Un morto e sette tenti: drammatico bilancio delle gare motociclistiche a Milano Marittima di Enzo Masi

Un morto e sette tenti: drammatico bilancio delle gare motociclistiche a Milano Marittima Domenica, nellvimperversare del maltempo, una serie di incidenti Un morto e sette tenti: drammatico bilancio delle gare motociclistiche a Milano Marittima La vittima è Luigi Reverberi, un meccanico modenese di 27 anni - Alla fine della corsa riservata alle « 250 », ha attraversato la pista ed è stato investito da Soli - Per il corridore si teme la frattura della colonna dorsale - La competizione delle « 500 » sospesa per la pioggia, quando però si erano già verificate le spettacolari cadute di Venturi, di Mandolini e di Agostini - Venturi: lesioni ad un labbro e ad una mano - Mandolini: frattura dell'omero sinistro - Agostini: contusione cranica e stato di «choc» - Due ufficiali di polizia ed alcuni spettatori coinvolti negli incidenti (Nostro servizio particolare) Milano Marittima, 11 aprile. Un morto, sette feriti e alcuni contusi sono il triste bilancio del Gran premio motociclistico internazionale di Cervia-Milano Marittima che era valido quale terza, prova del campionato italiano seniores. Questi incidenti, che hanno turbato la giornata, pasquale della cittadina adriatica avrebbero potuto avere conseguenze ben più disastrose: ciò non è accaduto grazie all'ottimo dispositivo di protezione (costituito da migliaia di balle di paglia) e al caso. I fatti accaduti hanno indotto il direttore di corsa Luigi Lama a sospendere, all'ottavo giro. la gara delle 500 e l'intera manifestazione che doveva ancora esaurire, oltre alla prova in corso, quella, dei side.ea.rs. II primo e più grave incidente si è verificato a conclusione della gara delle 250 che si era disputata sotto un autentico diluvio, con un cielo scuro e la visibilità ridotta dalla pioggia che cadeva con furia temporalesca. Tarquinio Provini aveva tagliato vitto riosamente il traguardo da tre minuti e stavano concludendo la prova altri concorrenti. Uno di questi, Claudio Soli, venti' seienne di Roma, il quale ga reggiava su Aermaechi, cento metri oltre la linea d'arrivo si vedeva improvvisamente da venti il ventisettenne Luigi Re verberi di Modena. L'investi mento era inevitabile: il mal capitato Reverberi veniva proiettato a parecchi metri di distanza, contro il recinto di protezione, mentre il pilota cadeva a terra al centro della strada. Prontamente raccolti e trasportati all'ospedale di Cervia, il Reverberi — che aveva subito, nel terribile urto, la frattura della base cranica, la frattura esposta del femore sinistro e la frattura comminuta rechriudadadesbqutrl'mGsttibia perone sinistri vi giun- geva cadavere. Per il pilota, il medico di guardia, dott. Antonio Sarto, formulava la seguente diagnosi: .-Trauma era-I nico, commozione cerebrale, stato di choc, sospetta frattura della colonna dorsale; ferite lacero contuse al viso. 40 giorni di prognosi, .salvo complicazioni », Luigi Reverberi era un accompagnatore di una scuderia del Moto Club di Reggio Emilia per la quale gareggia il corridore Giancarlo Lombardi. Lo sfortunato meccanico stava correndo proprio verso il Lombardi, probabilmente senza avvedersi dell'arrivo della fatale motocicletta. Teneva nelle mani una tavoletta con le segnalazioni fattegli durante la gara. 11 Reverberi aveva il contrassegno di meccanico, poteva circolare liberamente sul rettilinc-o. Una fatale distrazione, assieme alle condizioni di scarsa visibilità che debbono avere impedito al Soli (il quale sotto gli occhialoni da corridore portava anche le lenti) di rendersi conto del pericolo, hanno provocato questo mortale incidente che è avvenuto a gara conclusa. La sede stradale era stata invasa in certi punti dall'acqua che non trovava sufficiente sfogo nei chiusini, e ciò metteva in forse la gara delle 500. I piloti, mentre la pioggia continuava a cadere ma con diminuita intensità, rimanevano per mezz'ora sulla linea di partenza con il motore acceso poiché il direttore di corsa non si decideva a da- re il «via». Intervenivano an-,tche i vigili del fuoco i quali criuscivano a liberare la strada jpdall'acqua. Finalmente veniva dato il via» ai concorrenti delle 500, dopo le 16,30. Già in partenza c'era uno sbandamento di Agostini, i! quale riusciva tuttavia a controllare il potente mezzo. All'inizio del quarto giro la prima caduta. Venturi, con In sua Gilern, stava inseguendo Agostini e Provini, cento metri ol- dmrcmlSrssz tre il traguardo, nel punto in cui i conduttori «staccavano» per cominciare la riduzione delle marce, in vista della prima difficile curva, al corridore sfuggiva la moto che percorreva, una cinquantina di metri e si catapultava contro la paglia, aprendo un varco. Su esso passava anche il corridore che, sul fondo viscido, scivolava lungo e disteso come sul ghiaccio. Venturi si rialzava sanguinante ad una ma¬ no. All'ospedale di Cervia ve-iniva medicato per una ferita lacero interdigitale alla mano sinistra e abrasioni al labbro superiore. Giudicato guaribile in otto giorni, era dimesso poco dopo. Nel giro successivo Giuseppe Mandolini, su Moto Guzzi, subiva analogo infortunio, pochi metri prima del punto in cui era avvenuto quello di Venturi. La moto di Mandolini finiva contro le transen- ne, dalle quali fortunatamente l pubblico aveva fatto in tempo ad allontanarsi. Ne deva- slava una ventina di metri sulla destra, mentre il pilota era sbalzato dall'altra parte della strada. Il serbatoio si staccava dal telaio c finiva nel mezzo della pista, cosi come un parafango e numerosi pezzi di legno, mentre sopraggiungevano, velocissimi, altri concorrenti che tuttavia riuscivano a schivare sia il malca pitato conduttore sia i resti della sua moto. Mandolini si rialzava da solo, tenendosi la spalla sinistra dolorante. Trasportato nello stesso ospedale veniva ricoverato e trattenuto per frattura dell'omero sinistro, abrasioni al viso, contusioni agli arti inferiori. La prognosi era di 40 giorni s. c. Feriti dalla sua moto rimanevano il capitano di P. S. Francesco Doglianl del 2' reparto celere di Padova ed il sottotenente Silvio Panlchi. Per il primo, la diagnosi era di contusione escoriata al terzo inferiore della gamba destra con ematoma pretibiale: 10 giorni di prognosi; per il secondo, contusioni alla gamba destra: prognosi 8 giorni. Anche alcuni spettatori erano leggermente contusi dai pezzi di legno delle transenne e venivano medicati sul posto All'inizio dell'ottavo giro, ancora nel punto in cui era ca-ritito Venturi, toccava la stessa sorte a Giacomo Agostinilanciatissimo. Era questo l'incidente più impressionante: la macchina schizzava come un proiettile sull'asfalto bagnatoproseguendo per duecentocinquanta metri, sfondava le balle di paglia nella curva terminale del rettilineo, travolgeva il carretto dell'accalappia, . ,„ , cani comunale, posto all'esterno, nel tratto tra 1 ingresso e e a- i a e si l | il circuito vero e proprio, e finiva contro una « 1500 » in sosta, danneggiandola notevolmente. Agostini, qualche metro dietro il suo mezzo, scivolava pur egli velocissimo sul dorso e tentava, aiutandosi con le mani, di portarsi ai lati della strada: due concorrenti 10 sfioravano, fortunatamente senza toccarlo. Sarebbe stato un disastro. Agostini Univa contro la paglia della curva dove si trovava un addetto dell'organizzazione il quale veniva proiettato in aria, ricadendo sulla strada, fortunatamente senza conseguenze. Il giovane campione, che sanguinava dal capo e ria varie parti del corpo, dopo qualche minuto perdeva conoscenza. Il dott. Antonio Sarto gli riscontrava contusione cranica, choc traumatico; escoriazioni multiple con una prognosi di 15 giorni salvo complicazioni. Nella tarda serata Agostini riprendeva conoscenza e le sue condizioni apparivano netta mente migliorate. Veniva ri coverato anche l'accalappiacani Giovanni Merloni di Cervia, per sospetta frattura della ti bia sinistra. Dopo questo incidente, con 11 pubblico sul rettilineo che gridava, «basta! basta! >, la manifestazione veniva sospesa nonostante la. protesta di al cuni corridori che volevano proseguire e che hanno spor to reclamo. Le cause di queste tre cadute, pressoché analoghe, sono dovute principalmente al fon do bagnato e forse anche ad una macchia d'olio rimasta sul terreno dopo l'incidente mortale avvenuto alla fine della prova delle 250. Non risulta tuttavia che sia stata aperta un'inchiesta. Enzo Masi | ifsmtvdld1sucl Una delle molte ed impressionanti cadute verificatesi domenica pomeriggio sul circuito motociclistico di Milano Marittima (Telef.) e o o o i a i i a i i Giacomo Agostini riceve i primi soccorsi subito dopo l'incidente (Telefoto)

Luoghi citati: Cervia, Milano, Modena, Padova, Reggio Emilia, Roma