Cento rare incisioni di Piranesi

Cento rare incisioni di Piranesi ART I ED ARTI S T I Cento rare incisioni di Piranesi Il pittore cinese Zoo Wou-Ki fra l'espressionismo astratto e il naturalismo simbolista - Le opere di Nello Pasquali, nate da una dolorosa condizione umana Molti torinesi ricorderanno la magnifica mostra di Giovanni Battista Piranesi allestita nel 1961 alla Galleria civica d'arte moderna dal dottor Ferdinando Salamon con la collaborazione di Vittorio Viale, la più completa rassegna tentata in Europa delle opere del | sommo incisore veneto. Si videro allora nelle prime tirature i Grotteschi del 1743, le Carceri del 1745 e del 176061, le Antichità romane del 1748, le Magnificenze di Roma, le Vedute di Roma del 1745-78, le Antichità romane nell'edizione del 1784, le Opere varie di architettura, le Antichità di Albano e di Castel Gandolfo, le straordinarie venti acqueforti delle Vedute di Pesto, e ben 57 preziosissimi disegni prestati da musei europei e americani. Fu uno spettacolo indimenticabile che giustificava il giudizio di un grande storico dell'arte, Cari Justi, sul Piranesi: «La magia dei suoi fogli ci affascina, una forza irresistibile ci trascina nei suoi abissi, nelle profondità del mondo ultraterreno ». Ora questo fascino si rinnova con la selezione di pagine piranesiane presentata dal Salamon, uno dei maggiori esperti italiani dell'incisione antica, nelle sue sale di corso Matteotti 23 dov'è raccolto un centinaio di prove rarissime, alcune delle quali non comparvero nemmeno nella mostra torinese del '61: come i quattro esemplari antilettera di Paestum, stampati prima dell'imprimatur del 15 settembre 1778, e quindi senza la firma e la descrizione; dei quali due sono in prova unica al mondo, e due hanno la loro replica al Museo di Boston. Anche le Antichità Romane de' Tempi della Repubblica riappaiono' complete nella rara edizione! n i i d,el "4f. ln/,Leme con,lecinta di Albano e di Castel Gandolfo del 1764, dove la potenza del senso plastico-spaziale dell'artista tocca forse il suo culmine. Ancora una volta l'energia del segno lascia sbalorditi, e ricordando il ritratto del Piranesi inciso dal Polanzani davvero si pensa che una forza demoniaca doveva animare il lavoro del formidabile visionario che soltanto in Rembrandt ebbe il suo rivale. * * Altre volte si videro a Torino pitture del cinese Zao WouKi, nato a Pechino nel 1921 e dal 1948 stabilito a Parigi dove lavora con successo, ma soltanto ora nell'ampia mostra allestita alla «Bussola» e presentata sul catalogo da Renzo Guasco la sua personalità si delinea compiuta almeno per quanto riguarda la stia produzione recente. Come nota il Guasco, egli ripropone il problema dei rapporti fra la pittura orientale e quella occidentale, europea e americana, e delle reciproche influenze: nel senso che questo delicato e colto artista ondeggia fra l'espressionismo astratto che contrassegna il gusto di vari pittori cino-giapponesi che hanno assorbito la cultura figurativa dell'altra sponda del Pacifico (con gli inevitabili riflessi francesi), e un vago ricordo del naturalismo simbolistico tipico dell'antica pittura dell'Estremo Oriente. Sembra inoltre che questo ricordo prevalga nei paesaggi più recenti di Zao Wou-Ki, dove la linea dell'orizzonte si perde indecisa fra il piatto terreno acquitrinoso e il cielo teso come un pallido raso, a rievocare certe logore sete dei vecchi paraventi giapponesi. Pittura ad ogni modo gentilissima, che lascia adito a un vago fantasticare. * * «Il caso di Nello Pasquali, che a cinquanta anni suonati presenta la prima mostra di disegni e tempere, è il caso d'un selvaggio approdato attraverso un doloroso itinerario segreto alle sponde della visione artistica contemporanea ». Così Massimo Mila annunzia la mostra di disegni, monotipi e tempere allestita nella saletta « Dantesca » della Libreria Fcgola dall'amico che lotta coraggiosamente contro il male che ne ha minato Tanti ca prestanza tìsica; e aggiunge: « E' lo sfacelo di un universo ch'era stato una gloria dei sensi, e che ora lo spirito ripossiede, nella sua decomposizione, penetrandone le realtà seconde ». E' una dolorosa condizione umana di cui bisogna tener conto osservando questi fogli dai quali sempre spira una sofferenza affrontata con un coraggio pari alla dignità spirituale. I titoli parlano eloquentemente: Città morta. Paese malato, Dissolvimento, Acque morte, Diario d'ospedale... e parlano i segni da cui sempre sembra trapelare una sconfinata malinconia, qualcosa come un ricordo di felicità perduta. Mostra patetica, dove l'arte — arte autentica — è tutta confessione, autobiografia trasformata in una continua tensione lirica. mar. ber.

Luoghi citati: Boston, Castel Gandolfo, Estremo Oriente, Europa, Parigi, Pechino, Roma, Torino