Rapporto di Fanfani sulla politica estera di Michele Tito

Rapporto di Fanfani sulla politica estera Rapporto di Fanfani sulla politica estera Riunita la commissione Esteri della Camera • Il ministro ha insistito sulla necessità di indurre la Francia a rimanere nella Nato ed a partecipare attivamente all'integrazione europea - Deputati democristiani, socialisti e socialdemocratici esprimono preoccupazione per gli sviluppi della crisi dell'Alleanza Atlantica (Dal nostro corrispondente) Roma, 19 aprile. Gli sviluppi della situazione internazionale, sono stati illustrati dal ministro Fanfani alla Commissione Esteri della Camera. Una lunga, meticolosa esposizione che ha portato ad un dibattito molto nutrito: centrati sulla Nato, gli interventi hanno chiarito, fin dove era possibile, la posizione di ciascun partito. L'on. Malagodi ha preannunciato un passo per un dibattito in aula sulla politica estera: Fanfani ha dichiarato che il governo non vi si opporrà. Fanfani ha trattato soprattutto di quattro temi: la Comunità europea, il Vietnam, la crisi della Nato, il disarmo. Non v'era niente di nuovo da attendersi. E' risultata confermata la linea già nota del go verno. Il ministro ha tenuto a chiarire che le sue dichiarazio ni erano state lette in prece denza dall'on. Moro. Alcuni punti sono stati però precisati. Sono i seguenti. Comunità europea — Pro gressi sono stati fatti. L'Italia ne ha ricavato un vantaggio concreto perché s'è assicurata il rimborso quasi totale dei pagamenti che fa sul fondo agricolo: era una situazione in perdita, vi si è rimediato. « L'Italia — ha aggiunto Fanfani — apprende con piacere che il nuovo governo laburista considera con simpatia il problema della partecipazione inglese al Mercato comune. Però quanto si è verificato in seno all'alleanza rende imprevedibile l'immediata ripresa di un dialogo tra i Sei sugli sviluppi politici della Comunità». Vietnam — «Gli eventi delle ultime settimane confermano che gli ostacoli ad una soluzione pacifica del conflitto derivano anche dalla difficile situazione politica tra Hanoi e Pechino: sono ostacoli che continuano a condizionare l'efficacia di ogni intervento ». Nes- s e e e o sima richiesta di particolari interventi ci è stata fatta. Noto — Fanfani è stato molto cauto. Egli ha posto più l'accento sulla necessità di mantenere aperta la porta per un ritorno della Francia nell'organizzazione che non sugli elementi di crisi. L'Italia rimane convinta che l'alleanza politica e l'integrazione militare sono inscindibili; prende atto che la Francia non denuncia l'Alleanza; intende vedere quali revisioni dell'Alleanza siano opportune per farne una vera comunità di eguali; vuole approfondire il metodo della consultazione collegiale; il dissenso sulla Nato non deve essere « un motivo di intiepidimento della cordiale e stretta amicizia con la Francia ». Non si è ancora discusso del trasferimento di basi e di comandi. Disarmo — L'Italia vi si adopera, e spera che l'interruzione che si avrà tra poco alla conferenza di Ginevra favorisca una ripresa più costruttiva. Conclusione — * Quella italiana è una politica di fedeltà agli alleati, di pace con tutti, di solidarietà verso i popoli meno sviluppati >. Più esplicito sulla Nato, e più duro nei confronti della Francia è stato il democristia no Bettiol. L'atteggiamento francese — egli ha detto in so stanza — deve essere condannato. L'Italia « non deve perdere l'autobus oggi ». Ad essa si offrono concrete possibilità di acquisire, nell'ambito della alleanza, una posizione di maggior prestigio. Bisogna evitare che si crei un direttorio UsaGran Bretagna-Germania occidentale che si risolverebbe per l'Italia in un'effettiva di minuzione delle possibilità della sua iniziativa presente Quest'accenno dell'on. Bettiol che forse rende esplicito ciò che Fanfani come ministro non poteva dire, che forse in tegra l'esposizione del mini stro, riflette la preoccupazione dominante della maggioranza di governo. Vi sono tornati, più lungamente, i socialisti, che hanno indicato il pericolo di una posizione egemonica della Germania in Europa, e vi son tornati i socialdemocratici. Si è trattato anche, nel dibattito, della prossima venuta di Gromyko. L'estrema destra si è detta allarmata e ha formulato accuse di cedimenti al governo, i liberali hanno espresso il timore di scarsa fermezza a causa dei socialisti; Sceiba ha detto che i nostri impegni e il nostro indirizzo devono essere solenne mente riaffermati perché i colloqui con Gromyko possano contribuire alla distensione, La replica di Fanfani è stata breve. Sulla correttezza e l'opportunità dell'invito al ministro degli Esteri sovietico non esistono dubbi, è un viaggio previsto da molto tempo. La linea italiana e le sue alleanze sono fuori discussione. Non vi saranno modifiche. Michele Tito L'on. Fanfani ieri all'arrivo a Montecitorio (Tel.)