Un dramma sull'assassino di Kennedy con Albertazzi e la Proclemer a Roma

Un dramma sull'assassino di Kennedy con Albertazzi e la Proclemer a Roma Un dramma sull'assassino di Kennedy con Albertazzi e la Proclemer a Roma Grande pubblico per la prima di "Pietà di novembre", di Franco Brusati, con la regìa di Zurlini - La figura di Oswald non è ricostruita biograficamente; l'autore ha cercato di spiegare le ragioni del suo gesto raccontando la storia di un personaggio immaginario - Successo dello spettacolo, il più lungo applauso a Sergio Tofano (Nostro servizio particolare) Roma. 26 marzo. Questa sera, al Teatro Eliseo, c'era tutto il gran mondo romano per la «.prima» assoluta della novità di Franco Brusati * La pietà di novembre ». Il dramma, secondo quanto era stato annunciato, avrebbe portato sulla scena la figura di Lee TI. Oswald, presunto assassino di Kennedy. L'attesa dello spettacolo era cosi viva che nel pomeriggio la corsa ai biglietti aveva raggiunto punte altissime, e nella platea molte attrici — da Sandra Milo a Jacqneline Sassard, da Monica Vitti ad Andreina Pugnani — sono passate fra il pubblico (masi inosservate. Di iiuesto dramma si parla da più di un anno, in un crescendo di anticipazioni suggestive. Il regista Valerio Zurlini aveva dichiarato che tutto il lavoro è dedicato a Kennedy, «l'uomo che abbiamo molto amato, e che quando fu ucciso sembrò togliere al mondo lo smalto della giovinezza». Molto abilmente, Brusati aveva sottolineato come avesse inteso fare opera di invenzione e non di storia, senza neppure tentare di dare una soluzione agli interrogativi che l'ucci sione del Presidente degli Stati Uniti aveva sollevato. E an nunciava un dramma composto di due storie parallele, quella di un Oswald «possibile » che però ricalco i I momenti fondamentali della o à o e e o i a a e . a o . ¬ nta del personaggio originale. — intrecciata alla vita stessa dell'Oswald vero: una contaminazione di fantasia e storia, in un contrapputo che potrebbe ricordare quello usato da Brecht nell'* Arturo Ui ». Lo spettacolo si annunziava piuttosto complicato. Cos'i com'è andato in scena, è la storia di Luca, italiano di estrazione borghese, educato da una madre-bambina ad inseguire sogni imprecisati di grandezza. Egli mal si adatta agli studi e al lavoro. Emigra nel Nord ma non riesce od inserirsi nell'ingranaggio di una civiltà industrializzata, sembra che entri a far parte di un partito di estrema sinistra, ma la sua ideologia è confusa e viene, messo da parte; si sposa ma anche il matrimonio naufraga. Risentito con la società, parte, ritorna, farnetica di compiere il gesto che lo tramandi alla storia, scivola sempre più nella nevrosi. « E' un pagliaccio che recita la disperazione, ma la disperazione è sincera ». Finisce razzista, intollerante: come un'ombra, sempre più ripiegato su se stesso, scompare fra le quinte. E Oswaldi 1 suoi gesti clamorosi, i grossi errori, le brucianti frustrazioni? Il clima di aberrante fanatismo in cui si c tessuta la sua vicenda? Nello spettacolo di Brusati la storia di Luca ha un suo svolgimento autonomo. Osicald ne è solo la cornice Egli appare nel primo quadro — lui è bambino —, a metà storia — quando ritorna dalla Russia —, nell'ultima scena, quando il sipario cala sui tre spari del £2 novembre 1963. Malgrado iiuesto il consenso del pubblico è stato caldo e sincero. Tutti gli attori — Albertazzi e la Proclemer, Tofano e la Torridi, Serata e la Mommi — so?io stati molto applauditi anche i scena aperta (per la cronaca, l'ovazione più lunga è andata a Sergio Tofano/ Numerose chiamate atto fine onche per l'untore e [il regista. Le scene sono di ÌPier Luigi Pizzi. 1. m. , a a tgsssmslbciII Anna Proclemer interprete di «La pietà di novembre» al Teatro Eliseo di Roma

Luoghi citati: Roma, Russia, Stati Uniti