Il «caso doping» concluso con l'assoluzione del Bologna

Il «caso doping» concluso con l'assoluzione del Bologna Una questione che risale al campionato '63-'64 Il «caso doping» concluso con l'assoluzione del Bologna Questa la sentenza depositata ieri al Tribunale di Firenze • La vicenda era sorta dalle accuse di «drogaggio» rivolte a cinque giocatori rossoblu - Le due decisioni delle autorità sportive ed il successivo intervento della Magistratura ordinaria (Dal nostro corrispondente) Firenze, 4 marzo. II complicato «caso.doping », che risale ad alcuni anni orsono ed ha turbato non poco il campionato 63-64 vinto dal Bologna dopo lo spareggio con l'Inter, è stato chiuso dalia magistratura di Firenze. Come è noto in quella stagione vennero giudicati « drogati > cinque calciatori (Fogli, Fascutti, Pavinato, Perani e Tumburus) dopo la partita vinta dai bolognesi sul Torino per 4-1. In un primo temilo il Bologna venne penalizzato di tre punti, ma successivamente la Cai aveva annullato la sentenza. Nel frattempo tre avvocati di Bologna avevano presentato denuncia alla Magistratura. La vicenda sportiva si era infatti trasferita In tribunale ed era stato affidato all'autorità giudiziaria l'ultimo parere sulla intricata serie di fatti. Oggi sul famoso «caso doping » del Bologna è stata depositata presso la cancelleria del Tribunale di Firenze la sentenza del giudice istruttore dott. Ubaldo Tosti. Essa consta di quarantaquattro pagine dattiloscritte e dichiara il Bologna innocente. La sentenza istruttoria, della quale è stata data visione soltanto dopo le 17, dopo aver rifatto la storia della complessa vicenda richiamandosi tra l'altro alla convenzione inter¬ corsa tra la Figc e la Federazione medico sportiva italiana, sul controllo sanitario antidoping, ricorda che il controllo antidoping dei cinque giocatori del « Bologna » e dsi cinque del « Torino > avvenne il 2 febbraio 1964 al Jolly di Bologna. « I flaconi contenenti il liquido organico vennero presi in consegna dal dott. Mangani e da lui consegnati, verso le 21 della stessa domenica, alla moglie del dott. Fino Fini presso l'abitazione del medico a Firenze ». «La mattina del lunedì successivo i cinque flaconi non suggellati venivano posti in un frigorifero presso il Centro medico sportivo delle Cascine mentre i cinque flaconcini sigillati erano sistemati presso il Centro medico federale di Coverciano e posU In cella frigorìfera per l'eventuale controllo ». Circa la sistemazione dei cinque flaconi non sigillati al Centro medico sportivo delle Cascine il magistrato affer ma che «il frigorifero nel quale erano stati custoditi era di tipo comune e privo di serratura. A fianco di tale frigorifero vi era un armadietto a vetri provvisto di serratura e contenente, fra l'altro, tubetti di Anfetamina. All'epoca dei fatti sia l'armadietto a vetri sia il frigorifero erano sistemati al piano terreno dell'edificio In una stessa stanza. La sentenza istruttoria rifà quindi la storia delle opera zioni compiute dal chimico analista presso il Centro medico delle Cascine e della pri ma notizia della presenza di una «relativa positività» di sostanze anfetaminiche o anfetaminosimili. Stabilito che nei flaconi sigillati di Coverciano non vi era traccia di sostanze anfetaminiche e che nei cinque flaconi non sigillati delle Cascine tali sostanze erano state invece riconosciute evidenziate ed in dose alquanto elevata, dopo aver sottolineato la inconciliabilità di siffatte risultanze, il magistrato si sofferma ad esaminare l'ipotesi di un'avvenuta ammissione o la sostituzione o manomissione alle Cascine, od a Coverciano 0 all'albergo Jolly, dei reperti. La sentenza prosegue affermando che « univoci e ben altrimenti concreti elementi di fatto sussistono invece per poter escludere, con tranquillante certezza, sulla base degli atti acquisiti al processo, che 1 giocatori del Bologna abbiano ingerito o comunque assunto sostanze proscritte in occasione della gara del 2 febbraio 1964*. Il magistrato prosegue affermando: «Non resta quindi che concludere per logica coerente che le sostanze reperite nei cinque flaconi non sigillati vi vennero introdotte fraudolentemente ». Nella lunga esposizione deliberativa si conclude che gli « incerti e lacunosi elementi i risultanti dalla istruttoria hanno reso praticamente impossi i bile inquadrare le fattispecie del reato e reso impossibile di stabilire esattamente le circostanze di tempo modo e luogo nelle quali venne posta in essere la manomissione dei flaconi. Per questi motivi, il Tribunale dichiara chiusa la formale istruzione ed afferma non doversi procedere contro ignoti perché il fatto non costiI tuisce reato ». . Giordano Goggioli

Persone citate: Mangani, Pavinato, Perani, Tumburus, Ubaldo Tosti