P. M.: due anni di carcere per i giovani che distribuirono i manifestini a Milano

P. M.: due anni di carcere per i giovani che distribuirono i manifestini a Milano Le richieste del rappresentante dell'accusa P. M.: due anni di carcere per i giovani che distribuirono i manifestini a Milano Per i due tipografi il magistrato propone 11 mesi - Nella sua requisitoria si duole che gli imputati siano stati posti in libertà - Sostiene che i volantini erano atti a turbare la pubblica opinione, anche quelli dei due ragazzi radicali - «Chiedere il riconoscimento dell'obiezione di coscienza — afferma il P. M. — può essere una libera espressione se pubblicata su una rivista, su un volantino no ! » - Ed ancora: « Possiamo anche rispettare i loro pensieri, a patto che non li manifestino » - Questa sera la sentenza sionale ha tenuto immediatamente a sottolineare che il manifestino incriminato non faceva affatto l'apologia di un reato ma si limitava a invocare una legge che. riconoscesse il diritto all'obbiezione di coscienza, auspicava che nel 1969 l'Italia uscisse dal Patte Atlantico, e che quindi in un I caFodprosieguo di tempo abolisse le sue forze armate per destinare ad opere di pubblica utilità le ingenti somme attualmente destinate agli armamenti. « Questo è un programma politico, espresso per giunta con costila ili linguaggio. — ha esclamato con foga l'avvocato — Incriminare una persona perché chiede una nuora legge? Ma gai, signori della Corte, siamo olire ogni limite ili tollerabilità!». Ed è assurdo parlare di istigazione di militari alla disobbedienza prima di tutto perche i manifestini non erano diretti specificatamente ai militari bensì «apertis verbis» a tutti i cittadini, poi perché si limitavano ad esprimere un programma politico, non violento, espresso in termini estremamente civili. « La libertà dì pensiero è un dirilto primario di tulli i cittadini — ha concluso l'avvocato —, chi la esercita, lungi dall'essere incriminato, deve essere tutelato dagli organi dello Sialo». Anche l'avvocato Donati, che parlava in difesa di Tullio Muraro, uno dei diffusori dei ma ddecad'chdanedinicelesi bapomderetrdi nifestini « filocinesi >, latitante o e i e a o . l o a a ha battuto sullo stesso tasto. Egli ha. ammesso die le espressioni usate dai ragazzi membri della Lega anti-imperialista sono dure, che le loro opinioni sono discutibili, ma si tratta pur sempre di valutazioni politiche. La Nato esiste, è un fatto, e come c'è chi la ritiene un vantaggio per il nostro paese e desidera che sia rinnovata e rinforzata, così c'è chi la ritiene un danno e ne auspica lo scioglimento. Per aversi istigazione di militari alla disobbedienza — ha incalzato l'avv. Viviani, difensore di un altro latitante, Giorgio Soragna — bisogna appunto compiere un'azione che induca i nostri soldati a violare i loro doveri, cosa che gli imputati nel caso specifico si sarebbero ben guardati dal fare. Essi infatti nei loro scritti, dopo aver criticato in termini sia pur violentissimi l'atteggiamento del governo americano e del no stro, a quale conclusione sono arrivati? Hanno forse detto ai soldati o ai cittadini di ribellarsi? Macché. Come tutta conclusione hanno invitato i mi lanesi di tutte le categorie a partecipare a una riunione al cinema Giardini dove si sareb be costituito un nuovo movi mento politico di sinistra. L'avv. Forchino, anch'egli legale del Soragna, ha rilevato che questo processo è nato e si svolge in base a norme gin ridiche superate _ che possono avere valore solo se interpre tate nello spirito della Costituzione. L'avv. Mazzola e l'avv. De Villa, che hanno parlato in difesa dei due. tipografi, Fiorili e Cordani, hanno insistito sulla «non volontarietà» delle omissioni in cui sono incorsi i loro patrocinati. «Mi auguro — ha detto l'avv. Mazzola — che non arrivi mai il giorno in cui do cremo sottoporre i nostri scritti alla "censura" dei tipografi resi timorosi dalle minacce di ingiuste condanne ». Domani parleranno gii ulti mi difensori, fra cui il prof. - Dentala e l'on. Lelio Basso i Gaetano Tumiati 11rtsprd (Nostro servizio particolare) Milano, 28 marzo. Due anni di reclusione per i fratelli Strile Lievers che :1 4 novembre scorso diffusero manifestini radicali di intonazione pacifista; duo anni di reclusione c un mese di arresto ai sette giovani « filocinesi » che propagarono volantini in cui si denunciava « l'asservimento dell'Italia all'imperialismo Usa » e « la criminosa politica* degli Stati Uniti nel Vietnam; undici mesi di reclusione per i due tipograli: con queste richieste il P. M. dottor Alma ha concluso oggi la sua requisitoria al processo dei manifestini. E' stata una requisitoria dura. Roseo, pacioso, gioviale all'aspetto, parlando con tono dimesso quasi sottovoce, una citazione dopo l'altra, senza neppur l'ombra di ciucila aggressività formale che contraddistingue tanti suoi colleghi, il rappresentante dell'accusa è stato tuttavia molto rigido nei confronti degli imputati. Egli ha insistito sulla loro « pericolosità sociale » su cui qualcuno aveva avanzato qualche dubbio, ha detto che gli stessi sorrisi che di tanto in tanto apparivano sulle loro labbra, lungi dall'osser sintomo di una coscienza tranquilla, erano per l'appunto la riprova di questa loro pericolosità, il segno evidente di una ostentata spavalderia. E ha difeso la incarcerazione pre smncrcsc1Apsrtt«lce—pgttptdnmtetventiva da lui stesso ordinata in attesa del processo. «Se dovessimo ritornare indietro — ha affermato — rifarei esattamente Quello che ho fatto». Quanto all'aspetto giuridico egli ha esordito analizzando prima di tutto il meno grave fra i diversi reati contestati agli imputati: la violazione dell'articolo 656 del codice penale che punisce la pubblicazione o diffusione di notizie false, esagerate o tendenziose, atte a turbare l'ordine pubblico. A suo avviso tanto i diffusori quanto il tipografo che stampò i due manifestini «filocinesi » — quello radicale in questo caso non c'entrava ■— si sarebbero senza dubbio resi colpevoli di questo reato. Espressioni come « / monopoli che hanno venduto la nostra indipendenza nazionale», «L'imperialismo Usa erede del nazifascismo», «I melodi banditeschi degli Stali Uniti», «Governo e Parlamento asserviti agli Usa » non potrebbero generare incertezze. Se non si tratta di notizie false, sarebbero in ogni caso notizie tendenziose. Circa la loro idoneità a turbare l'ordine pubblico il P. M. si è detto altrettanto sicuro. In ognuna di queste « notizie » egli infatti ha chiaramente ravvisato uno stimolo alla tot ta, un incitamento a rovesciare l'attuale sistema. Anzi a suo avviso di questo reato si sa rebbero resi colpevoli indistintamente tanto i giovani che distribuirono i manifestini quanto quelli che semplicemente li trasportarono o che — come lo Zambarbieri — assistettero alla loro diffusione. Tutti appartenevano alla Lega anti-imperialista, il disegno era comune, saremmo quindi di fronte a un caso tipico di «concorso» di reato. Passando ad analizzare il secondo e più grave reato ascritto agli imputati — l'istigazione di militari alla disohbedienza — il dott. Alma ha asserito che, ai fini di accer tare la colpevolezza, non ha alcuna importanza se i mani- festini siano o no capitati in mano ai militari, a.bbi£tnoo no avuto il potere di suscitare effettivamente sentimenti o moti di insubordinazione. Basta che gli scritti siano diretti ai militari e abbiano un contenuto tale da poter suscitare questi sentimenti e questi moti. Qualcuno si attendeva che il dott. Alma sarebbe stato più benevolo col manifestino radicale di intonazione pacifista redatto dai fratelli Strili Lie- vers. Invece egli, sempre con il suo tono pacato e dimesso, lo ha delinito «anche più pericoloso, perche più subdolo ». «Chiedere il riconoscimento dell'obbiezione ili coscienza — ha detto — può essere considerato una libera espressione di pensiero, se tuie richiesta viene espressa su una rivista. In un volantino, no!». Ed ha aggiunto che egli si sarebbe inchinato se questi paladini dell'obbiezione fossero stati mossi da spirito religioso; ma essendo tale spirito estraneo alla mentalità dei due fratelli Strile Lievers, i quali nell'obbiezione di coscienza vedevano soltanto un passo verso la abolizione di tutte le forze armate, nelle loro azioni si potevano ravvisare soltanto gli estremi dell'apologia di reato.«Possiamo anche rispettare i foco pensieri — ha detto il P. M. — (i patto clic non li manifestino». Ed ha concluso citando un passo del Vangelo in cui si parla di malepiante che debbono essere estirpateL'avvocato Malagugini, patrono dei fine fratelli Strili Lievers, nella sua arringa defen-

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