La risposta italiana alla nota della Francia di Sandro Volta

La risposta italiana alla nota della Francia I**?b» fa evisi delia Hfato La risposta italiana alla nota della Francia Il documento (brevissimo e ancora segreto) consegnato dal nostro ambasciatore al governo di Parigi (Dal nostro corrispondente) .eParigi, 26 marzo. A mezzogiorno, l'ambasciatore d'Italia, Giovanni Fornari, è andato al Quai d'Orsay e ha consegnato la risposta italiana al memorandum che il governo francese aveva inviato il 10 marzo ai quattordici membri dell'Alleanza atlantica. Non se ne conosce il testo, però si sa che occupa soltanto una pagina e vi è evitato ogni spunto polemico: sembra, insomma, che Roma si sia limitata ad accusare ri- ilbzpgvbazgbcrcevuta del documento france- ! Pse, e ciò si spiega, perché, dopo la presa di posizione comune dei giorni scorsi da parte dei quattordici, non c'era ragione di aggiungere altro. Anche Washington e Londra hanno risposto a quel memo rdrmarrandum e, una per una, stan-ìrno arrivando al Quai d'Orsav!rle risposte degli altri alleati!catlantici; soltanto la risposta americana è stata resa pubblica. Vi è detto che il documento francese « sembra essere un'indicazione da parte del governo di Parigi di un progetto di azione futura d'ordine generale che intende seguire, piuttosto che un invito a discutere richieste precise». Gli americani cioè, pur fis cssando fin da ora i limiti entro cui dovranno essere contenute eventuali trattative bilaterali, evitano qualsiasi presa di posizione, lasciando ai francesi la iniziativa di ogni nuovo passo. « La comunicazione — afferma infatti la risposta di Washington — è imprecisa in ciò che concerne le misure che il governo francese si propone di prendere. Essa non indica neppure quando né come pensa di dare effetto a tali propositi. Il governo degli Stati Uniti attenderà così chiarimenti sulla posizione del governo francese per ciò che concerne gli accordi bilaterali esistenti trn|la ^rancia e gli Stati Uniti,Itenendo conto dei legami che\ esistono tra questi accordi e il trattato Nord Atlantico. Nella misura in cui questi accordi bilaterali prevedono agevolazioni militari agli Stati Uniti per l'esecuzione dei loro impegni di fronte alla Nato, il governo americano consulterà, bene inteso, ugualmente i suoi alleati della Nato prima di iniziare trattative con Parigi ». La parola è. dunque óra. al generale De Gaulle e negli ambienti responsabili ai lascia capire che Parigi risponderà rapidamente, forse prima di Pasqua. Le Monde osserva pe¬ rò stasera che <cla definizione di un atteggiamento preciso riguardo a ognuno degli innumerevoli accordi e organismi ai quali la Francia ha aderito richiederà molto tempo ». La Francia, infatti, intende ìritirarsi dalla Nato ma rimane!re nell'Alleanza atlantica. Ciò !crea una infinità di problemi che devono essere risolti caso per caso. Così, per esempio, sembra che i francesi si propongano di mantenere la loro partecipazione al gruppo consultivo per la ricerca e le realizzazioni aerospaziali, al Centro di ricerche antisottomarine della Spezia, all'agenzia che gestisce le pipeiines, eccetera. In linea di massima, pare che la decisione gollista verrà pre- i sa caso per caso, tenendo conto di un criterio unico: la volontà di mettere fine ad ogni subordinazione francese a un comando straniero. Le trattative franco-americane verranno poi complicate da quelle franco-tedesche per decidere se e in quali condizioni le truppe francesi potranno rimanere nella Germania Occidentale, anche quando cesseranno di essere integrate nella Nato. In ogni caso, sembra inevitabile che gli Stati Uniti ritirino a quelle truppe le armi atomiche tat- n|tiche di cui dispongono ora ,Isotto doppio controllo. e\ Sandro Volta

Persone citate: De Gaulle, Giovanni Fornari