza, citiamo, oltre a Gregory-Whitmore e Muller-Mairesse, la regolarissima prova di Mitter-Herrmann, di De Adamich-Zeccoli su Giulia «TZ2» (decimi assoluti e primi della classe 1600) e di Fischhaber-Furtmayer su FiatAbarth O- 1300; nonché degli sfortunati Vaccarella-Facetti, Bandini e Scarfiotti, Ireland e Amori; Casoni e Biscaldi, Scott e Revson, Baghetti e Cella (Fiat-Abarth): questi ultimi, fino al momento del ritiro, dovuto a difficoltà di accensione, avevano lottato da pari a pari con l'Alfa di De Adamich e Zeccoli. Qualche nota di cronaca. Il via alle 13,15 sotto una pioggia battente: 45 le macchine partenti. Tra gli «assi> il primo turno di guida spetta a Surtees, Gregory, Ireland, Scott, Mùller, Bandini, Siffert, AU wood, Lucien Bianchi, Mìtter. La Ferrari di Surtees è subito al comando, e in breve distac ca di parecchi secondi il nugolo delle Ford; Biscaldi è il primo dei piloti delle Dino, e per un po' riesce a tener testa alle Porsche. Al 10" passaggio (100 km. esatti) il vantaggio di Surtees, che gira con asso luta sicurezza, è di 44 secondi su Ireland e di l'44" su Revson; la media è sui 169. Dopo 250 chilometri Surtees si ferma al box Ferrari per il rifornimento e il cambio di guida con Parkes: 50 secondi in tut to, la Ford di Gregory (salita in seconda posizione), non fa a tempo a passare. La superiorità della Ferrari diventa un monologo, con vantaggi che salgono fino a 4 minuti sul più vicino inseguitore, che rimarrà fino alla fine l'equipaggio americano Gregory-Withmore sulla Ford. C'è invece lotta più indietro, tra Scott - Revson, Mitter-Herrmann e Muller-Mairesse: dopo metà gara la spunteranno definitivamente gli ultimi nominati. E intanto continuano le fermate e le rincorse di Bandini-Scarfiotti (la Dino di Biscaldi-Casoni si ritira al 31* giro per noie al cambio), men¬ teMltFlDcp tre si fanno ammirare Facetti e Vaccarella sulla Ferrari Le Mans, che occupano a lungo la sesta posizione. Le Ford girano regolarmente, ma non inquietano mai la Ferrari battistrada. Si finisce con il buio e un lungo applauso ai vincitori, cui Donna Marella Agnelli Caracciolo consegna il Trofeo Filippo Caracciolo. Numerosi gli incidenti pro¬ vocati dalla pista sdrucciolevole; per fortuna tutti senza conseguenze per i piloti. Particolarmente spettacolari le sbandate di Colin Davis, finito con la sua Porsche contro un guard-rail; di Pessina alla curva di Lesmo; di Lucien Bianchi a una delle varianti; di Mauro Bianchi, cugino del precedente, che finiva ancora contro una delle barriere elastiche di protezione, danneg¬ giando irrimediabilmente la sua Alpine. Un grave peri colo è infine stato sconglu rato allorché, all'uscita dalla curva sopraelevata sud, alla Ferrari di Noblet volava via l'intera carenatura posteriore che finiva in mezzo alla pista: la prontezza del personale di servizio sul posto riusciva a evitare il peggio trascinando via il pericolosissimo ostacolo. Ferruccio Bernabò La Ferrari di Surtees, n. l-'f, mentre supera la Dino di Bandini durante la mille chilometri di Monza (Tel.-)

Luoghi citati: Canada, Lesmo, Monza