E' completo l'accordo per il nuovo governo

E' completo l'accordo per il nuovo governo Stabiliti gl'impegni programmatici E' completo l'accordo per il nuovo governo Tra oggi e domani le ratifiche da parte dei direttivi dei quattro partiti interessati - Un colloquio tra Moro e Andreotti • Le richieste dell'on. Pastore per la sua «corrente» (Segue dalla 1"~ pagina) ma — si riuniscono gli organismi dirigenti e i gruppi parlamentari dei quattro partiti di centro-sinistra. Devono provvedere a ratificare l'accordo per il governo e a dare indicazioni sui nomi dei ministri. Il calendario delle riunioni è il seguente: oggi la direzione e i direttivi dei due gruppi parlamentari della de, la direzione e i gruppi parlamentari del psdi, la direzione e i parlamentari del pri, infine i deputati e i senatori del psi; domani (al mattino) la direzione socialista. I maggiori problemi, per quanto riguarda la composizione del governo, sono, come si sa, già risolti. Moro sarà presidente del Consiglio. Nenni conserverà la vice presidenza del Consiglio. Fanfani tornerà agli Esteri. Taviani resterà agli Interni e Colombo al Tesoro. Il ministero della Giustizia andrà, come nel precedente governo, all'on. Reale. Tremelloni passerà dalle Finanze alla Difesa; Preti dalla Riforma burocratica alle Finanze. Bertinelli sarà nominato ministro per la Riforma burocratica; Pieraccini resterà al Bilancio. Dovrebbero infine conservare le cariche che avevano nel precedente governo altri tre ministri socialisti: Mancini (Lavori pubblici), Mariotti (Sanità), Corona (Turismo e Spettacolo). E' probabile, infine, che Bo resti alle Partecipazioni statali, che Pastore mantenga la Cassa del Mezzogiorno e Piccioni il ministero senza portafoglio per « incarichi speciali ». I problemi risolti o quasi risolti, come si vede, sono parecchi. Ma sui pochi rimasti è probabile che si avrà ancora qualche discussione. C'è, anzitutto, il problema Andreotti. Il ministro della Difesa (che dovrà eedere a Tremelloni la carica ricoperta nel precedente governo) ieri è stato ricevuto da Moro. Sul colloquio non si è saputo niente di ufficiale. Ma pare evidente che esso ha avuto per oggetto l'eventuale ingresso nel nuovo governo dell'on. Andreotti. Fino a pochi giorni fa sembrava escluso che Andreotti avrebbe ottenuto un incarico ministeriale. Si prevedeva addirittura che la de, per compensarlo, gli avrebbe affidato la presidenza del gruppo parlamentare della Camera. Ma ora la situazione è meno chiara. Riprende corpo la ipotesi del ritorno al governo di Andreotti. Si dice, addirittura, che potrebbe essergli affidato il ministero dell'Industria. Un problema aperto, e lo ha confermato ieri una nervosa dichiarazione dell'on. Pastore, è anche quello del numero dei ministeri da affidare a «Forze Nuove » (la corrente della sinistra della de). Nel precedente governo «Forze Nuove» aveva due ministeri (le Partecipazioni statali a Bo e la Cassa del Mezzogiorno a Pastore) e ne sembrava soddisfatta. Ma non sarebbe soddisfatta, sembra, di conservarli nel nuovo governo. Perché? Perché i fanfaniani, che nella de hanno pressappoco la stessa forza della sinistra, avranno invece tre ministeri. Per cui, secondo « Forze Nuove », o ai fanfaniani si danno solo due posti di ministro o, se no, se ne danno tre anche alla sinistra democristiana. Naturalmente si arriverà a un compromesso. Ma per ora il problema è aperto. E, come si è detto, l'ha confermato ieri una nervosa dichiarazione di Pastore. « Voi giornalisti — ha detto il ministro per la Cassa del Mezzogiorno ad alcuni nostri colleghi — date per fatto ciò che non è ancora fatto. Debbo dirvi che esistono problemi da risolvere pritna che possa parlarsi di partecipazione mia e dei miei amici al governo ». I problemi da risolvere sembrano soprattutto, come si è detto, quelli dei ministeri da affidare ai rappresentanti di « Forze Nuove ». Resta anche in discussione non il numero ma la qualità dei ministeri da affidare agli scelbiani. I socialdemocratici devono decidere quale loro rappresentante dovrà andare alla Riforma burocratica (pare sarà l'on. Bertinelli). E i socialisti non hanno ancora scelto il successore di Arnaud, che esce dal governo ( si fanno i nomi di Brodolini, Tolloy e Ferri). Ma anche se alcuni di questi problemi (ad esempio quello di « Forze Nuove ») sono delicati, essi non dovrebbero ritardare la formazione del governo; Mario Pinzauti