La scomparsa di Georges Duhamel

La scomparsa di Georges Duhamel A 82 ANNI, IN UN PAESETTO VICINO A PARIGI La scomparsa di Georges Duhamel Con Gide, Valéry, Copeau e Vildrac fece per anni parte del gruppo d'avanguardia del « Mercure de France » - Romanziere, saggista, membro dell'Accademia, combatté anche generose battaglie politiche: prima per salvare il salvabile nella Francia occupata dai nazisti, poi per organizzare la Resistenza - Marito di un'italiana, prediligeva il nostro Paese Parigi, 13 aprile. L'accademico di Francia Georges Duhamel è morto oggi a Valmodois (presso Parigi), all'età di 8ì anni. Era da I tempo gravemente ammalato. Non senza rimpianto pensiamo all'infaticabile scrittore che per anni, soprattutto fra le due guerre, generosamente e con ogni mezzo a sua disposizione, diffuse e valorizzò quegli aspetti della civiltà francese che meglio potevano aiutare la nostra Europa a ritrovare la sua libertà. Da tempo, ormai, l'amico di Romain Rolland, lo scrittore del Journal de Salavin (1927), il presidente dell'Alliance Francaise aveva ridotto la sua attività, interrotto 1 suoi viaggi, abbandonato il suo lavoro di romanziere e di saggista. Se talvolta andava ancora alle riunioni del giovedì all'Accademia, così faceva per dimenticare i suoi mali e trovare conforto nel sorriso degli amici coi quali ricordava le antiche battaglie. La battaglia con Maurois e Lacretelle per salvare il salvabile nella Francia occupata del '40; quella con Mauriac e D'Ormesson per organizzare la Resistenza; l'ultima con Guéhenno per rilanciare nel mondo l'unica "fun- dclaMdPepqdpm1C1GcAeglpldpddpqsGazione di libertà e di umane Simo della cultura francese. sQueste ed altre furono lelgenerose battaglie intraprese| da Georges Duhamel. Di alcune, non senza soddisfazione, lo scrittore ebbe la fortuna di ammirare gli splendidi frutti. Ma, giunto alla rispettabile età dei suoi 82 anni (era nato a Parigi il 30 giugno del 1884), egli subì il destino che colpisce rappresentanti anche più qualificati del nostro tempo. Come romanziere, l'autore di una delle opere francesi più note sulla prima guerra mondiale (Vie des Martyrs, 1917) sopravvisse a se stesso. Chi crederebbe, oggi, che nel 1918 Duhamel ebbe il premio Goncourt, che nel '23 una sua commedia (Lo Journée des Aveux) ebbe la fortuna di essere rappresentata da Georges Pitoèff, che a Scènes de la vie future (1930), uno dei primi libri di scoperta dell'America contemporanea, fu decretato un successo europeo? Per anni, La Chronique des Pasquier (1932-1945), storia di una famiglia borghese durante gli anni della Terza Repubblica, è stata seguita da quanti vedevano nei successivi dieci volumi l'espressione dell'evoluzione tecnica e artistica dei romanzo francese. Ma ogni vocazione reca con sé i suoi limiti. Non per caso G. Duhamel nel 1936 occupò all'Accademia francese il po sto di René Bazin. Al suo pre- decessore il romanziere sem-|bra vicino In molte qualità e per molti difetti. E sono soprattutto i difetti che in una meditata prospettiva critica risaltano anche troppo evidenti. Il narratore abile e talvolta seducente svela con troppa frequenza la sua tecnica; la tecnica non sempre sorregge un mondo di sentimenti ap- profonditi e sofferti; il mondo sentimentale non crea vivi e vitali personaggi. Ben altrimenti coetanei più dotati seppero far progredire il romanzo francese. Rispetto a Duhamel, il posto occupato da R. Martin du Gard e da Mauriac è di molto più glorioso. L'uomo era ricco di cordialità, fedele ai suo: propositi, senza rancori o risentimenti. Qualche anno fa venne per l'ultima volta in Italia e fece due visite di cui, senza falsi pudori, mi volle personalmente esporre i particolari motivi. Si fece condurre in un paesetto vicino a Novara perché in quel paesetto era nata sua moglie, Bianca Albani; e vi trovò ancora II vecchio curato che ben ricordava il panettiere emigrato in Francia con le tre splendide figlie. Poi andò al Cottolengo e su questa visita scrisse di getto le sue impressioni che volle affidare a « La Stampa ». Non so fino a che punto la moglie ab b:a aiutato Duhamel a com-lprendere il nostro paese. Cer.|to un rapporto sentimentale dovette in qualche modo convincere lo scrittore a non di menticare l'Italia in anni diffl cili. In questa opera Georges Duhamel fu infaticabile come sanno quanti lo ascoltarono nell'immediato dopoguerra, primo conferenziere francese giunto fra noi a ricordate valori culturali che una co nume civiltà rappresentava in anni di sgomento e di lenta ripresa. Chiuso il periodo creativo del romanziere e del saggista, in questa opera di avvicinamento dei popoli e degli individui Duhamel conquistò me riti che, oggi, non devono essere dimenticati. Vicino al romanziere che ha pur un suo posto nella letteratura francese contemporanea, vicino al letterato che al Mercure de France fu per anni del gruppo d'avanguardia con Gide e Valéry, con Copeau e Vildrac; vicino al medico che mai dimenticò la sua prima vocazione, credo doveroso ricordare anche l'ultima vocazione di Georges Duhamel. Con la stessa dedizione con la quale il chirurgo visse al fronte vicino ai feriti, con lo stesso generoso spirito il moralista conchiuse una vita laboriosa (Traudii, ò moti seul repos! 1959) sempre presente ad ogni ; passo, triste e lieto, compiuto daUE contemporanea. «au europa «-oniemm-» j Franco Simone GggI tm L'accademico di Francia Georges Duhamel (Tel.)