Saragat al centro Bit di Torino sarà ospite delle Nazioni Unite di Bona Alterocca

Saragat al centro Bit di Torino sarà ospite delle Nazioni Unite Lunedì la visita e l'inaugurazione ultieiale Saragat al centro Bit di Torino sarà ospite delle Nazioni Unite Il grande «centro per il perfezionamento tecnico e professionale», sulle rive del Po, appartiene interamente all'Orni - I corsi attuali sono frequentati da 104 allievi, di cui tre donne - Il più giovane è sui 26 anni, il più anziano sui 50, qualcuno è accompagnato dalla moglie Vengono dai Paesi in via di sviluppo dell'Africa, Asia, Sudamerica dove già svolgono attività, spesso di dirigenti - Gli insegnamenti sono impartiti in inglese, francese, spagnolo - Cronaca di una festa gentile in casa d'una coppia argentina con rappresentanti di tutti i Continenti Davanti al « palazzo di vetro» delPOnu a Torino, sventola in permanenza la nota bandiera azzurra con il globo e il lauro bianco. Quando il presidente della Repubblica italiana inaugurerà ufficialmente, il 7 marzo, i corsi del « Centro internazionale di perfezionamento professionale e tecnico » istituito dal Bit, sarà infatti ospite dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Non bisogna dimenticarlo, se si vuole comprendere il vero spirito di una iniziativa unica al mondo. H nostro paese ha contribuito, e contribuisce, in modo sostanziale al suo funzionamento: dall'aver messo a disposizione gli edifici di « Italia 61 », allo stanziamento di circa mezzo miliardo annuo per il primo decennio. Ma l'organizzazione è dell'Orni, nel cui ambito collaborano i vari paesi interessati. L'Italia è rappresentata da un apposito Comitato, presieduto dall'ambasciatore Arpesani. I «borsisti», cioè gli allievi che frequentano il Centro internazionale a spese dei loro governi, arrivano da Paesi in via di sviluppo. Non si tratta però di studenti poveri, bisognosi del nostro aiuto materiale. Non sono nemmeno ragazzi inesperti: giovani in maggioranza, ma qualcuno ha passato i cinquantanni (anche se li porta molto bene). Insomma, il Centro non ha nulla che vedere con le tradizionali scuole europee: ed è logico che anche gli allievi siano diversi. E' una istituzione nuova, che affronta problemi nuovi con sistemi adeguati. I «borsi sti » sono scelti nell'Amen ca Latina, Medio Oriente, Asia ed Africa tra dirigen ti tecnici e operai specializzati, sono mandati al Centrò' di Torino per il perfezionamento. Uomini e don ne che torneranno ai paesi d'origine per compiere meglio il proprio lavoro, con una più vasta e migliore conoscenza dell'umanità Abbiamo detto «uomini e donne ». Oggi infatti su 104 allievi presenti, 101 sono uomini e 3 donne. Trat tandosi di corsi tecnici, si pensa che siano frequentati da soli uomini. Ma il regolamento d'ammissione non porta discriminazioni di sor ta, e d'altra parte il Bit durante la Conferenza di Gi nevra del 1951 disponeva le norme per « assicurare ai lavoratori dei due sessi facilitazioni uguali ed equi valenti in materia di orien tamento, consigli, formazio ne e collocamento professionaie ». Queste tre signore vengono dal Brasile, dove sono capi-servizio del Cen tro professionale « Senai » ; si chiamano Damasceno Prado, Margarita e Alzira Pinheiro. Si trovano benissimo e hanno stretto amichevoli rapporti con i colleghi, giunti dal loro stesso paese e dall'Argentina, Bolivia, Cile, Colombia, Ecuador, Giamaica, Honduras, Messico, Panama, Perù, Uruguay e Venezuela; Ceylon, Filippine, Formosa, Iran, Irak e Singapore ; Guinea, Kenia, Marocco, Repubblica araba unita, Somalia, Togo e Uganda. Ci sono anche altre donne, ma fanno parte del personale. Per esempio, le due segretarie: l'italiana signorina Savore e m.lle Quashie del Ghana. TI primo « borsista » arrivò al Centro internazionale il 2 ottobre 1965, i corsi non erano neppure incominciati. Era il signor Anguilar, direttore dell'Istituto nazionale di formazione per istruttori di Huancayo nel Perù. Fu cordialmente ricevuto dal signor Rolle, che insieme alla signora Tuzii Peyron è assistente del direttore della «.vie sociale» (è il complesso residenziale), l'olandese signor Nerkhout. Il 15, all'apertura dei corsi, c'erano 30 messicani, 4 tunisini, 2 portoghesi, un senegalese, un vietnamita, un nigeriano e un siriano. Il gruppo si fermò tre mesi; poi lasciò il posto a quel- damsq6rmvbgvaactifiddptamptuainsctdob«tagmBaSaHclesrioarmnTev«rpgncCTppcgfrmqdRgdrHdaeclo odierno, che partirà il 15 marzo e sarà sostituitodai terzo ed ultimo scaglio-ne. In totale i « borsisti » del primo anno scolastico saranno circa 300 ; per la fi ne del 1965 saliranno al e o a o , , , doppio, n Centro arriverà ad ospitarne a rotazione 2 mila in un solo anno. Le spese di gestione del primo quadriennio sono previste in 6 milioni e 100 mila dollari, pari a 3 miliardi e 782 milioni di lire. Il palazzo dell'arch. Nervi comprende 200 aule, laboratori e officine, oltre alla grande area centrale riservata ai cicli espositivi di aggiornamento macchine e attrezzature industriali; occupa 25 mila metri quadrati, sui 200 mila della superficie totale degli edifici e dei servizi. I 21 padiglioni dei quartieri residenziali potranno giungere ad ospitare gli allievi in 800 camere singole, con 68 aule per il lavoro in comune e tutti i servizi autonomi. E' addirittura in progetto la installazione di una piccola stazione radio trasmittente, con la quale i «borsisti» potranno comunicare come radio-amatori con i paesi di origine. Abbiamo conversato al bar con alcuni allievi del «terzo mondo». Sono molto diversi dagli universitari afro-asiatici che abbiamo già conosciuti, appaiono meno teorici e più concreti. Brahim Bouraoschi ha 29 anni, viene da Casablanca. Segue i corsi di meccanica automobilistica e agricola. Ha i modi cortesi, ma decisi e disinvolti, dei nostri lavoratori specializzati. Si esprime in francese con scioltezza, dice che « desidererebbe soprattutto entrare in contatto con tecnici e operai torinesi delle grandi aziende, per sapere e imparare». Toussaint Vossah è meccanico d'auto, ha 32 anni e arriva da Lome nel Togo. Lo sguardo è mobile e intelligente, la parola ner vosa. Pensa che questo sia «un periodo di rodaggio reciproco, per il Centro e per i "borsisti"; vantag gioso per entrambe le parti, nonostante le naturali incertezze della fase iniziale » Che cosa gli piace di più a Torino ? L'architettura dei palazzi. E quello che gli dà più fastidio? «Lo gente che si volta per la strada a guardare il colore della mia faccia» risponde. Poi ride e riconosce che si tratta di mancanza di abitudine: fra qualche anno nessuno ci baderà più, proprio come a Roma o a Firenze, a Pari gi o a Londra. Kàouin al-dujaili giunge da Bagdad, è capo istruttore delle ferrovie irakene Ha un sorriso aperto e cordiale, perfino gli occhi sono allegri. Purtroppo la sua evidente socievolezza urta contro una grave difficoltà: parla soltanto l'inglese, ol tre la lingua materna. Però è già riuscito a farsi un'idea della vita torinese: quella familiare, ad esempio, gli pare più chiusa e riservata che non in Svizzera o in Germania. Dice: «Forse la vostra città è legata alle sue tradizioni più di altre, così come d'altronde avvie ne anche nell'Irak. Ma ere devo che i paesi europei avessero ormai superata questa fase». Aggiunge che i giornalisti «hanno una grande funzione, oltre alla politica: quella sociale, in tesa ad avvicinare i popoli sgnvaiTPdClmppsqPzf e farli conoscere tra loro». A proposito di giornalismo. Incontriamo un dirigente del centro professionale « Senai » di Bogotà, Alvaro Carrillo, che collabora al giornale « El Siglo » ed è il primo «borsista» reporter. Torino gli sembra simile a Popayan, città industriale della Colombia. Definisce il Centro : « Straordinario, per la località e per gli scopi. E' molto importante poter impostare su piano pratico il problema del lavoro: si uniscono i valori umani alla qualificazione professionale». Frequenta i corsi insieme a Pedro Casas Morales, già vice-sindaco di Bogotà e funzionario del servizio nazionale di apprendistato. Anche Estuardo Vilela è un dirigente di organizzazione professionale, la « Ifi » di Huancayo nel Perù; in poco più di un mese ha già imparato abbastanza bene l'italiano. Ci sono allievi sposati. Alcuni sono stati raggiunti dalla famiglia, seguono i corsi regolarmente, ma abitano fuori. Troviamo i coniugi brasiliani Comes, con la figlia di 5 anni; i venezuelani Landaeta e i colombiani Pinzón. Da Buenos Aires vengono Orlando e Viviana Sarria; Ernesto e Irma Maglia, oriundi siciliani, con il piccolo e vivacissimo Gustavo di due anni e mezzo. Le due coppie affittano insieme un appartamento a Nichelino, hanno preso a nolo una « 600 » per spostarsi e si fanno buona compagnia. I mariti studiano meccanica; la bruna signora Irma frequenta un corso.di inglese e la bionda signora Viviana, diplomata contabile, prende lezioni di guida su un'utilitaria della stessa cilindrata che si fabbrica al suo paese. La settimana scorsa i Sarria festeggiavano l'undecimo anniversario di nozze e il compleanno della moglie, con una festa in casa: manicaretti, canti e musiche argentine. Avevano invitato una ventina di «borsisti» di tutti i continenti. Una serata bellissima, assicura chi ci è stato. Un africano ha detto : « Era la prima volta che un bianco beveva nel bicchiere di un nero. Non lo dimenticherò mai ». Il fatto è accaduto a Torino, divenuta punto d'incontro fra l'antica e la nuova civiltà. E crediamo sia questo il vero, grande significato dell'iniziativa unica al mondo. Bona Alterocca