Fino a sabato si ricoverano soltanto i casi più urgenti

Fino a sabato si ricoverano soltanto i casi più urgenti Cominciato stamane lo sciopero dei medici ospedalieri Fino a sabato si ricoverano soltanto i casi più urgenti Funziona normalmente il «pronto soccorso»; in ogni reparto presta la sua opera un medico - Non si compilano documenti amministrativi - Verso un'azione di protesta contro taluni enti mutualistici Da stamane fino alla mezzanotte di sabato i medici ospedalieri sono in sciopero. L'agitazione ha carattere nazionale ed è indetta da tutte le organizzazioni sindacali raggruppate in una giunta d'intesa. A Torino e provincia vi sono interessati circa 500 professionisti tra primari, aiuti, assistenti e direttori sanitari. La Fiaro (associazione che riunisce le amministrazioni ospedaliere) aveva rivolto un appello ai medici, ma lo sciopero non è stato revocato. Dato il protrarsi della manifestazione di protesta si preannuncia un disagio notevole per quanti devono ricorrere alle cure ospedaliere, sia pure senza carattere d'urgenza. Le organizzazioni sindacali hanno disposto che vengano garantiti I servizi d'urgenza e di guardia medici e chi- rurgici. Il < pronto soccorso » funziona normalmente e un medico presta la sua opera per ogni reparto. In pratica — in base a tali disposizioni — per una settimana non vengono ricoverati gli ammalati che non siano casi urgenti e non si effettuano gli interventi chirurgici che possono essere rinviati senza danno per il paziente. Inoltre i sanitari ospedalieri non compilano i documenti amministrativi (fogli di entrata o di uscita, cartelle cliniche ecc.). Lo sciopero, che intende tra l'altro « richiamare l'attenzione dell'opinione pubblica sulla necessità di una sollecita riforma ospedaliera», mira ad ottenere «un C07ttratto nazionale di lavoro che dia una sistemazione normativa, economica e previdenziale adeguata ai medici ospedalieri». Altra rivendicazione: definire il problema dei sanitari che prestano la loro opera negli ospedali ma non sono inseriti nei ruoli organici, e abolire « lo sfruttamento dei volontari che non sono pagati o percepiscono indennità irrisorie ». Infine i medici ospedalieri protestano « per l'arbitrio e sopruso economico degli enti mutualistici e assicurativi » ed affermano che taluni di questi organismi sono in grave ritardo nei pagamenti, « perfino di due anni come nel caso della Mutua dei Coltivatori Diretti ». A questo proposito le organizzazioni sindacali minacciano di inasprire in febbraio l'azione di protesta < interrompendo l'assistenza ai malati di quegli enti mutualistici che continuano ad essere inadempienti >.

Luoghi citati: Torino