I giudici non ascolteranno Fenaroli ed il PM chiede per lui cinque anni

I giudici non ascolteranno Fenaroli ed il PM chiede per lui cinque anni I giudici non ascolteranno Fenaroli ed il PM chiede per lui cinque anni Poi propone quattro anni a Sacchi e l'assoluzione agli altri tre imputati di bancarotta - Il geometra, dall'ergastolo, aveva domandato di presenziare al processo - Il Tribunale ha respinto la sua richiesta - Il difensore insiste: «L'impresa di Fenaroli non andava male: che motivo aveva di far uccidere la moglie?» (Dal nostro corrispondente) Milano, « aprile L'udienza di oggi al processo per bancarotta contro Giovanni Fenaroli, Egidio Sacchi, Arnoldo Stretti, Guido Lavizzari e Bruno Damiani (ritenuti responsabili, nella loro qualità di amministratori, del fallimento della « Fenarolimpresa ») è stata movimentata: il geometra, dal penitenziario, aveva chiesto di intervenire nel dibattito ma la sua domanda è stata respinta; poi il P. M. ha pronuncialo la re- quisitoria proponendo la condanna di Giovanni Fenaroli a cinque anni, di Egidio Sacchi a quattro e l'assoluzione per gli altri tre imputati. Stamane, all'apertura dell'udienza, il presidente ha informato che Giovanni Fenaroli, dall'ergastolo di Porto Azzurro (Elba), aveva chiesto telegraficamente di poter essere presente al dibattito. Il ripensamento è dovuto al fatto che, nel corso del dibattito, il curatore del fallimento ha riferito al tribunale che la situazione della « Fenarolimpresa » non era catastrofica e un concordato era non soltanto possibile ma addirittura probabile. Questo fatto potrebbe togliere validità al movente per il delitto Martirano: Fenaroli non sarebbe stato tentato, infatti, di ricorrere all'assassinio della moglie per incassare i 150 miliorli della polizza di assicurazione sulla vita della donna. Il telegramma inviato da Fenaroli ai giudici di Milano dice: «Voglio presentarmi in Tribunale alla ripresa del processo dopo la sospensione per le vacanze pasquali ». Non è stato accontentato. Il tribunale, dopo un'ora di camera di consiglio, ha respinto questa richiesta rilevando nell'ordinanza, che « quello del Fenaroli — dopo l'iniziale rinun eia a presenziare al dibatti mento — altro non sarebbe che un nuovo tentativo di dilazionare il processo ». Sulla situazione della «Fe narolimpresa » ha poi deposto il dott. Vahan Pasargiklian commercialista milanese at tualmente consigliere delegato | viato a domani della «Banca Popolare». '.Verso la fine di maggio del 1958 — ha detto — il Fenaroli venne da me per farsi assistere nella delicata situazione in cui si trovava. Esaminati i libri contabili e tutto quanto riguardava la " Fenarolimpresa", ne ho potuto dedurre che la situazione non era poi cosi catastrofica come si e sempre voluto far credere. In altre parole, una volta trovato un accordo (non impossibile) con la " Italcasse ", un concordato sarebbe stato senz'altro raggiunto ». Il testimone ha soggiunto: « Il concordato poteva andare a buon fine, indipendentemente da altri avvenimenti e con questo intendo riferirmi all'assassinio della signora Maria Martirano ». Non appena conclusa la deposizione del dott Vahan Pasargiklian, il difensore di Fenaroli — avvocato De Cataldo — ha dichiarato: «Queste deposizioni smantellano completamente il movente del delitto. Fenaroli non aveva nessun bisogno di far uccidere la moglie. Aveva raggiunto un onorevole concordato che gli permetteva di guardare con fiducia all'avvenire senza architettare piani diabolici. Lo abbiamo sempre sostenuto e lo ripeteremo. E' stato (come in effetti è avvenuto) soltanto una vittima. Chiedo quindi la acquisizione agli atti dello scadenziario delle cambiali di Fenaroli, la citazione dell'onore vote Arcaini direttore generale della "Italcasse" e di altri undici testimoni, tra i quali il fratello del geometra, l'ing. Giuseppe Fenaroli». A questo punto vi è stato un contrasto tra l'avvocato De Cataldo, il Pubblico Ministero e il patrono di parte civile prof. Dall'Ora che si sono opposti alla richiesta del Fenaroli. «Non è lecito che Fenaroli continui a giocare a rimpiat tino con la giustizia: oggi non c'è; domani vuole esserci. Non si gioca con la giustizia! » ha detto il prof. Dall'Ora polemizzando vivacemente con l'avvocato De Cataldo tanto che il Presidente ha dovuto ammonirli. Va ricordato che, a proposito del movente dell'omicidio Martirano i giudici delle Assise d'Appello hanno già risposto affermando, nei motivi della sentenza che confermava l'ergastolo, che il Fe naroli era stato spinto al de litto non dalla preoccupazione di sanare finanziariamente Una situazione di dissesto bensì dalla aspirazione di iniziare delle nuove imprese e (cosa fondamentale) dal desiderio di sbarazzarsi della moglie. Conclusa questa parte testimoniale, ha preso la parola il P. M. per la requisitoria: egli ha proposto la condanna di Fenaroli e Sacchi per bancarotta fraudolenta, applicando la amnistia soltanto per i reati di bancarotta semplice e ricorso abusivo al credito. Ha chiesto l'assoluzione per insufficienza di prove degli accusati Arnoldo Stretti e Guido Lavizzari e quella con formula piena per Bruno Damiani, che non è presente al dibattito. Dopo brevi arringhe degli avvocati Stazzi e Ricci (patroni del Damiani e del Lavizzari) il dibattito è stato rin- g. m. Giovanni Fenaroli mentre lavora in un ufficio di Porto Azzurro (Telefoto)

Luoghi citati: Martirano, Milano, Porto Azzurro