Inattesa visita di Saragat nell'Università di Padova di Gigi Ghirotti

Inattesa visita di Saragat nell'Università di Padova Il viaggio del Capo dello Stato nel Veneto Inattesa visita di Saragat nell'Università di Padova Il Presidente ha accettato l'invito degli studenti, cambiando il programma ufficiale • E' stato accolto, con un tumultuoso erompere di canti, suoni e applausi, dagli universitari nei variopinti mantelli goliardici e da un'orchestra di ragazzi in cilindro e giacca a code - In questo lieto ambiente, nel celebre cortile del Bo, Saragat ha inviato un messaggio ai giovani italiani ricordando che la scuola deve essere aperta a tutti - Poi si è recato nel Polesine - Oggi va a Verona (Dal nostro inviato speciale) Mantova, 25 marzo. Da Padova a Rovigo e di qui a Mantova, passando per Lendinara, Badia Polesine, Castelmassa, Ostiglia. Stasera, quando il Presidente della Repubblica è arrivato a Mantova, il cielo era fosco. In una luce di tempesta erano allineati davanti al Palazzo Ducale gli stendardi dei comuni della provincia, tra cui Curtatone, Goito, Solferino, Monzambano, Castiglione delle Stiviere, Sermide, Castefdàrio. Mantova era lo spigolo lombardo del quadrilatero, entro cui Francesco Giuseppe accampava le sue truppe, e condivise con i veneti le ansie e le glorie della vigilia. Passando per il Polesine, l'on. Saragat ha toccato o sfiorato i luoghi dove per prima si accese la scintilla del moto unitario. Da Lendinara arrivò a Padova il patriota Alberto Mario, per accendervi tra gli studenti di quell'Ateneo il moto insurrezionale dell'8 febbraio 1848, che fu il principio dell'incendio. A Fratta Polesine, accanto al luogo dove i remoti cospiratori polesani si riunivano intorno alla « vendita carbonara » (1815), sorge la casa natale di Giacomo Matteotti, e non è certo gratuito l'accostamento che il presidente Saragat ne ha poi fatto celebrando, a Rovigo, anche questa memoria. La giornata incomincia a Padova, con una visita al Museo civico, dove sono adunate le memorie del Ri sorgimento, e poi alla Basilica del Santo, visita que sta assolutamente privata e fuori programma. Saragat è quindi entrato nel cuore vivo della città. E' salito cioè: nell'immensa Sala del la Ragione, dominata, nel fondo, dalla mole di un fa voloso cavallo di legno. La sala era un'immensa distesa di folla. Un coro studen tesco ha accolto il Presi dente con le note di « Va' pensiero ». Dopo il saluto del sindaco Crescente e la rievocazione dei fasti pata vini, fatta dal ministro della Pubblica Istruzione Gui, il Presidente ha rivolto il suo saluto ai padovani. E la visita ufficiale sarebbe finita qui: per una svista, o per un eccesso di cautele, di scrupoli protocollari, era stato deciso che il Presi dente non avrebbe messo piede all'Università, e ciò forse per il timore di intemperanze da parte dei goliardi. Ma la goliardia patavi na, che si onora della data dell'8 febbraio 1848, tanto ha strepitato che è riuscita a farsi ascoltare. Il Presi dente ha accolto l'invito de gli studenti ed è entrato stamani nel cortile del vecchio Bo, la sede principale del l'Ateneo. E' stato un erompere tu multuoso di canti, di suoni di applausi. Un'orchestra in cilindro e giacca a coda ha intonato l'inno goliardi co. Attorniato dagli studen ti, tutti impaludati nei man telli variopinti dei diversi «ordini» goliardici (Tordi ne dell'Angelo, quello della Bagolina, quello del Leone e così via), Saragat ha prò nunciato un messaggio, in dirizzato non solo ai giova ni dello studio patavino «ma a tutti i giovani ita liani avviati agli studi, o alle officine, ai campi e al le altre molteplici attività produttive ». La gioventù, ha detto il Presidente, « è Za facoltà di godere la vita, ma è anche la preparazione all'arduo do vere di arricchire la vita stessa, di renderla sempre più nobile, sempre più urna na. Nella vostra energia gio vanite voi trovate il mera viglioso equilibrio tra ciò che la vita vi offre come do no e ciò che voi, con il vo stro studio, con il vostro lavoro, la vostra operosità dovete, a vostra volta, do nare al mondo che ci cir conda ». Ha ricordato il contribu to dei goliardi nel Risor: mento, il sacrifìcio dei eom battenti del '15-'18, e la lot ta « per cacciare l'avversa rio e per restituire l'Italia alla sua vocazione risorg mentale ». Oggi i problem del Paese sono diversi da quelli di allora, « anche per ciòla insocaGupacipldeSagosudesisaneonlisotenddT ciò che concerne la scuola, la sua impostazione, i suoi indirizzi e la sua funzione sociale, che noi concepiamo ha detto Saragat (e accanto a lui era il ministro Gui) — come centro di preparazione aperto a tutti i cittadini sulla base dell'applicazione e della capacità ». Dopo aver ricevuto una decorazione dagli studenti, Saragat è partito per Rovigo. La città attendeva tutta sulla piazza. Dopo il saluto del sindaco Zorzato, il Presidente ha rivolto un messaggio di saluto al Polesine, una provincia che si onora di avere dato all'Italia i « protomartiri » del Risorgimento nazionale, una terra dove la terra stessa non è dono, ma conquista degli uomini. Saragat ha anche ricorda-' to il sacrificio dei martiri polesani della libertà e dell'indipendenza. Il Polesine era in festa, ma sui muri si leggevano i manifesti del « Gruppo di cultura Thomas Mann », che al saluto al Presidente, al richiamo alle glorie del passato, univano un drammatico promemoria per i problemi del presente. Il Polesine, finite le alluvioni, si trova dissanguato delle sue energie migliori (centomila emigrati in dieci anni) e in una situazione grandemente depressa, che esige soluzioni coraggiose. L'apertura d'un canale navigabile Mantovamare lungo il Canalbianco, per " inserire la provincia nella rete dei grandi traffici e nel tessuto economico europeo, è nei progetti, e il presidente della Provincia, Guindani, lo ha presentato all'esame del Presidente. Così, in questo intreccio di glorie celebrate e di problemi prospettati, il Presidente ha ripreso il suo viaggio. A Mantova, nella Sala degli Arcieri di Palazzo Ducale, il sindaco Grigato e il presidente della Provincia Bertani gli hanno rivolto il saluto della popolazione, il prof. Ghisalberti ha rievocato le gesta di Mantova nel Risorgimento. Saragat ha risposto, richiamandosi al tema che ispira questo suo itinerario: il Risorgimento come lezione di li berta. Domani, il viaggio si concluderà a Verona. Gigi Ghirotti Cv II presidente Saragat tra gli studenti universitari in festa ieri dinanzi l'Ateneo di Padova (Telefoto A. P.)