Sedici anni all'operaio di Ivrea che aggredì la ragazza nel bosco

Sedici anni all'operaio di Ivrea che aggredì la ragazza nel bosco La sentenza, ieri sera, dopo quattro ore di riunione Sedici anni all'operaio di Ivrea che aggredì la ragazza nel bosco L'imputato, quarantaquattrenne, è stato riconosciuto colpevole di tentato omicidio, furto, minacce, atti immorali - Assolto dalle accuse di ratto e violenza carnale - Sei mesi alla sua amante (madre della giovane) e tre anni al marito tradito - II P.M. aveva chiesto 30 anni - I tre imputati sono ricorsi subito in appello (Dal nostro inviato speciale) Ivrea, 15 marzo. L'operaio quarantaquattrenne Alfredo Paonessa, abitante a Borgofranco, è stato riconosciuto colpevole dalla Corte di Assise di Ivrea di tentato omicidio in danno di Giuseppina Critelli, escluse le aggravanti delle sevizie e di quella d'averlo compiuto per occultare un altro reato; colpevole inoltre di furto semplice invece di rapina, di minacce gravi e di atti immorali commessi a Ivrea il 7 giugno 1963, di porto abusivo di coltello; ed è stato condannato complessivamente alla pena di 15 anni e 9 mesi di reclusione, 3 mesi d'arresto, interdizione perpetua dai pubblici uffici. L'Assise lo ha assolto per insufficienza di prò ve dai reati di ratto a fini di libidine, violenza carnale continuata in danno di Giuseppina Critelli, atti immorali e lo ha assolto perché il fatto non sussiste dai reati di sequestro di persona e di violenza carnale in danno di Maria Rosa Crttelli. La Corte ha condannato Alberto Critelli, per' i reati di lesioni e di tentato omicidio in danno di Alfredo Paonessa, con la concessione delle attenuanti generiche, della provocazio- ne e dei particolari valori mo rali, alla pena complessiva di 3 anni di reclusione. Ha poi condannato Maria Rosa Criteli a 6 mesi di reclusione per il reato di atti immorali coni messi col Paonessa a Ivrea il 7 giugno 1963. Il pubblico ministero e tutti e tre gli imputati hanno dichiarato che si appelleranno. L'udienza ha avuto inizio stamane con l'arringa dell'avv. Gianni Oberto, difensore d'ufficio di Alfredo Paonessa. E" difficile, ha cominciato il patrono, sceverare in questa causa il vero dal falso. Nessuno dei protagonisti ha detto la verità intera. Essi sono tutti sconvolgenti e sconcertanti. Ma al centro di essi non c'è Alfredo Paonessa. c'è Maria Rosa Critelli, colpevole principale di ì quanto è accaduto. E' una lu-| pa famelica, responsabile della disavventura di sua figlia, da lei gettata nelle braccia I di Paonessa pur di non perdere l'amante. Secondo l'avv. Oberto, Alber- j to Critelli era a conoscenza! dei tradimenti della moglie e'li tollerava perché ne era con nivente. Non è Paonessa che va alla ricerca di Mar a Ro sa; in casa gliela porta Cri-;talli, che pure sapeva come si era comportata la moglie in Calabria. Paonessa, che a diciotto anni ha dovuto spo-1sare una donna di dieci anni maggiore di lui. (piando si I trova accanto alla lupa fame-i lica si perde, i sensi di tutti e'due li tengono avvinti. Esaminando l'episodio dei;bosco di Mercenasco, il difen-jsore ha proseguito affermali- |do che non è esistita la violenza carnale, ma un convegno consenziente nella casa di Paonessa a Candia. Giuseppina ha bisogno d'accreditare con un'azione violenta un mutamento nei suo stato di ragazza, mentre il mutamento è antecedente ed è avvenuto col suo pieno consenso. Grottesco, incredibile, inverosimile, è secondo l'avv Oberto il racconto di Giuseppina sul letto dell'ospedale. Lei frequentava la casa di Paonessa quando la madre conviveva con lui, e in altro periodo madre e figlia si alternavano nel recarsi in casa dell'uomo. Chi è Alfredo Paonessa? D: dove viene? si è domandato il difensore E ha proseguitodichiarando che è figlio diignoti, non si sa quale sanguegli sia entrato nelle vene. Mabambino di otto anni andava l a lavorare in campagna, analfabeta, solo nella vita. A vent'anni fa la campagna di Russia, quella scuola di patimenti e di sconvolgimenti. Alfredo Paonessa è stato definito dai periti un amorale; è un uomo privo di freni inibitori, un uomo che soggiace al predominio dei sensi. E' normale colui che, ferito una prima volta dal Critelli, guarito torna a frequentare la sua casa? La stessa modalità del delitto sta a dimostrare un'alterazione mentale. • Fu veramente sottratta Giuseppina, o aveva appuntamento con Paonessa?, ha continuato l'avv. Oberto. La sottrazione è un'invenzione puerile della ragazza. Perché inventa il sequestro di persona? Perché deve giustificare la sua volontaria visita a Paonessa, in quanto teme suo padre, sa che è severo e violento. Il difensore si è infine addentrato nella ricostruzione dell'episodio di Mercenasco. Dopo l'incontro con Paonessa, i due sono andati nel bosco per funghi. Forse è avvenuta qui l'unione, ma deliberata e consenziente. Dopo di che lei tira fuori un pacchetto di sigarette, ne offre all'uomo. Fanno discorsi che immalinconiscono Alfredo. Nella sua mente un po' guasta va rimuginando le molte vicende da lui patite. A un certo momento lei gli dice: «Anche per colpa mia tu sei lo sfregiato» Lui ne è convinto, sente la sua coscienza offuscarsi. E' uscito da pochi giorni dall'ospedale, e davanti a lui c'è una corresponsabile del suo sfregio. Che cosa accade? Estrae il coltello. Le dice di fare come al cinema, le lega le mani, con la punta del coltello le incide dei segni sulla pelle. Lei si ribella, vengono gli insulti e gli sputi. E qui c'è in lui il raptus, e colpisce e colpisce, e poi non ricorda più nulla. Non c'è la crudeltà, per l'avv. Oberto; non ci sono i motivi abietti; e non c'è il tentativo di occultare un fatto commettendone un altro. Vendetta sì, non tentato omicidio, lesioni per vendetta della figlia di colui che gli sfregiò il volto. «Fi chiedo — ha concluso il patrono — l'irrogazione delle pene nei minimi assoluti per i reati che riterrete sussistenti. E vi chiedo il benefìcio delle attenuanti generiche, che s'impongono se negherete l'applicazione del vizio parziale di mente. Anche per Alfredo Paonessa può esser pronunziata una parola di pietà >. «Avete nulla da aggiungere a vostra difesa? » ha chiesto il presidente Heer. « Nulla » ha risposto ciascuno degli imputati. La Corte si è ritirata. Ne è uscita alle 19, dopo quattro ore di deliberazione. Alla lettura della sentenza gl'imputati sono rimasti impassibili, ma lasciando il palazzo di giustizia piangevano tutti e tre. Piangeva anche Giuseppina. g. f- Alfredo Paonessa dopo la condanna ieri a Ivrea Giuseppina Critelli e la madre al termine del processo iiiiiitiiiittiiiiiit iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiitiiitiiiitt ■iiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiiiitiiitiiiiiiiiiiiiiiitiiiii

Luoghi citati: Calabria, Ivrea, Mercenasco, Russia