Zilioli, Adorni e Motta cadono nella discesa di Snperga e Marino Vigna vince superando in volata Dancelli

Zilioli, Adorni e Motta cadono nella discesa di Snperga e Marino Vigna vince superando in volata Dancelli Lotta vivace e colpi «li scena negli ultimi chilometri della Milano-Torino Zilioli, Adorni e Motta cadono nella discesa di Snperga e Marino Vigna vince superando in volata Dancelli La corsa decisa nel tratto conclusivo Adi oltre 43 km di media Marino Vigna, sulla pista del Motovelodromo torinese, batte in volata 11 campione d'Italia Dancelli e vince la Milano-Torino. A otto secondi irrompe un gruppetto, terzo è Zandegù, quarto il belga Sels. Con loro ci sono Vicentini, Mcalli, Van Springel, Booklandt, Preziosi, Cribiori, Armanl ed nitri, mancano però parecchi dei ciclisti più noti ed ecco che arrivano, con le pattuglie del ritardatari e qualcuno è ferito e qualcuno protesta. Abbiamo lasciato la corsa sulla vetta del Colle di Snperga là dove la strada precipita su Torino ed 11 traguardo era distante si e no sei chilometri. Il gruppo battagliava ancora compatto, dopo una furibonda serie di attacchi e di contrattacchi su per la rampa, al comando erano rial più al meno in quaranta: che cos'era capitato, lungo la discesa? Una caduta, ce lo raccontano Insieme Adorni e Zilioll. I due passano accanto al piccolo podio dove il telecronista Dezan è in trasmissione e Adorni brontola con Italo. «Tu conoscevi bene il percorso, sapevi che era pericoloso, clie bisogno c'era di prendere rischi cosi grandi? ». Zilioli ha il volto segnato da tanti piccoli tagli. Scrolla le spalle e risponde: "Cercavo di filar vla in fuga. Un uomo a piedi mi ha disorientato. D'istinto, ho toccato i freni e sono scivolato sull'asfalto». Con lui, su di lui sono ruzzolati In molti, è difficile, li per li, far un elenco preciso. Adorni, Durante, Bitossi, Motta, Pettenella. Forse anche altri, la velocità non permetteva eccessive acrobazie che la sorte ha riservato a pochi fortunati. Vigna è uno di questi. Lasciamogli la parola. « Sapevo che Zilioll teneva in modo particolare al successo, ero certo che Italo avrebbe tentato il colpo in discesa. Mi sono rresso alla sua ruota, 11 rischio non mi spaventa. Ad un tratto ho intravisto Italo sbandare. Son guizzato da un lato, mi son fatto da parte, l'abitudine alla pista m'ha salvato. Così, sono stato solo al comando e solo sono rimasto sino al termine della discesa. Qui, mi son voltato indietro, a cento metri mi dava la caccia Dancelli. Valeva la pena d'aspettarlo, ci saremmo giocato il successo allo sprint». I due, d'amore e d'accordo, hanno conservato un soffio di vantaggio sino all'entrata in pista, poi hanno rallentato lo slancio e s'è persino avuta l'impressione che gli inseguitori, animati da Sels, dovessero acciuffarli. Guidava DancpIIì. che aspettava lo scatto di Vigna e Vigna, dal canto suo. aspettava l'occasione per l'attacco. Il milanese scattava sul rettilineo opposto a quello di arrivo ed il campione d'Italia, evidentemente provato, non trovava più l'energia per una' risposta rabbiosa. E la corsa si chiudeva così con la facile affermazione di Vigna, mentre già cominciavano a sorgere i primi interrogativi sulla sorte dei « grandi », insieme con le notizie che informavano della caduta. La Milano-Torino, insomma ha avuto un epilogo sconcertante che, pur nulla sottraendo al merito del vincitore, ha però tolto in modo brusco dalla scena, all'attimo conclusivo, molti dei protagonisti, offrendo il brivido di uno spiacevole fuori programma. La gara, condotta a termine ad altissima media, superiore ai 43 orari, ila messo comunque alla ribalta i migliori, i meglio preparati che. pur senza impegnarsi al limite delle possibilità, sono emersi nelle battute liliali, con molti italiani alla pari, se non addirittura su un livello superiore, nei confronti con gli stranieri, e sempre pronti a gettarsi nella mischia, subito, fin dalle prime avvisaglie. Ogni episodio ha visto qualcuno dei nostri atleti all'offensiva. In una fuga, nata alla periferia ili Novara, sono stati lesti ad Infilarsi Zilioli e De Rosso, poi, verso Vercelli, è venuto il turno di Dancelli. di Bitossi, di Pambianco e di Mealli a movimentare un nuovo tentativo. La reazione dei gruppo è sempre stata violenta, e. dal plotone, ha avuto una specie di permesso di libera uscita soltanto Drago che, scattato a Casale (Km I 92) ha resistito sui saliscendi del Monferrato ed è stato preso a Portacomaro (Km. 126) da Balletti. Drago è biellese, L'anno passato, smesso di fare il ciclista, è andato in Francia a lavorare da muratore, adesso ritenta il colpo nello sport, cerca una squadra che gsutiasoritoAnVMl' gli dia una sistemazione ed Ulsuo impegno è commovente. | Dicevamo di lui e di Bailet-jti. 11 plotone li ha acciuffati,ad Asti (Km. 136), quindi siisono accese le polveri, a Poi- rillo (Km. lllfi) hanno lancia- to la sfida in dieci: Zandegù, Annani, Ba riviera, Chiappano, Arze, Maes. Gualazzini, Van Springel, Zilverberg e Maliepaard. I dieci avevano l'argento vivo addosso, in bre-j ve conquistavano un di vantaggio e la loro azione, eosì secca e decisa, sembrava destinata al successo. Ma, alle spalle, nel, grosso, s'erano fatti intrappolare Adorni. Bi tossi. Motta, Dancelli, Zilioli. Gimondi, Van Looy. tutti cani- sopporta- pioni die. ieri, mal vano la sconfitta. L'inseguimento fu velocissi mo, il vantaggio dei fuggitiv ja Chieri scese a 40" poi a minuto zio della salita ili Superga, si ridusse a meno di mezzo minuto. Il cammino a su e giù fra il verde delle colline dava ali ai piedi di Bitossi, di Adorni e di Zilioli che, ancor prima di Baldissero, piombavano sul drappello al coniando. Un attimo di calma, per riprender liato, ed il plotone subito tornava compatto, mosso però una volta ancora dalla vivacità di Zandegù, che si trascinava nella scia Van Springel. Reagiva Adorni, con l'impennata del fuoriclasse e piombava su Zandegù e Van Springel. Hi aggiungeva Mauror, poi anche Motta e Dancelli coronavano la caccia. Ed ecco sopraggiungere Balmamion, Zilverberge e Passuello ed ancora Den Hartog e Bocklandt. Ed ecco Durante, a guidare un drappello d'una decina di uomini. Due chilometri di salita, uno, la Basilica, la cima del Colle. Trenta, quaranta insieme, gli altri a ridosso, ì volti stremati dalla fatica breve, ma dura. Sette chilometri e c'è il traguardo, già si vede Torino seminascosta nella foschia del pomeriggio. Zilioli vorrebbe vincere. Conosce la strada, rischia il tutto per tutto. Sbanda in curva, cade. Cadono anche Adorni. Durante, Bitossi, Pettenella, Motta. Vigna ha un guizzo e 11 scarta. Vigna vola verso l'ormai vicino trionfo. Gigi Boccacini Ordine d'arrivo: 1) Vigna, km. 201 in 4 ore 39'10" (media km. 43.199); 2) Dancelli s.t; 3) Zandegù a 8"; 4) Sels; 5) Vicentini; 6) Mealli; 7) Van Springel; 8) Bocklandt; 9) Preziosi; 10) Crihiori; 11) Armani; 12) Balmamion; 13) Passuello; 14) Partesotti; 15) Maurer; 16) Maliepaard; 17) Huysmans; 18) Giniondi; 19) Bonilauri; 20) Poggiali; 21) Taccone; 22) De Rosso; 23) Den Hartog, tutti con il tempo di Zandegù; 24) Janssen a 1*28"; 25) Desmet a l'57" che batte in volata il gruppo comprendente, tra gli altri, al 59' sto, Adorni, Van Looy. P°" e o nRnvHanpvcEuu Vigna taglia il traguardo davanti a Dancelli; in fondo alla dirittura d'arrivo si scorgono gli inseguitori