Alla Camera l'undicesimo progetto per introdurre il divorzio in Italia

Alla Camera l'undicesimo progetto per introdurre il divorzio in Italia Alla Camera l'undicesimo progetto per introdurre il divorzio in Italia Il primo risale al 1878 - L'ultimo,, presentato dal socialista Fortuna, dovrebbe essere discusso in aprile - Per appoggiarlo i divorzisti si costituiscono in lega nazionale - Dice l'on. Fortuna: « E' urgente dare una sistemazione legale a milioni di coppie illegittime. Ci ricordano i mariti a ripetizione delle attrici americane, ma noi siamo gente seria » (Nostro servizio particolare) Hnmii. 10 marzo. Il divorzio sta diventando una delle necessità più sentite del popolo italiano? E' un fatto che fra qualche settimana nascerà uftlcialmente la «Lega italiana per l'istituzione del divorzio». L'avvocato Mauro Nellini, animatore della Lega, s: dichiara in pubblico e in privato ottimista. « Stiamo preparando un aiipello nazionale — dice — con la certezza che aimono dieci milioni d'italiani saranno con noi. Siamo maturi per il divorzio; autorevoli giuristi son del parere che anche in Italia, come in quasi tutti i Paesi cattolici, il matrimonio e la compattezza delle famiglie sarebbero sostanzialmente rafforzati da un otto che cancellasse una situazione inconciliabile con le esigenze della serietà moderna ». Un altro avvocato, Alfredo Marziano, scrivendo lettere ad amici dei circoli giurisdizionali italiani, assicura di essere riuscito a procurarsi gli elenchi di tutti i coniugi separati con sentenza del trihunale, che aspettano di riconquistare lo « stato libero •» e, in molti casi, di sistemare situazioni fami Ilari irregolari e condizioni di concubinaggio. Marziano ha avuto la costanza d'indirizzare a tutti i « separati » d'Italia un questionario non una decina di domande. Non ha ancora ricevuto le risposte, se non in pìccola parte, ma è certo di ottenere un plebiscito di consensi. « L'uomo e la dotino — dice — non sopportano quasi mai la solitudine. Quando un matrimonio fa naufragio, ripiegano su un'altra unione: qualche volta s'accorgono che essa va meglio della prima. Ma queste coppie, dalle quali nascono figli illegittimi, sembrano condannate per sempre alla clandestinità. In Italia l'irono milioni di concubini. E' necessario dar loro il modo di rientrare nella legalità». Questi movimenti tendono sostanzialmente a dar vigore ad una proposta di legge di Iniziativa del deputato socialista Fortuna, avvocato penalista di Udine, partigiano nelle formazioni Osoppo Friuli, condannato nell'aprile '44 dal Tribunale per la sicurezza pubblica di Gorizia, deportato nel penitenziario bavarese di Bernan per scontare la pena dei lavori forzati. Fortuna presentò 11 1" ottobre 1965 la sua proposta di legge su «casi di scioglimento di matrimonio ». Dopo aver sottolineato che il suo era l'undteimo tentativo di rompere i vincoli dell'indissolubilità matrimoniale nelle sue conseguenze civili — la prima proposta ri 1 legge venne presentata dal deputato Morelli il 13 maggio 1878 - mise l'accento sul fatto che tutti gli Stati del Mnc prevedono il divorzio e che i paesi d'Europa e d'America ammettono lo scioglimento del matrimonio, tranne la Spagna. l'Irlanda, la repubblica di Andorra, quella di San Marino. l'Argentina, il Brasile, il Cile, la Colombia e il Paraguay. La proposta Fortuna si differenzia considerevolmente da quella presentata nella precedente legislatura dal deputato socialista Sansone, il cui progetto passò sotto il nome di « piccolo divorzio ». L'on. Fortuna ha voluto affrontare 11 problema sotto una prospettiva più ampia. La legge preor- adinata consta di nove articoli. Si prevede che il matrimonio rino essere sciolto, su richie- ìsta di uno dei coniugi, in cin- \que casi. Primo: se l'altro coniuge sia stato condannato all'ergastolo o a cinque o più anni per uno o più delitti non colposi; a qualsiasi pena detentiva per incesto, delitti sessuali a danno dei discendenti, istigazione lo costrizione della moglie o delle figlie alla prostituzione; a pena detentiva non inferiore ad un anno per maltrattamenti o per qualsiasi altro reato commesso in danno del coniuge o dei discendenti. (Nel | progetto Sansone la condanna doveva essere non inferiore ai dieci anni). Secondo: se l'altro coniuge sia stato prosciolto per totale infermità di mente da uno dei reati suddetti. Terzo: se l'altro coniuge abbia abbandonato il tetto coniugale per un periodo ininterrotto non inferiore a cinque anni o se vi sia stata tra • coniugi ininterrotta separazione legale o di fatto per non meno di cinque anni (il prosetto Sansone fissava questi termini in quindici anni). Quarto: se l'altro coniuge, affetto da malattia mentale, si trova degente in ospedale psichiatrico da non meno di cinque anni. Quinto: se l'altro coniuge, quale cittadino straniero, abbia ottenuto all'estero l'annullamento o lo scioglimento del matrimonio contratto con il coniuge italiano. L'on. Fortuna ha una cauta fiducia sulla riuscita della propria proposta, pur non sottovalutando gli ostacoli che si frapporranno all'iniziativa ed all'azione flancheggiatrice del la Lega per il divorzio, che a tutt'oggl ha ricevuto un mi gliaio di adesioni accompagna te dal contributo di duemila lire. « Penso che nel prossimo aprile — dice Fortuna — ti mio progetto potrebbe essere discusso in sede di entnmissio- ' ne: mn bisognerà vedere quali j tentativi si faranno per ae ìcantonarlo e preferire la scel \ta di altri disegni di legge. Ho [ricevuto !>'" cinquantamila lettere di consenso; moltissi mi di coloro che, invocano il divorzio si professano catto liei; l'accentrarsi della popolazione neali agglomerati urbani fa lievitare anche sul matrimonio idee chiare, No, l'epidemia divorzistica d'America, i ma- riti a ripetizione delle attrici cinematografiche non giovano alla formazione della coscien za degli italiani. Tutto sommato, siamo gente seria e sap- piamo valutare certi grossiproblemi in tutta la loro portata ». Loris Fortuna è troppo ottimista? E pure non ignora che da ottantotto anni il Parlamento lascia insabbiare proposte per mitigare il rigore del nostro regime matrimoniale. A chi gii chiese se esistesse un rimedio alla situazione italiana in fatto di matrimonio, il grande canonista padre Pietro Agostino D'Avack rispose: « Il divorzio potrebbe essere anche un bene, o almeno il minore dei mali; ma da noi non si può perché ci sono la Costituzione e il Concordato ». Arnaldo Geraldini