Incontra a Roma fra due Chiese di Vittorio Gorresio

Incontra a Roma fra due Chiese L'ARCIVESCOVO DI CANTERBURY OGGI BAI PAPA Incontra a Roma fra due Chiese Kontii, 22 marzo. Nei colloqui tra il Papa e l'arcivescovo di Canterbury, saranno domani affrontati, ma con molta prudente discrezione, i problemi che dividono le Chiese cattolica e anglicana. In Inghilterra i sentimenti antipapisti sono tuttavia vivi, come provano le dimostrazioni di venerdì scorso davanti al palazzo londinese di Lambeth, residenza dell'arcivescovo, al grido di « No Popery! v>, niente Papato, e le denunce inviate alla regina sull'« alto tradimento » che si vorrebbe perpetrare con l'unione delle due Chiese in una « non santa alleanza », e finalmente ancora gli incidenti avvenuti alla partenza da Londra ed all'arrivo a Roma del presidente della Comunione anglicana. In Inghilterra l'ostilità verso il Papa si conserva anche più forte che in altri Paesi a maggioranza protestante, facendovi difetto persino quella usuale defe renza diffusa generalmente dappertutto. La libertà che si è presa The Observer nel suo ultimo numero, corredando la fotografia di Pelé ricevuto dal Papa con la didascalia: «Il più grande calciatore del mondo accanto a un suo tifoso », sarebbe forse inconcepibile altrove, e comunque l'idea di un primato del Papa su tutti gli altri vescovi, di una sua infallibilità ex cathedra, della sua autorità nella creazione di santi e nella promulgazione di dogmi (Immacolata Concezione ed Assunzione, per esempio) è affatto estranea alla concezione anglicana della religione. La Chiesa anglicana, cui presiede sua grazia il reverendo dottor Arthur Michael Ramsey, centesimo arcivescovo di Canterbury, non è una cattedra, difatti, né esercita un comando, ma piuttosto adempie ad un ufficio di consulenza ed assistenza religiosa, sul piano di una grande ed indiscussa autonomia di tutti i suoi arcivescovi e vescovi, semplicemente aderenti alla cosiddetta Conferenza di Lambeth, ma ciascuno singolarmente investito dell'autorità di tutta la Chiesa. Essa ripudia, insomma, il concetto cattolico di un'autorità accentrata, è priva di una teologia dogmatica e neppure possiede un corpo di dottrine unitario. Il cosiddetto « quadrilatero » sul quale si fonda la Conferenza di Lambeth è soltanto un richiamo, molto vago, alle Sacre Scritture e ai Sacramenti. Trovare un terreno d'intesa, ed anche un semplice linguaggio comune tra le due Chiese, non è pertanto facile, se si volesse tentare un discorso per la loro unione. Già il predecessore di Ramsey, il dottor Fisher, che il 2 dicembre 1960 venne ricevuto in visita di cortesia da Giovanni XXIII, aveva escluso la possibilità di unione, definendo l'Inghilterra e la Chiesa inglese come « appassionate amanti della libertà ». Preferiva parlare, disse allora, di unità: «Unità e non unione, perché l'unione è problema giurisdizionale, mentre l'unità è una cosa dello spirito ed è reciproco amore fra le Chiese ». Di questo amore anche Ramsey si professa partecipe, riconoscendo, come dichiara, « la presenza nella Chiesa di Roma di una spiritualità e di una santità dalla quale possiamo umilmente imparare ». Perciò i discorsi romani di questi giorni saranno piuttosto dedicati ad alcuni problem5 pratici di convivenza e comprensione fra cristiani. Partendo dal con cetto che tutte le Chiese sono libere in Cristo, ma che giurisdizioni rivali posso no coesistere, pacificamente, cooperare e creare, il dottor Ramsey sottoporrà al Papa alcuni temi che gli anglicani desiderano presi in considerazione : riconoscimento cristiano del battesimo impartito socondo il loro rito, rinuncia reciproca a un'eccessiva invadenza del proselitismo, e finalmente un ulteriore passo avanti, nel senso della tolleranza, in fatto di legislazione ca¬ nl'loCttnggpcsnvirdpsmescbdmlsSsan nonica sui matrimoni misti. Le norme contenute nell'« istruzione » promulgata lo scorso 18 marzo dalla Congregazione per la dottrina della fede (ex Sant'Offizio) a firma del cardinale Ottaviani sono difatti giudicate insoddisfacenti dagli anglicani. Esse ancora prescrivono che il coniuge cattolico si impegni in coscienza ad educare i figli nella sua fede, anche se ora viene esonerato dal farlo per iscritto come una volta era richiesto. Ha protestato il dottor Ramsey: «E' una profonda offesa per la coscienza degli anglicani. Roma dovrebbe riconoscere che entrambi i coniugi, e non solo il cattolico, hanno una coscienza ». Di più, è proibita la ; concelebrazione » del matrimonio da parte dei ministri dei due culti: simile cerimonia era stata instaurata dall'arcivescovo di Saint Louis, cardinale Joseph Elmer Ritter, ed era apparsa una promettente novità conciliatrice. L'attuale divieto costitui¬ sce un passo indietro, di tanto maggior significato in quanto la deliberazione è stata promulgata proprio alla vigilia dell'arrivo di Ramsey a Roma, quasi che il Papa abbia voluto farlo trovare di fronte ad un fatto compiuto, od almeno attestargli quello che è il limite oltre il quale la Congregazione romana per la dottrina della fede non intende spingersi. Essendo queste le interpretazioni, poco liete, prevalenti da parte anglicana, le prospet tive degli incontri sembrano doversi limitare alla costi tuzione di un organismo interconfessionale, composto di rappresentanti della Comunione anglicana e della Chiesa cattolica, del tipo di quelli già istituiti con il ginevrino Consiglio mondiale delle Chiese e con la Federa zione luterana mondiale. Sa rà suo compito di migliorare i rapporti reciproci per una futura più fraterna collaborazione cristiana fra Canterbury e Roma. Vittorio Gorresio

Persone citate: Arthur Michael Ramsey, Bai Papa, Fisher, Giovanni Xxiii, Joseph Elmer Ritter, Ottaviani

Luoghi citati: Inghilterra, Londra, Roma