I sottilissimi filamenti di vetro che «trasportano» le immagini

I sottilissimi filamenti di vetro che «trasportano» le immagini RISPOSTE MI LETTORI I sottilissimi filamenti di vetro che «trasportano» le immagini Sono le cosiddette fibre ottiche - I fili possono essere piegati, torti, annodati: non importa, la figura di qualsiasi oggetto verrà sempre ricostruita fedelmente, fino alla distanza di parecchi metri Ha sentito variare ili fibre ottiche, non come elementi del nostro apparato visivo, ma come strumenti di fisica. Gradirei avere di esse qualche rumina alio o notizia di applicazione. (segue la firma) Le fibre ottiche sono sottilissimi fili di vetro che permettono e guidano il passaggio della luce nel loro interno, così come un tubo di gomma o di plastica, non importa in che modo piegato, lascia passare l'acqua. La curiosa proprietà dipende dalla riflessione totale interna, operata dalle pareti della fibra ottica, di vetro speciale; per cui un raggio di luce, che entri a un'estremità del filo, viene via via riflesso nel suo interno, seti-, za mai disperdersi all'ester- . no, finché non esce all'estremità opposta. La fibra ottica è realizzata oggi con un diametro di pochi millesimi di millimetro; un fascio di tali fibre può trasmettere a distanza di alcuni metri l'immagine di un qualsiasi oggetto illuminato Si può piegare, torcere, annodare il fascio: l'Immagine riprodotta sarà sempre la medesima, perché ogni singola fibra trasmetterà soltanto la quantità eli luce fatta cadere su di essa dalla lente che costituisce l'obiettivo dell'estremità di ripresa del fascio (tale quantità di luce corrispondo a quella riflessa da un dato punto dell'oggetto) All'estremità opposta delle fibre, l'immagine appare composta di tanti puntini, come nelle fotografie riprodotte con cliché a retino E' possibile ottenere anche degli ingrandimenti Le applicazioni più comuni delle fibre ottiche si han¬ no negli apparecchi per misurazioni spettrografiche; nei dispositivi ottici per modificare la forma di un'immagine; nei tubi catodici impiegati in medicina, per facilitare la ripresa delle immagini apparenti sul loro schermo. L'impiego va ora estendendosi, anche alle attività spaziali. Difatti, una singolare apparecchiatura è stata montata sul gigantesco razzo americano Saturno V, destinato fra l'altro all'esplorazione lunare. Predisposta per il controllo visivo del funzionamento de; motori del primo stadio, sviluppanti alla partenza una spinta di 680 tonnellate, essa consente di osservare da terra, grazie alla televisione, il getto incandescente dei gas propulsivi, ripreso da una distanza di pochi decimetri. 1 Poiché era impensabile situare le camere per la ripresa a così breve distanza (sarebbero bruciate in pochi secondi al calore dei getti), i i tecnici della Naso hanno | fatto ricorso alle cosiddette < fibre ottiche:- Fasci di tali ] fibre, che, essendo di vetro resìstono al calore, captano ; l'immagine degli ugelli e la | recano a due camere televisive, situate un paio di metri più in alto nella struttura del razzo, per la sue- | spaziali cessiva trasmissione via radio. L'apparecchiatura entra in funzione al momento stesso in cui i motori a razzo vengono accesi e la trasmissione dura fino a quando il Saturno non abbia raggiunto un'altezza di 70 chilometri circa. Dal colore e dalla forma dei getti dei gas è possibile dedurre la regolarità della combustione, così da poter intervenire con radiocomandi, in caso di necessità, per modificare l'affluenza dei propellenti. Dal regolare funzionamento del primo stadio dipende infatti In gran parte la corretta immissione In orbita dei razzi 8. C.