Drammatico confronto nell'aula a porte chiuse fra la sedicenne violentata e il suo aggressore

Drammatico confronto nell'aula a porte chiuse fra la sedicenne violentata e il suo aggressore Seconda udienza davanti alla Corte di Assise a Ivrea Drammatico confronto nell'aula a porte chiuse fra la sedicenne violentata e il suo aggressore te, a quanto pare, a stabilire' le esatte circostanze della violenza, e a chiarire se Giuseppina Critelli tosse o no illibata. La ragazza avrebbe affermato con calore questa sua condizione prima dell'episodio di Mercenasco. Interrogato dal presidente su tale particolare, il Paonessa avrebbe affermato d'avere avuto rapporti con Giuseppina prima di riuel giorno. « Non è vero. Assassino. Vigliacco! » avrebbe reagito la ragazza. Paonessa, con accento desolata: « Quelle due donne hanno rovinato la mia vita ». Riaperta l'aula, e proseguito l'esame dei testimoni. E' stato interrogato Antonio Rotando, marito d'una sorella di Alberto Critelli. « Mia cognata Maria Rosa non manteneva buo na condotta, aveva relazionicon vari uomini, mente con Alfredo principalPaonessa. L'imputato è un manovale di 44 anni abitante a Borgofranco - Ai giudici avrebbe dichiarato: « Da tempo avevo rapporti con la ragazza » La vittima avrebbe negato gridando: «Non è vero. Sei un assassino e un vigliacco! » - La giovane ha narrato ai magistrati come fu portata nel bosco, legata e imbavagliata - L'accusato infierì su di lei con un coltello, ferendola ai fianchi, all'addome, al petto e alla gola a l , a e d o o n o (Dal nostro inviato Bpeciale) ' Ivrea, 8 marzo Un'udienza a porti chiusi hit accolto ougl il lungo interrogatorio di Giuseppina Critelli, la principale teste a carico • vittima numero uno di Alfredo Paonessa. Da quanto si ■ potuto sapere sia. il pubblico ministero Repaci che il presidente Heer l'hanno preliminarmente ammonita a dire la verità su, quanto le capitò, per non aggiungere altri guai a quelli che già ha soffi rio. Abbiamo appreso dir In ragazza ha fatto le più ampie promesse di verità e di sincerità. Il guaio è che essa ha modificato varie volte le sur versioni dei fatti nei vari interrogatori subiti, e non è fucile fucila Corte discernere liliale, parte di ogni versione rispecchi la verità. A ciò si aggiunga il clima in cui il dramma maturò, e, il carattere estremamente scabroso dell'episodio, che lo gicamente inceppano la narrazione. La mattina del 19 settembre 1963 (si desume dall'istruttoria e da quanto è trapelato dalla udienza) Al/redo Paonessa, un manovale di !,!, anni, andò a prendere, Giuseppina in motoretta (la ragazza, allora, aveva IH anni) dicendole che a madre non slava bene, ma invece d'imboccare la strada di I3nrgofranco si diresse verso la di rezionc opposta. Andò verso Candia. Ma giunti a Mcrcenasco s'infilò in una si radei la campestre. «Andiamo a cercare funghi ». Fermò la motoretta sotto un castagno, stese una tenda fra. il veicolo e l'albero, e incitò l'insospettita Gin seppina a sfendervisi sotto. Cominciarono a chiacchiera re. Alfredo Paonessa le disse che era. carina come la madre, «anzi sei addirittura bella», aggiunse. «Non voglio sentire queste cose» ribatté la ragazza, allarmata Gli offri una sigaretta che lui rifiutò, e ne accese una lei; ma poco dopo il Paonessa se la fece dare, ne tirò qualche boccata e la buttò via. «Facciami) un gioco. — !e disse, — io ti lego come fanno nei film, ti stringo con le man; dietro la schiena, vediamo se sei capace di slegarti ». «Ingenuamente, — cosi ;>rosegue la Critelli nel suo racconto, — mi prestai al gioco, e poco dopo mi trovai con le mani legate dietro la schiena, e con la bocca imbavagliata ». A cinesi'n punto Vagire di Alfredo l'annessa si fece violento. Aggredì la ragazza, minacciandola con un coltello. « Io — dice Giuseppina — ehhi paura, gli dissi di fare ciò che voleva, ma di non uccidermi». «E lui — prosegue — fece ciò che vo leva». A questo punto si è chinata sulla sedia, scossa da un pianto convulso. La tecnica del processo vuole, che la parte lesa, precisi j fritti, e Giusepiiina Critelli, a limitilo pare, ha dato ampie spiegazioni alla Corte. Placata In sua furia, il Paonessa si mise a litigare: «Hai visto come mi ha conciato tuo padre, — le disse. — Colpa tua se sono uno sfregiato. Eri d'accordo con lui la sera del 22 A entrambi dissi di troncare, era un'indecenza. Un giorno mio cognato Alberto vinto dala disperazione si sfogò con me: "Sono veramente cornuto e disgraziato, — mi disse, — finirà che mi metto a dare col pi d'accetta". Io cercai di cai mario, ma effettivamente la sua era una situazione molto triste *. La signora Teresa Scarcella, e vari altri testi, hanno affermato che il Paonessa in un periodo in cui cercava d'affittare un alloggio giungeva con Maria Rosa Critelli presentandola come sua moglie, oppure con Giuseppina asserendo che era sua figlia. Su richiesta del pubblico mi nistero domani la Corte deci derà, esaurito l'esame testimo niale, di compiere un soprai luogo a Mercenasco, nel posto dell'aggressione subita da Giuseppina Critelli. g. f a a n a a e o a e e e, », e aLEtbdtt2Idaebc Giuseppina Critelli, ora diciannovenne, e la madre in Corte d'Assise a Ivrea giugno, quando mi diede quei tremendi colpi di scure ». Giuseppina gli giurò di non saperne nulla, ma l'altro riprese il coltello e cominciò a tagliuzzarla e a ferirla in varie parti del corpo, alla gola, al petto, ai fianchi, sull'addome. L'abbandonò semidissanguata, quasi in stato d'incoscienza, dopo averle dato alcuni colpi d'accetta, un'arma analoga a quella con la quale era stato ferito dal padre di lei, Alberto Critelli. Un automobilista la vide poco dopo e provvide a trasportarla all'ospedale. Lasciata la ragazza, il Paonessa «catturò» la madre, di lei. Maria Rosa Critelli, la condusse a casa propria, a Canriia, la lega mani e piedi al letto e ve la tenne fino al mattino dopo, accusandola d'esser causa di tutti i suoi guai. E infine, slegatala, pretese che lei fosse gentile con lui come se nulla fosse stato. Le contestazioni del presidente Heer, del pubblico ministero Repaci, degli avvocati Uberto e Musumcci (difesa Pitonessa) e Avendo (difesa Critelli), sarebbero state diret-

Luoghi citati: Ivrea, Mercenasco