Politici e sportivi in eguale misura hanno il gusto degli impasti verbali

Politici e sportivi in eguale misura hanno il gusto degli impasti verbali D E F E SU DELLA LE N C U A Politici e sportivi in eguale misura hanno il gusto degli impasti verbali Ormai si usano di continuo espressioni come « metalmeccanici », « fanfanlapiriani », «minigolf», «universiadi» - Sono comode, ma contrarie alle buone tradizioni - I grandi scrittori inventavano belle ed efficaci parole composte, senza macellare i vocaboli italiani Osserva 11 Manzoni nel capitolo settimo del suo romanzo: «si sa che tutti, grandi e piccoli, facciam volentieri le cose alle quali abbiamo abilità»; ma subito aggiunge, prudentemente: «non dico quelle sole». Grande propensione ha la lingua contemporanea ad agglutinare vocaboli, tanto che per lei non rimarrà che l'italiano abbia presto a diventare un condensato di se stesso, da intendersi per assaggi; ma che anche possegga il genio che ci vuole alla composizione delle parole, troppi esempi ce ne fanno dubitare. Se la forma bempensanfe (per Benpensante) non si può dire frequente, ha tuttavia I suoi affezionati anche fra gli scrittori di professione; mentre è nota la tenacia con cui si conserva nel gergo del cinema lo stolido co-produzione (con la poco italiana stanghetta e senza), quando pur nessuno dice co-partecipazione o copetizione in luogo di Compartecipazione e Competizione. Il processo per cui oggi si giunge a unire due parole in uno, ritiene della macelleria: si scoda per lo più a casaccio la prima parola (cui deve bastare 11 privilegio d'esser la prima), e le si appiccica la seconda integralmente. Così si hanno 1 « motivi tecnici e discipiinarpsicologici » di cui parla un giornale sportivo, che rispetti tipografici hanno probabilmente trattenuto dall'adottare un tanto più logico e farmaceutico < tecnodisciplinarpsicologi- ci»; cosi si hanno i metalmeccanici, le cartolibrerie, il minigolf. E' una specie di gioco in cui non mettono bocca glottologi, bensì giornalisti e beaux esprits; onde per pochi scherzi di buon gusto (come « granpiccolo » e « brullezza » coniati dal Lilli), le tante seppur comode deformazioni come universiade, mandarancio, fanfanlapirìano. E ognun vede la straordinaria proliferazione di cui sono ormai capaci ì r refìssi fanta- e canta-, primamente trovati per fantascienza e can tautore (che è tutt'altro conio che Cantastorie e Cantafavo la), essendone già usciti fantapittura e cantapittore, e potendone presto uscire cantasuocera, per suocera che canti, e /antamogiie, per moglie tutta buona, di pura immaginazione. Il fomite di siffatte composizioni certo ci viene, in questa nostra età tecnologica, dall'in dustria, cui si devono ben noti maciullamenti quali Fedeme talli, Confindustria, Genepesca e, con triplice salto mortale, acmonital (acciaio monetario italiano) Gioverà forse ricordare che 1 Classici furono generalmente alieni dal nostri impasti verbali, e che ancora il classicista Carducci scrive.quasi senza eccezione, «in va-no», «a bastanza», «a dosso», «in somma», «da bene», «non ostante» (che meglio fa sentire il participio) E che anche quando componevano per agglutinazione rlu-scivano a conciliare l'estro con a morfologia, onde quei tanti e bellissimi composti retti da una specie d'imperativo (dei quali è esempio moderno Reggicalze): «fuggifatica» (Salvini), incantabisce, fattibello, « soffridolori » (Carducci); o altri parimente in regola, quai fededegno verdicente terricurvo cellcola infernicola e via dicendo. A loro le parole non avrebbero mai potuto dire, come dicono a noi, il dantesco « perché mi scerpi? » Oltreché comporre si suole anche apporre, recidendo la ingua nelle articolazioni. Per un salto energico come l'alfleriano « la pianta uomo », ecco il nostro infinito pullulare di etichette verbali, dal «mo tivo chiave» alla «calza maglia» (che tende a stringersi in calzamaglia), alle tantissl me altre. Non si nega che non siano comode; e per esempio la fortunata espressione «anni venti, trenta ecc. » per indicare il decennio 1920-'29 ecc., come quella che in breve accenna il costume e il colore di un periodo di tempo, è probabile che rimarrà nell'uso, quantunque sia stato dimostrato dallo storico Migliorini ch'essa è un colaticcio di rus so passatoci attraverso il fran gfcbcamqnszpicose, Non Quell'aggettivo significa cosa ipropria del figliuolo o dei 11- ha invece fondamento storico la nostra supposizione che la fortuna di «casa ma dre» sia un effetto del discredito gettato dai puristi sulla voce filiale per Succursale. Snc glluoli (amor Aliale, rispetto filiale): «ma la Casa, la Banca, la Bottega non hanno babbo né mamma». Alla quale lacuna avremmo provveduto noi appunto con la casa madre o mamma. Importa che non si abusi di queste e consimili sconnessioni telegrafiche, sotto le quali spesso ripara la nostra pigrizia a modulare, anziché semplicemente enunciare, il nostro italiana. Leo Pestelli

Persone citate: Carducci, Leo Pestelli, Manzoni, Migliorini, Salvini

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