I migliori cani da «ferma» d'Europa presenti a Chieri alle gare di caccia di Giorgio Lunt

I migliori cani da «ferma» d'Europa presenti a Chieri alle gare di caccia I migliori cani da «ferma» d'Europa presenti a Chieri alle gare di caccia Alla tenuta « S. Anna» si è disputata la «Coppa Europa» riservata ad esemplari di razza inglese • Vi hanno partecipato venti animali in rappresentanza dell'Italia, Francia, Belgio, Svizzera e Germania - Ha vinto la squadra italiana formata da due « pointer » e due « setter », seguita dalla svizzera e dalla francese - Il valore commerciale delle bestie si aggira sui 3-4 milioni (Dal nostro invinto speciale) Chieri, 6 aprile. L'Italia sta facendo collezione di « Coppe Europa ». Dopo i calciatori dell'* Inter » e i baskettisti del «Simmenthal », è ora la volta dei cani cosiddetti da « ferma ». le simpatiche bestiole che l'uomo] addestra per facilitargli l'uccisione della selvaggina. Il cane fiuta la preda, la scova e l'assedia fino a quando il padrone, avvicinandosi con la doppietta imbracciata, costringe l'innocuo avversario ad uscire dal nascondiglio per essere impallinato (o per cercare un altro rifugio, se il cacciatore è una schiappa). Centinaia di cinofili sono convenuti ieri a Chieri da tutta Italia per assistere, nella tenuta « Sant'Anna », alla disputa della « Coppa Europa » riservata al cani da « ferma » di razza inglese, setters e pomters. La manifestazione, organizzata dall'Enei (Ente nazionale cinofilia italiana), rivestiva un interesse non solo spettacolare. Di cani da caccia ne esistono in Italia decine di migliaia, di tutte le razze e specialità. Ma pochi riescono a classificarsi « campione », un titolo che si traduce in un autentico filone d'oro. Un cucciolo di setter o di pointer costa dalle 50 alle 60 mila lire. Per farlo addestrare a regola d'arte, il padrone deve sobbarcarsi ad una spesa non indifferente (tra l'altro, bisogna fargli fare 11 tirocinio in Jugoslavia, perché le nostre leggi non consentono di alle narlo nelle campagne della penisola, durante la chiusura della stagione venatoria). Su trecento esemplari, uno o due emergono al punto di concorrere In campo internazionale Ma quei pochi rendono — ci assicurano 1 competenti — circa un milione all'anno, come riproduttori. Non c'è da stu pirsi se il valore commerciale di questi campioni a quattro zampe supera quello di una «fuoriserie»: si parla di tre, quattro milioni. Altro particolare curioso: 1 cani che partecipano a questi concorsi non hanno mai sulla coscienza la morte di una quaglia, di una starna o di una pernice, perché il loro compito si limita ad individuare con la maggiore celerità (e senza lasciarsi buggerare dal volatile) la preda. A « fermarla », insomma. I loro proprietari o « conduttori » non hanno fucile, la graduatoria viene compl- lata in base a punteggi per iniziati, e di cui i profani come noi capiscono ben poco. Nella prova di ieri erano in lizza cinque squadre di quattro cani ciascuna, in rappresentanza dell'Italia, Francia, Germania, Svizzera e Belgio. Internazionale la giuria, degni dell'-Almanacco di Gotha» i nomi dei concorrenti. Scorrazzando nei prati della tenuta, gli aspiranti campioni dovevano « fermare » solo le starne — non disseminate per la circostanza, ma che hanno in quella zona il loro effimero regno —, davanti allo sguardo severissimo degli esperti. Bastava che un animale si lasciasse frullar via di sotto il naso una starna prima di averla « puntata », e la sua abilità era subito compromessa. Ha vinto la squadra italiana — la favorita, per le precedenti prestazioni — composta da « Or del Cecina » (un pointer maschio dell'ing. Aldo Grana, conduttore Giachino, e che si è anche classificato al primo posto individuale), «Fineo del Feltrino » (altro pointer maschio, del dott. Franco Grassi), « Raymond's Prince » (setter inglese, proprietario Vincenzo Guerrini) e «Litz» (altro set ter, dell'ing. Maurizio Testone). Al posto d'onore la Svizzera, seguita dalla Francia, La competizione si è conclusa con un banchetto per i proprietari; i veri protagonisti hanno dovuto accontentarsi del solito vitto: un pasto al giorno, comprendente 400 grammi di carne, verdura, vitamine. Chissà quanti loro compagni a quattro zampe — e anche molte persone — Invidierebbero una simile dieta (non per nulla la cinofilia di questo tipo è considerata uno sport ma anche un lusso). Giorgio Lunt II pointer Or del Cecina durante una « ferma » ieri nella riserva S. Anna (Moisio)

Persone citate: Aldo Grana, Franco Grassi, Giachino, Maurizio Testone, Moisio, Vincenzo Guerrini